di Augusta Cabras.
È il pubblico il vero protagonista della Pastorale del Turismo: presente, numeroso, attento, esigente, capace di farsi coinvolgere e di dialogare con i protagonisti. Persone che si incontrano, si emozionano, ascoltano, cantano e fanno festa insieme. All’insegna della speranza.
Giungono da diverse parti d’Italia e d’Europa, qualcuno dall’America. «Beautiful!», dicono con un grande sorriso, Charlotte e Leo. Il riferimento è al concerto dell’Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari, che apre ufficialmente il programma di eventi diocesani. È il potere della musica che non conosce lingua e provenienza, che universalmente tocca il cuore di chi sa ascoltare e di chi sa lasciarsi emozionare da note, sinfonie, alchimie sonore straordinarie.
Musica quindi, ma non solo. «Seguo gli appuntamenti della Pastorale del Turismo, fin dal primo anno – racconta Graziella da Torino –. Ho sempre notato la qualità, lo spessore. Mi piace molto l’idea che sia varia, mi piace perché si apre a questioni e argomenti non prettamente religiosi ma più in generale sociali. È una ricchezza per questa splendida Ogliastra». Confermano il pensiero di Graziella le sue amiche tortoliesi, contente di poter vedere, sentire, conoscere personaggi e storie, a due passi da casa.
Elena, di Firenze, seppur dispiaciuta di essere in Ogliastra solo da qualche giorno e aver perso alcuni appuntamenti dice: «É il primo anno che vengo in Sardegna. Ho scelto questa zona perché me l’hanno consigliata dei miei amici. Non mi aspettavo una proposta culturale così articolata pensata dalla Chiesa anche per noi. Ottimo! Un motivo in più per tornare».
Sara e Andrea, tortoliesi di adozione, hanno partecipato solo alla serata con il comico Giacomo Poretti e la moglie. «É stata una bellissima serata! Loro sono stati bravissimi. Lui acuto e mai banale. Lei brava come un’attrice professionista. Bella l’idea di arricchire l’offerta culturale in Ogliastra con un programma vario e ricco, per i turisti e non solo per loro. Questa location poi è veramente bella».
Luca, di Modena, spontaneamente afferma: «Tosta qui la Chiesa, eh?». Gli chiedo di spiegare e mi dice che non è così scontato che sia la Chiesa a proporre un programma artistico e culturale di questo tipo. «É una rarità, ci vuole un bel coraggio!».
La Pastorale del Turismo è nata come occasione culturale per offrire ai visitatori in vacanza e a tutti gli ogliastrini, una bella occasione di incontro, di conoscenza, di dialogo. La presenza di nomi importanti del panorama ecclesiale, artistico e culturale italiano consentono di allargare gli orizzonti, di fare un passo oltre il già visto e il già conosciuto. Ogni anno un tema specifico diventa il filo conduttore di una riflessione che si articola in più serate. I numeri sono interessanti. Fino a quasi 1000 persone in un’unica serata, per un pubblico attento e che si lascia coinvolgere.
Valentina, di Tertenia, racconta di aver partecipato solo quest’anno alla Pastorale e di esserne entusiasta. «È stato un susseguirsi di emozioni. Il primo incontro è stato quello con Simona Atzori, indescrivibile per la forza d’animo che questa ragazza è riuscita a trasmettermi. Ogni sua parola teneva stretta la mia attenzione e arrivava dritta al cuore. Mi ha colpito talmente tanto che ha lasciato in me la voglia di continuare a frequentare la Pastorale ogni giorno, per vedere e scoprire cosa riservava la serata successiva. Ogni giorno ha avuto il suo fascino, nella sua diversità ha lasciato in me qualcosa di diverso. Bellissima la serata con don Maurizio Patricello! Sono rientrata a casa con pensieri e riflessioni nuove. Tutte le serate sono state curate nel dettaglio. Attendo di scoprire cosa ci riserverà quella del prossimo anno».
Antonietta, segue la Pastorale fin dagli esordi. Non riesce a partecipare a tutte le serate ma alcune proprio non se le perde! Quest’anno, presente insieme alla figlia, ha particolarmente apprezzato Simona Atzori, testimonianza emblematica della speranza e della forza di volontà che vince sopra ogni cosa. «L’organizzazione è sempre più efficiente. Molto carina l’idea di affidare l’accoglienza in ogni serata a una comunità diversa».
«Pensando alla Pastorale del Turismo, mi sono venute in mente le parole di Papa Francesco – dice Patrizia di Tortolì –: “Semina speranza, semina olio di speranza, semina profumo di speranza e non aceto di amarezza e di dis-speranza”. Credo che queste parole possano riassumere e far capire in modo chiaro ciò che ho vissuto quest’anno, in questo percorso estivo offerto dalla Diocesi. Mi piace definirlo percorso, cammino, in cui noti anche la tua crescita umana e spirituale attraverso testimonianze, incontri, sguardi, sorrisi, abbracci, musica, danze, confronti, i dialoghi e la preghiera. La mente e il cuore si aprono alla conoscenza, alla diversità di opinioni, all’accoglienza dell’altro. Nella platea che quest’anno ha partecipato interessata e commossa, gioiosa e festante, ho potuto percepire un mondo in tutta la sua diversità, ma che lì aveva uno stesso linguaggio: stesse risate, stesso battito di mani, stesse lacrime. È tra la gente che ho potuto notare che si stava seminando speranza, perché tutto non finisca, ma sia un continuo richiamo a lottare in ciò in cui si crede: un mondo libero, pulito, una casa e un lavoro per tutti, la pari dignità. Simona Atzori insegna. Proprio da lei ho imparato una cosa bellissima. Quando ha raccontato la sua storia ha pronunciato queste parole: quando Dio mi ha pensato, mi ha pensato senza le braccia. Lui non ha sbagliato, mi voleva proprio così. Questo è bellissimo! Mentre l’ascoltavo avevo al mio fianco mio nipote di 14 anni, tetraplegico. In quel momento ci siamo stretti forte la mano, entrambi commossi. Questo è comunicare speranza! Ringrazio il Signore per tutto ciò che mi ha permesso di vivere in questo tempo; ringrazio il Vescovo, i suoi collaboratori e tutti coloro che hanno saputo donarcela, questa speranza».
[Ph by Aurelio Candido]
Voci dall’Anfiteatro Caritas
di Augusta Cabras.
È il pubblico il vero protagonista della Pastorale del Turismo: presente, numeroso, attento, esigente, capace di farsi coinvolgere e di dialogare con i protagonisti. Persone che si incontrano, si emozionano, ascoltano, cantano e fanno festa insieme. All’insegna della speranza.
Giungono da diverse parti d’Italia e d’Europa, qualcuno dall’America. «Beautiful!», dicono con un grande sorriso, Charlotte e Leo. Il riferimento è al concerto dell’Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari, che apre ufficialmente il programma di eventi diocesani. È il potere della musica che non conosce lingua e provenienza, che universalmente tocca il cuore di chi sa ascoltare e di chi sa lasciarsi emozionare da note, sinfonie, alchimie sonore straordinarie.
Musica quindi, ma non solo. «Seguo gli appuntamenti della Pastorale del Turismo, fin dal primo anno – racconta Graziella da Torino –. Ho sempre notato la qualità, lo spessore. Mi piace molto l’idea che sia varia, mi piace perché si apre a questioni e argomenti non prettamente religiosi ma più in generale sociali. È una ricchezza per questa splendida Ogliastra». Confermano il pensiero di Graziella le sue amiche tortoliesi, contente di poter vedere, sentire, conoscere personaggi e storie, a due passi da casa.
Elena, di Firenze, seppur dispiaciuta di essere in Ogliastra solo da qualche giorno e aver perso alcuni appuntamenti dice: «É il primo anno che vengo in Sardegna. Ho scelto questa zona perché me l’hanno consigliata dei miei amici. Non mi aspettavo una proposta culturale così articolata pensata dalla Chiesa anche per noi. Ottimo! Un motivo in più per tornare».
Sara e Andrea, tortoliesi di adozione, hanno partecipato solo alla serata con il comico Giacomo Poretti e la moglie. «É stata una bellissima serata! Loro sono stati bravissimi. Lui acuto e mai banale. Lei brava come un’attrice professionista. Bella l’idea di arricchire l’offerta culturale in Ogliastra con un programma vario e ricco, per i turisti e non solo per loro. Questa location poi è veramente bella».
Luca, di Modena, spontaneamente afferma: «Tosta qui la Chiesa, eh?». Gli chiedo di spiegare e mi dice che non è così scontato che sia la Chiesa a proporre un programma artistico e culturale di questo tipo. «É una rarità, ci vuole un bel coraggio!».
La Pastorale del Turismo è nata come occasione culturale per offrire ai visitatori in vacanza e a tutti gli ogliastrini, una bella occasione di incontro, di conoscenza, di dialogo. La presenza di nomi importanti del panorama ecclesiale, artistico e culturale italiano consentono di allargare gli orizzonti, di fare un passo oltre il già visto e il già conosciuto. Ogni anno un tema specifico diventa il filo conduttore di una riflessione che si articola in più serate. I numeri sono interessanti. Fino a quasi 1000 persone in un’unica serata, per un pubblico attento e che si lascia coinvolgere.
Valentina, di Tertenia, racconta di aver partecipato solo quest’anno alla Pastorale e di esserne entusiasta. «È stato un susseguirsi di emozioni. Il primo incontro è stato quello con Simona Atzori, indescrivibile per la forza d’animo che questa ragazza è riuscita a trasmettermi. Ogni sua parola teneva stretta la mia attenzione e arrivava dritta al cuore. Mi ha colpito talmente tanto che ha lasciato in me la voglia di continuare a frequentare la Pastorale ogni giorno, per vedere e scoprire cosa riservava la serata successiva. Ogni giorno ha avuto il suo fascino, nella sua diversità ha lasciato in me qualcosa di diverso. Bellissima la serata con don Maurizio Patricello! Sono rientrata a casa con pensieri e riflessioni nuove. Tutte le serate sono state curate nel dettaglio. Attendo di scoprire cosa ci riserverà quella del prossimo anno».
Antonietta, segue la Pastorale fin dagli esordi. Non riesce a partecipare a tutte le serate ma alcune proprio non se le perde! Quest’anno, presente insieme alla figlia, ha particolarmente apprezzato Simona Atzori, testimonianza emblematica della speranza e della forza di volontà che vince sopra ogni cosa. «L’organizzazione è sempre più efficiente. Molto carina l’idea di affidare l’accoglienza in ogni serata a una comunità diversa».
«Pensando alla Pastorale del Turismo, mi sono venute in mente le parole di Papa Francesco – dice Patrizia di Tortolì –: “Semina speranza, semina olio di speranza, semina profumo di speranza e non aceto di amarezza e di dis-speranza”. Credo che queste parole possano riassumere e far capire in modo chiaro ciò che ho vissuto quest’anno, in questo percorso estivo offerto dalla Diocesi. Mi piace definirlo percorso, cammino, in cui noti anche la tua crescita umana e spirituale attraverso testimonianze, incontri, sguardi, sorrisi, abbracci, musica, danze, confronti, i dialoghi e la preghiera. La mente e il cuore si aprono alla conoscenza, alla diversità di opinioni, all’accoglienza dell’altro. Nella platea che quest’anno ha partecipato interessata e commossa, gioiosa e festante, ho potuto percepire un mondo in tutta la sua diversità, ma che lì aveva uno stesso linguaggio: stesse risate, stesso battito di mani, stesse lacrime. È tra la gente che ho potuto notare che si stava seminando speranza, perché tutto non finisca, ma sia un continuo richiamo a lottare in ciò in cui si crede: un mondo libero, pulito, una casa e un lavoro per tutti, la pari dignità. Simona Atzori insegna. Proprio da lei ho imparato una cosa bellissima. Quando ha raccontato la sua storia ha pronunciato queste parole: quando Dio mi ha pensato, mi ha pensato senza le braccia. Lui non ha sbagliato, mi voleva proprio così. Questo è bellissimo! Mentre l’ascoltavo avevo al mio fianco mio nipote di 14 anni, tetraplegico. In quel momento ci siamo stretti forte la mano, entrambi commossi. Questo è comunicare speranza! Ringrazio il Signore per tutto ciò che mi ha permesso di vivere in questo tempo; ringrazio il Vescovo, i suoi collaboratori e tutti coloro che hanno saputo donarcela, questa speranza».
[Ph by Aurelio Candido]