Violenza sulle donne: ancora tante denunce inascoltate
di Francesco Manca.
L’associazione Voltalacarta ha celebrato lo scorso 25 novembre, a Lanusei, la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza maschile sulle donne
Il convegno ha avuto come tema dominante la vittimizzazione secondaria, l’odioso fenomeno che trasforma le vittime in colpevoli o complici, e che troppo spesso induce le vittime di abusi e violenze a non denunciare per timore di non essere credute: ancora oggi, la percentuale di donne che ha la forza di farlo si aggira appena intorno al 12 per cento.
L’evento, intitolato non a caso “Sorella io ti credo”, ha avuto come premessa una campagna social che ha visto una partecipazione vastissima da tutta la Sardegna e oltre: centinaia le foto selfie con la scritta sulla mano “Sorella io ti credo” postate sul web dai followers di Voltalacarta, da cui è nato un video che ha aperto e chiuso la serata del 25 novembre nella gremitissima sala consiliare di Lanusei.
Ospite speciale in videochiamata, Paola Piras, la donna vittima di un tentato femminicidio nel maggio 2021 quando fu ucciso suo figlio Mirko Farci nel tentativo di difenderla. La donna ha ringraziato tutte le persone presenti e ha invocato un maggiore impegno contro la violenza di genere: «Basta con questo orrore, è devastante», ha detto.
Toccante anche l’intervento in chiusura della sorella Stefania, che ha lanciato un doloroso atto d’accusa per le tante, troppe denunce rimaste inascoltate.
A organizzare e coordinare il convegno, la presidente di Voltalacarta Loredana Rosa che ha ricordato in apertura la dedica della serata a Paola e Mirko. Rosa ha richiamato la necessità di un impegno costante in ambito educativo, sostenuto dalle istituzioni e che coinvolga sempre la scuola e l’intera comunità. «La violenza di genere non è un fatto personale ma politico, è un fenomeno sociale sistemico e va affrontato con azioni finalizzate a un cambiamento culturale, perché dalla cultura patriarcale millenaria trae origine»
L’avvocata del Centro Antiviolenza dell’Unione dei Comuni d’Ogliastra, Gemma Demuro, ha posto l’accento sulle modalità retrive che ancora guidano le azioni di molti tribunali, che minimizzano il problema e puntano il dito contro la vittima invece che sul carnefice.
Antonella Loi, giornalista dell’associazione GiULiA, ha affrontato il tema del linguaggio usato dalla stampa che legge le vicende quasi sempre dal lato maschile e utilizza termini inappropriati, già banditi dal Manifesto di Venezia.
Sara Monni e Veronica Comida hanno raccontato l’esperienza delle “Bruxas Ogliastrinas”, il movimento spontaneo nato proprio all’indomani dell’efferato omicidio di Mirko Farci e del tentato femminicidio di Paola Piras.
«Dopo ciò che è accaduto a Paola, è nata in noi la consapevolezza che viviamo tutte sotto la stessa campana di paura e oppressione», ha detto Sara Monni a nome di tutte le Bruxas.
Ad arricchire la serata, le studentesse delle classi terze del Liceo delle scienze umane e classico dell’Istituto di Istruzione Secondaria Leonardo da Vinci di Lanusei, accompagnate dalle docenti Maria Paola e Michela Medda, che si sono esibite in una performance in cui hanno ricordato i nomi di tutte le donne vittime di femminicidio nel 2022 e hanno letto alcune toccanti testimonianze autentiche di loro coetanee.
All’incontro sono intervenuti il sindaco di Lanusei, Davide Burchi, il consigliere regionale Salvatore Corrias e il capogruppo di minoranza consiliare di Lanusei, Marco Melis, cofondatore nel 2008 del Centro Antiviolenza dell’Unione dei Comuni d’Ogliastra.
Lascia un Commento