In breve:

Verso il convegno diocesano. Ogni vocazione fa bella la nostra Chiesa

Convegno ecclesiale foto simbolo

di Mons. Antonello Mura.
È arrivato il momento di riflettere sul tema delle vocazioni, delle chiamate alla vita matrimoniale, sacerdotale e religiosa. Lo faremo come Chiesa il prossimo 20 ottobre, nell’annuale convegno diocesano.Lo faremo celebrando la bellezza delle vocazioni, perché crediamo che chiunque ascolti e risponda a Dio che lo chiama, arricchisce con i doni ricevuti la comunità cristiana (Cf 1Cor 12,4). Il tema proposto: Chiamati ad ascoltare. Chiamati a rispondere è quindi un invito a cercare e a rafforzare il senso della propria vita, avendo come punti di riferimento la Parola di Dio e la comunità. Sposi cristiani, sacerdoti o religiose, consacrati nel mondo esprimono in diversi modi l’unica chiamata alla santità, alla felicità, alla gioia di sentirsi partecipi in modo irripetibile della vita.
Nel nostro convegno penseremo e daremo voce ai nostri giovani, alcuni dei quali seminaristi, che fanno l’esperienza – anche nel cammino verso la vita matrimoniale –, che nessuna vocazione è preconfezionata, nessuna è scontata, né tantomeno è una realtà che va da sé. Piuttosto la vocazione si costruisce pian piano, ascoltando una Parola che mi appassiona, svolgendo un servizio o compiendo un gesto d’amore. Ascoltando quindi Dio, ma anche ascoltando gli altri, le loro esigenze e le loro attese, alle quali sono chiamato a rispondere con la mia disponibilità. È importante riscoprire e comunicare che la vocazione è una chiamata che prende forma dentro una storia, nella scoperta dei limiti e delle potenzialità, nella lettura dei sentimenti, dei desideri e delle paure che mi porto dentro, nei sogni e nelle delusioni, nelle aspettative e nelle nostalgie, nei distacchi che mi sono richiesti e negli incontri che mi trovo a vivere.
Mettendo in evidenza tra l’altro che la decisione, la risposta, non è una conseguenza della vocazione, ma un elemento fondante la stessa vocazione: finché non ho deciso, non posso sentirmi chiamato. La scelta finale, la chiamata definitiva è allora risultato di piccole scelte provocate dalle circostanze della vita, che concorrono a plasmare la vocazione, e che danno una identità precisa che si qualificherà sempre più come una storia laicale, matrimoniale, consacrata o presbiterale.
Ti rialzerò, ti solleverò su ali d’aquila…”, dice una nota canzone che riprende il bellissimo testo di Esodo 19,4. Si tratta di dare un senso e una radicalità al nostro essere discepoli di Gesù, qualunque chiamata abbiamo ricevuto; significa trovare la vocazione autentica che, investendo in fiducia piena in lui, ci faccia camminare con gioia lungo le strade della vita.
Infine, non certo per importanza, il tema del convegno ci manterrà in sintonia con il Sinodo mondiale dei vescovi, in quei giorni in svolgimento a Roma. “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, diverrà quindi una bussola per il nostro cammino ecclesiale, quasi un appello per rinnovate energie da impiegare nell’evangelizzazione e nell’animazione giovanile.
+ Antonello Mura

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