In breve:

Un profeta attualissimo: Abacuc

Abacuc

di Giovanni Deiana.
Abacuc si interroga sul male e sul bene, giungendo perfino a chiedere conto a Dio del perché punisca il suo popolo – che pure lo merita – attraverso popoli più malvagi, facendo così crescere la malvagità nel mondo! La risposta di Dio è (come sempre!) sorprendente…
Non credo siano molti i cristiani che hanno letto il libro di Abacuc; nonostante si trovi tra i Profeti Minori nelle nostre Bibbie, esso fa parte dei testi praticamente ignorati da tutti. Sarà quel nome un po’ strano (che forse significa “abbracciato”), sta di fatto che anche il lettore munito della più sagace volontà, arrivato a quel punto, lo salta a piè pari. Eppure basterebbe superare la prima istintiva diffidenza, per rendersi conto che il suo messaggio conserva una straordinaria attualità.

Fino a quando, o Signore?
Riporto i primi versetti che fungono anche da apertura al libro: «Fino a quando, Signore, implorerò aiuto e non ascolti, a te alzerò il grido: “Violenza!” e non salvi? Perché mi fai vedere l’iniquità e resti spettatore dell’oppressione? Ho davanti a me rapina e violenza e ci sono liti e si muovono contese. Non ha più forza la legge né mai si afferma il diritto. Il malvagio infatti raggira il giusto e il diritto ne esce stravolto» (Ab 1,2-4). Il profeta vive intorno al 610 a. C. in un momento di profondi sconvolgimenti politici; nel 612 viene distrutta Ninive, la capitale dell’Assiria, che per diversi secoli aveva dominato e oppresso sia il regno di Israele che quello di Giuda. Al suo posto sorge l’astro nascente, Babilonia, che perpetuerà la politica di rapina e oppressione degli Assiri. Giosia (640-609 a.C.), definito dal secondo Libro dei Re un modello insuperato di fedeltà alla Legge del Signore, tanto che «dopo di lui non sorse uno come lui» (2 Re 23,25), nonostante la sua condotta esemplare, cadde vittima di un intrigo politico, per mano del faraone Necao (609 a. C.). Ma se la politica internazionale era in preda alla violenza più sfrenata, la situazione interna al piccolo regno di Giuda non era migliore. Il quadro che il profeta ci fornisce del suo tempo è, sotto certi aspetti, di una straordinaria attualità: ovunque domina la violenza, la corruzione e l’inganno pervadono tutta la società, creando infelicità e discordia nei rapporti umani. Il potente schiaccia il debole e prevalgono ovunque l’arroganza e il sopruso. Anche l’incessante preghiera dei giusti rivolta a Dio, perché intervenga a difendere i suoi fedeli e a punire i malvagi, resta inascoltata.

(Continua…)

Puoi leggere l’articolo integrale su L’Ogliastra, periodico in abbonamento della Diocesi di Lanusei.

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