In breve:

Un pranzo d’amore e di speranza

Pranzo di Natale

di Fabiana Carta.

Lo scorso 19 dicembre, la Casa Circondariale San Daniele di Lanusei ha ospitato la terza edizione dell’evento “L’alt(r)A Cucina… per un Pranzo d’Amore”

 

Il significato vero del Natale è racchiuso nel messaggio di speranza, di rinascita. Nella luce. Per citare papa Wojtyla il 25 dicembre 1978: «Natale è la festa dell’uomo, uno come tanti miliardi e al contempo unico e irripetibile. Se celebriamo così solennemente la nascita di Gesù è per testimoniare che ogni uomo è qualcuno, unico e irripetibile, qualcuno chiamato con il proprio nome». Gesù nasce per dirci che un’altra vita è possibile, e lo è per tutti, persino per chi è rinchiuso in un carcere.

Giovedì 19 dicembre dell’anno appena terminato, la Casa Circondariale San Daniele di Lanusei ha aperto le porte alla terza edizione dell’evento “L’Alt(r)A Cucina… per un Pranzo d’Amore”, in contemporanea ad altri quarantatré Istituti penitenziari, promosso dalle Associazioni Prison Fellowship Italia onlus, Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS) e Fondazione Alleanza del RnS, con il patrocinio del Ministero della Giustizia. Quest’anno è stata preziosa la collaborazione dei volontari Caritas, insieme alla direttrice Cristiana Boi, e delle suore di Lanusei e di Tortolì.

Il progetto è partito nel 2014 in tutta Italia, da un’idea dello chef Filippo La Mantia, il quale è stato vittima di un errore giudiziario e scarcerato proprio un 24 dicembre.

L’organizzazione del pranzo gourmet è il risultato di un grande movimento di beneficenza che coinvolge tutta la Diocesi ogliastrina, guidato dai volontari del Rinnovamento nello Spirito Santo, organizzatori concreti dell’evento: c’è chi ha donato il pane, chi il formaggio, la pecora, i dolci, il caglio, la frutta. Le pietanze, impiattate una ad una per dare importanza a ogni singolo detenuto, sono state preparate dal giovane chef tortoliese Stefano Piliero, insieme a Jessica, Riccardo e Antonella, alla loro prima emozionante esperienza all’interno di un carcere.

A questa terza edizione hanno scelto di partecipare ventotto detenuti su trentadue, protagonisti assoluti dell’evento, allietato dalla musica e l’affetto degli Istentales: «Abbiamo girato tanti Istituti di pena – raccontano – ma Lanusei ci mancava. Vogliamo che le storie delle nostre canzoni siano un momento di conforto e di svago, un conforto per questi giorni di festa», hanno dichiarato durante l’esibizione. Una giornata di festa tutta dedicata ai detenuti, il carcere si veste di rosso, il vai e vieni dei volontari, la musica, i sorrisi, il cibo condiviso, le attenzioni. «Per noi volontari del Rinnovamento ogni pranzo non è mai uguale all’altro – commentano –, ci teniamo tanto che i nostri fratelli detenuti vengano trattati con dignità e rispetto. Come ci insegnano le riflessioni della nostra Chiesa, dei vescovi, dei nostri parroci, del nostro amatissimo papa Francesco, c’è vero amore quando ti interessi al prossimo più bisognoso, è proprio lui il più amato da Gesù, quello che le persone scartano. E per fare questo coinvolgiamo tutta la comunità, le parrocchie, i bambini, le persone che incontriamo per strada, nei negozi».

Perché dove abbonda il peccato, abbonda la misericordia di Dio.

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