Un lago di opportunità
di Augusta Cabras.
Gli scheletri di vecchie abitazioni, la vegetazione che si fa strada tra i muri di case a metà, le finestre chiuse, (negli stabili che le possiedono ancora), capre e pecore a sorvegliare lente, luoghi e tempi. Lo scenario pare quello delle città bombardate. Grigiore, abbandono, segni di un tempo passato e di una memoria mal custodita, di un gioiello impolverato, ignorato, quasi dimenticato. E questo nell’insostenibile stridore dello sguardo che incontra una natura lussureggiante fatta d’acqua, di montagne, di vegetazione unica. La vista può perdersi godendo di questa bellezza, ma viene interrotta, come uno schiaffo in piena faccia, dall’incuria, dallo scempio, dalle possibilità inespresse, dalle decisioni non prese, dal tempo che passa inesorabile e lascia un segno nelle cose che raggiungono l’oblio.
Eppure questa porzione del territorio di Villagrande Strisaili, Bau Muggeris, ha in sé qualcosa di straordinario che è difficile non vedere. Bau Muggeris era in origine il nome di una gola, dove, dice la tradizione, le muggeris, le donne del paese di Villagrande Strisaili – nel cui territorio ricade l’invaso – si recavano a lavare i panni. Oggi è il nome della diga costruita, e del bacino artificiale nato in seguito alla sua realizzazione, avvenuta tra il 1928 e il 1949.
“I tre salti”, comunemente chiamati, descrivono il corso serpeggiante del fiume Flumendosa, che dà energia a questa parte dell’Ogliastra. Lungo le sue anse si presentano le tre centrali idroelettriche costruite dall’Enel, insieme ai villaggi, in cui vivevano gli operai e le loro famiglie. Piccoli borghi dotati di negozi, scuola, campi da calcio e cinema. Un micro mondo, con i confort che offriva lo sviluppo del tempo, che in quegli anni era specchio del boom economico, destinato nel corso dei decenni a sgretolarsi, sulla scia della crisi e del cambiamento.
Oggi passando per quelle strade, nel silenzio interrotto solo dal fruscio delle fronde mosse dal vento, sembra di sentire il vociare dei bambini, lo scorrere della vita delle donne, il lavoro e il tempo dello svago degli uomini. Sembrano passati secoli e forse tutta questa desolazione e distruzione si poteva evitare. Ci sono, evidentemente, delle responsabilità precise. Ci sono, evidentemente, passaggi che dovevano essere fatti, delle decisioni che dovevano essere prese, ma che si è preferito rimandare. È sempre e solo una questione economica? Rimane il fatto che, di chiunque siano le responsabilità, serve ora una nuova presa di coscienza che chiama in causa tutti: Enel, amministratori locali, regionali, nazionali e anche la società civile.
Ne abbiamo parlato con Alessio Seoni, sindaco di Villagrande…
[L’intervista integrale è sul numero di Febbraio de L’Ogliastra]
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