Tempo di speranza rivelata e attuata
di Augusta Cabras.
Non c’è distanza tra Dio e l’uomo, neanche nella morte, neanche nel momento in cui l’umanità manifesta tutta la sua fragilità, corruttibilità e finitezza corporea. Anzi. È il divino, è l’eterno che sceglie il punto più basso della storia di ogni uomo per mostrare la sua aderenza al mondo e all’umanità. È il Dio del paradosso che cerca non il potere, non la distanza, non la superiorità intesa come distacco arrogante di chi si impone dall’alto, ma la prossimità che diventa abbraccio, appartenenza, coesistenza, condivisione del dolore e della disperazione, «Eloì, Eloì, lema sabactàni».
Ma non solo. Quando tutto sembra finito, concluso, disperante, quando ogni possibilità si è spenta, Dio non scompare lasciando l’uomo a brancolare nel buio. Dio si fa uomo nella morte e con la resurrezione ribalta ogni prospettiva; supera l’orizzonte di finitezza umana e traccia una nuova direzione. Sposta la pietra dal sepolcro, scompone e alleggerisce il peso insostenibile della morte e della separazione, proietta l’uomo oltre sé stesso agganciandolo ancora di più al suo essere nel mondo e per il mondo, donandogli la Speranza.
La Pasqua di Cristo è il punto di svolta per l’umanità. È speranza indiscussa, assoluta, rivelata e attuata. È felicità liberata, luce smisurata che sconfigge la tenebra. È il momento di snodo che permette un ripensamento sulla morte e sulla vita. La riflessione sulla morte nella prospettiva dell’eternità, infatti, cambia radicalmente i presupposti e i parametri della riflessione sulla vita, sulle relazioni, sulle priorità, sui valori. Il tempo della Quaresima, rispetto a questo, ci aiuta a fare ordine e chiarezza, ci aiuta a ripensare la nostra vita, il nostro essere quotidianamente, a comprendere verso quali obiettivi orientiamo i nostri sforzi e le nostre energie, quali sono le zavorre inutili da abbandonare, quali sono i massi che ostacolano il nostro percorso nella fede, nella speranza e nella carità. Il silenzio di questo tempo speciale, la possibilità della preghiera, i gesti concreti di carità possono aiutarci a ricapitolare la nostra esistenza, a darle un senso nuovo, a comprendere l’essenza lasciando fuori ciò che distrae, distoglie e annienta.
Ma l’essenza della Quaresima, non può esaurirsi in una stagione; essa avvia un percorso lungo, complesso, spesso non lineare, in cui convive il momento della prova con quello del coraggio; può durare una vita intera o nel tempo di una vita intera può essere continuamente messa in discussione, approfondita, supportata perché tocca ogni ambito del nostro vivere, in ogni nostra età, senza mezze misure.
E allora possiamo guardare la morte e la risurrezione di Cristo come fatti ed eventi che hanno la forza del racconto e della tradizione, oppure possiamo lasciarci guidare e stupire dalla loro straordinarietà imboccando la via della conversione. E della risurrezione.
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