Suor Vittoriana, missionaria in America Latina
di Marcella Nieddu.
Riconoscere la volontà di Dio è il fondamento del credente. Attraverso il discernimento e la meditazione, il cristiano può comprendere la propria vocazione, trova sostegno e consiglio per percorrere quella strada che porta al compimento del progetto di Dio.
Suor Vittoriana, al secolo Assunta Nieddu, nata nel 1947 a Villagrande Strisaili, ha ascoltato attentamente la Parola di Dio e questo l’ha portata, in giovane età, a lasciare il suo paese d’origine per rispondere alla chiamata vocazionale nella vita religiosa presso la congregazione delle Figlie di san Giuseppe di Genoni.
Dopo diverse esperienze come educatrice in varie scuole della Sardegna, poi a Roma e in seguito in Svizzera, la Madre generale della congregazione risponde con un sì alle continue richieste della suora di poter portare l’annuncio della Parola nei paesi più poveri del mondo, e per questo la invia come missionaria in America latina.
Nel 2001 atterra a Buenos Aires, dove trascorre sette anni, portando sostegno e conforto nei quartieri più periferici di Villa Udaondo e di Cordoba. La povertà e la dignità delle persone che incontra la toccano nel profondo, portandole arricchimento esperienziale e spirituale. Papa Francesco una volta ha detto che «la prima motivazione per evangelizzare è l’amore di Gesù che abbiamo ricevuto». È proprio l’esigenza di fare esperienza dell’amore di Gesù che porta, nel 2014, suor Vittoriana nello stato del Maranhao in Brasile, dove trascorre i successivi sette anni nella città di Matinha, nella zona dei cento laghi, a quattro ore di auto da San Luis.
La sua missione è stata caratterizzata da una pastorale semplice, un lavoro di sostegno a un popolo molto variegato e privo di ogni benessere, ma allo stesso tempo piena di colore e allegria. In questi sette anni le giornate di suor Vittoriana sono state ricche di visite a piccoli villaggi, dove la povertà emerge a ogni angolo, causata da un’agricoltura povera e dalla mancanza di assistenza sanitaria adeguata. In questi villaggi la vita scorre lenta e tranquilla, tante case di fango all’interno delle quali la condivisione di quel poco che si ha, e anche di ciò che non si ha, uniscono le persone nell’intimo. Le visite si alternano al lavoro nella Fazenda dell’amor misericordioso, punto di accoglienza per tossicodipendenti da alcool e droghe. In questa realtà periferica, tanto cara a Papa Francesco, la suora assiste ogni giorno al miracolo della vita che rinasce in giovani distrutti dalle dipendenze. L’annuncio della Parola e la formazione catechetica portano la suora a fare qualcosa di concreto per questi poveri che portano ogni giorno alla sua porta le loro sofferenze, esigenza che si dimostra molto forte soprattutto nei confronti delle giovani ragazze e bambine delle comunità che visita, che spesso e volentieri spariscono per realizzare terribili progetti dell’uomo meschino.
Ma che cosa fare? Nella mente di suor Vittoriana ritorna un vago ricordo di quando da bambina si sedeva con le amiche per realizzare piccoli ricami: da qui l’idea di realizzare una scuola di ricamo, attraverso la quale le ragazze possono realizzare lavori da poter vendere e così portare il loro contributo alla famiglia. Avviata la scuola di ricamo, ecco un nuovo progetto e un nuovo sogno: costruire un ponte di solidarietà tra la sua terra d’origine e la sua nuova terra che l’ha adottata come una vera figlia spirituale. Tutto pur di aiutare la crescita e lo sviluppo della Fazenda dell’amor misericordioso così da poter assistere ogni giorno a quel miracolo della vita che rinasce in corpi distrutti. Oggi la suora, richiamata dalla madre generale, è ritornata in Sardegna e presta il suo servizio a Sassari, ma non abbandona il suo progetto di solidarietà.
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