In breve:

Seulo, a fine estate il tributo di fede ai Santi Cosma e Damiano

COSMA E DAMIANO

di Elisabetta Cadeddu.
Per i tanti devoti che a Seulo festeggiano con fede ed emozione i Santi Cosma e Damiano, due sono gli appuntamenti principali: la terza domenica di maggio (in cui l’organizzazione è affidata agli abitanti del rione basso del paese dove, un tempo, passava la processione) e l’ultima settimana di settembre (che vede la più ampia partecipazione non solo di fedeli seulesi, ma anche di quelli provenienti dai centri limitrofi)

La ricorrenza, celebrata in concomitanza con la fine dell’estate, richiama al paese natio i seulesi sparsi ovunque, a motivo della forte devozione nei confronti dei Santi medici. Attualmente la festa religiosa si svolge nelle giornate di sabato e domenica: il sabato la Messa viene celebrata in Parrocchia, dove sono custodite le statue dei Santi (presumibilmente risalenti al 600); da qui ha poi inizio la processione verso la chiesetta campestre. I simulacri vengono portati in processione sul carro a buoi vestito a festa, percorrendo le strette vie del paese, preceduti da cavalieri, da numerosi gruppi folk provenienti da diverse zone della Sardegna, dagli stendardi portati dalle prioresse della Parrocchia e seguiti dal parroco, da autorità civili e militari e a da una consistente schiera di fedeli. Lungo il tragitto, oltre al fragore de is goettus, echeggiano nell’aria le note del rosario cantato a gran voce da tutti i devoti. La processione prosegue lungo la provinciale, in direzione Gadoni, fino all’incrocio in zona Barigau da dove, attraverso una stretta via di campagna, si giunge alla piccola chiesa. Qui, sono i cavalieri, i gruppi folkloristici e le prioresse che, disposti su due file, accolgono solennemente i Santi che rimarranno nel santuario a loro dedicato fino al giorno seguente. La domenica tutti i fedeli partecipano alla Messa conclusiva, seguita dalla processione di rientro in paese.

Caratteristiche non comuni ad altre realtà religiose sono lo scoppio de sa batteria (composta da numerosi petardi, legati tra loro a mo’ di mitraglia e fatti esplodere al momento della Consacrazione della Messa domenicale) e l’accensione di fuochi pirotecnici a cascata sul sagrato della Parrocchia, all’arrivo della processione del rientro.

La festa civile nelle serate del venerdì e del sabato è sempre animata da esibizioni musicali che richiamano tutti in piazza Parrocchia dove gli obrieri si prodigano nella preparazione di panini e patatine fritte. Tradizione vuole che ogni anno, nella serata della domenica, si rinnovi l’appuntamento con is cantadoris i quali, esibendosi nella piazza Genneria, richiamano i tanti appassionati della poesia sarda.

Gli anziani raccontano che, in passato, la festa religiosa aveva inizio il 27 settembre con i festeggiamenti in onore di Santu Cosumu (San Cosma), per proseguire il 28 con quelli in onore di San Damiano, mentre il 29 si feseteggiava San Michele. La festa, oggi come allora, veniva affidata agli obrieri che, in occasione delle nomine annuali (che tuttora avvengono il primo gennaio a opera del parroco), prendevano in carico il compito con grande devozione. Veniva celebrata nei giorni propri delle ricorrenze liturgiche dei Santi e non rimandata al fine settimana, come invece avviene oggi; cambiamento doveroso negli ultimi decenni per permettere agli emigrati seulesi di rientrare in paese.

La tradizione racconta che la mattina del 27 settembre una partecipata processione, accompagnata dalle confraternite della Madonna Addolorata e della Madonna del Rosario, partiva dalla Parrocchia con i Santi adornati a festa, presi a spalla dai giovani del paese che, quasi a gara tra loro, si alternavano lungo il tragitto. La processione – animata dal rosario cantato, alternato al canto de is Goccius – raggiungeva il rione basso del paese dove tanti fedeli, con la speranza di ottenere grazie e aiuto dai Santi, percorrevano in ginocchio la ripida discesa che conduce al rio Medau fino al ponticello per poi proseguire in piedi fino alla chiesetta. Qui aveva luogo la Santa Messa in onore di San Cosma e nel pomeriggio si faceva rientro in paese.

Nella giornata del 28 si festeggiava san Damiano: Messa celebrata in Parrocchia e processione, sempre molto partecipata, lungo le vie dell’abitato. Il 29 era tutto per San Michele e chiudeva le intense giornate di festa.

Anche la festa civile ha subito negli anni diversi cambiamenti e si svolgeva interamente in piazza Genneria. Tutti, all’epoca, portavano la sedia da casa per poter assistere allo spettacolo in piena tranquillità. Le serate risuonavano delle note dell’organetto abilmente suonato dai seulesi Efisinu Marci e Ninniccu Loddu (Marci Efisio e Loddo Antonio), che non si limitavano a eseguire i tradizionali balli sardi, ma coinvolgevano i presenti a suon di mazurca e valzer.

È ormai due anni che, a causa del Covid, non si respira l’aria della festa e la gioia dell’incontro con parenti e amici. Finora nel paese non sono state riscontrate positività al virus: mi piace pensare che i Santi medici stiano proteggendo i loro fedeli da una malattia così aggressiva e temibile.

La speranza è che presto riecheggino di nuovo le lodi del rosario cantato nelle vie del paese, tra quei muri di pietra, antichi custodi di un popolo devoto ai suoi Santi e che, tra il tuonare de is goettus nei cieli e lo scampanellio dei cavalieri, i pellegrini si dirigano ancora una volta verso la vallata del rio Medau, per rinnovare il voto nella chiesetta ora chiusa, che attende in silenzio il gioioso appuntamento di fine estate.

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