di Claudia Carta.
Una Chiesa che sappia ascoltare con coraggio e profezia. Capace – per dirla con San Bernardo – di “imparare a leggere con gli altri il libro dell’esperienza”. Desiderosa di abbassarsi, umiliarsi, mettersi a servizio e solo così fare cose grandi.Questo il messaggio profondo che il vescovo di Lanusei, Antonello Mura, ha voluto dare alla sua chiesa diocesana riunita sabato 21 ottobre nella parrocchia di San Giuseppe, a Tortolì, in occasione del terzo Convegno ecclesiale diocesano.
Prendendo spunto dalla sua lettera pastorale “Sul carro con Filippo”, il presule ogliastrino ha dato così avvio al nuovo anno pastorale. Titolo del convegno? Significativo: “Famiglia e giovani in parrocchia. Serve ascolto, serve coraggio, serve profezia”.
Densa di spunti e ricca di contenuti la testimonianza della famiglia Centanni, marchigiana di nascita, modenese di adozione, presente alla giornata: papà Massimo, mamma Patrizia con i loro tre figli: Benedetta, Samuele e Beatrice. La scelta di chi ha deciso di camminare con il vangelo in mano, di leggerlo e viverlo nella quotidianità, di seguire tutte le dinamiche familiari e, al tempo stesso, mantenere un contatto saldo, attivo e partecipe nella propria parrocchia. La genuinità e spontaneità dei ragazzi che non hanno abbandonato il percorso di fede, ma con fermezza e un pizzico di ironia continuano a vivere, in parrocchia, il loro essere giovanissimi che seguono Cristo.
Il successivo confronto nei tavoli sinodali, fra le oltre ottocento persone riunite a San Giuseppe, ha permesso di indicare scelte concrete da attuare, a livello diocesano, per rispondere alle esigenze delle comunità, in riferimento proprio alla famiglia e ai giovani e di motivare il cammino che, oggi, la chiesa diocesana è invitata a compiere.
Angelo Becciu, sostituto degli Affari generali della Segreteria di Stato Vaticana, che appena due mesi fa ha festeggiato i suoi 45 anni di sacerdozio – ospite della serata, interpellato da alcuni rappresentanti delle comunità – ha sottolineato e ribadito più volte la necessità di essere cristiani autentici, impegnati nella società, prendendo coscienza del proprio battesimo, assumendo le proprie responsabilità, per diventare autori e attori nella Chiesa. La politica? Un monito deciso: «Dove sono i nostri politici cristiani? Quale coraggio abbiamo nei nostri territori? La politica, diceva Paolo VI, è il massimo della carità, dove politica significa impegno per gli altri, legiferare per gli altri. Un sogno? Non so, ma un desiderio certamente sì, perché non si può più continuare su questa strada».
Una promessa: «Parlerò al Papa di questa bella giornata, di come la diocesi di Lanusei sente e vive la Chiesa e di come, con questo momento ecclesiale, voglia dare un prezioso contributo per la sua crescita».
Sentire e vivere la Chiesa
di Claudia Carta.
Una Chiesa che sappia ascoltare con coraggio e profezia. Capace – per dirla con San Bernardo – di “imparare a leggere con gli altri il libro dell’esperienza”. Desiderosa di abbassarsi, umiliarsi, mettersi a servizio e solo così fare cose grandi.Questo il messaggio profondo che il vescovo di Lanusei, Antonello Mura, ha voluto dare alla sua chiesa diocesana riunita sabato 21 ottobre nella parrocchia di San Giuseppe, a Tortolì, in occasione del terzo Convegno ecclesiale diocesano.
Prendendo spunto dalla sua lettera pastorale “Sul carro con Filippo”, il presule ogliastrino ha dato così avvio al nuovo anno pastorale. Titolo del convegno? Significativo: “Famiglia e giovani in parrocchia. Serve ascolto, serve coraggio, serve profezia”.
Densa di spunti e ricca di contenuti la testimonianza della famiglia Centanni, marchigiana di nascita, modenese di adozione, presente alla giornata: papà Massimo, mamma Patrizia con i loro tre figli: Benedetta, Samuele e Beatrice. La scelta di chi ha deciso di camminare con il vangelo in mano, di leggerlo e viverlo nella quotidianità, di seguire tutte le dinamiche familiari e, al tempo stesso, mantenere un contatto saldo, attivo e partecipe nella propria parrocchia. La genuinità e spontaneità dei ragazzi che non hanno abbandonato il percorso di fede, ma con fermezza e un pizzico di ironia continuano a vivere, in parrocchia, il loro essere giovanissimi che seguono Cristo.
Il successivo confronto nei tavoli sinodali, fra le oltre ottocento persone riunite a San Giuseppe, ha permesso di indicare scelte concrete da attuare, a livello diocesano, per rispondere alle esigenze delle comunità, in riferimento proprio alla famiglia e ai giovani e di motivare il cammino che, oggi, la chiesa diocesana è invitata a compiere.
Angelo Becciu, sostituto degli Affari generali della Segreteria di Stato Vaticana, che appena due mesi fa ha festeggiato i suoi 45 anni di sacerdozio – ospite della serata, interpellato da alcuni rappresentanti delle comunità – ha sottolineato e ribadito più volte la necessità di essere cristiani autentici, impegnati nella società, prendendo coscienza del proprio battesimo, assumendo le proprie responsabilità, per diventare autori e attori nella Chiesa. La politica? Un monito deciso: «Dove sono i nostri politici cristiani? Quale coraggio abbiamo nei nostri territori? La politica, diceva Paolo VI, è il massimo della carità, dove politica significa impegno per gli altri, legiferare per gli altri. Un sogno? Non so, ma un desiderio certamente sì, perché non si può più continuare su questa strada».
Una promessa: «Parlerò al Papa di questa bella giornata, di come la diocesi di Lanusei sente e vive la Chiesa e di come, con questo momento ecclesiale, voglia dare un prezioso contributo per la sua crescita».