Seminario regionale, si riparte con gioia
di Leonardo Piras.
Lo scorso 30 settembre i seminaristi della Sardegna hanno ripreso le loro attività dopo sei mesi di assenza dovuta all’emergenza sanitaria. Tra loro anche i nostri ragazzi ogliastrini: Antonio, Paolo e Francesco
Quando, nel numero di gennaio de L’Ogliastra, il seminarista Antonio Carta ci aveva condotto, in forma di diario, in una sorta di “visita virtuale” nella vita del Seminario Regionale di Cagliari, mai avremmo immaginato che la nostra quotidianità si sarebbe, di lì a poco, ribaltata con sconvolgente rapidità.
Così come gran parte delle grandi comunità, a inizio marzo, anche i 52 seminaristi hanno dovuto lasciare Cagliari e fare ritorno nelle loro case per fronteggiare l’emergenza coronavirus.
Dopo bene sei mesi di assenza, lo scorso 30 settembre, i 49 seminaristi del Seminario Regionale hanno ripreso le attività formative in presenza. Inutile dire che l’attività non si è fermata nemmeno nei mesi di lockdown. I ragazzi hanno, infatti, collaborato, nelle modalità e nelle forme consentite, con i loro parroci per animare le diverse comunità in una stagione inedita anche per la vita delle comunità ecclesiali. Nonostante le varie difficoltà, il dialogo formativo non si è fermato. Grazie alla potenza dei moderni mezzi di comunicazione, seminaristi ed equipe hanno proseguito un dialogo a distanza in modo da non interrompere il contatto e il cammino annuale.
Il rientro del 30 è stato preceduto dal momento forte degli esercizi spirituali. Durante l’ultima settimana di settembre i seminaristi, divisi per gruppi, hanno vissuto sei giorni di raccoglimento e meditazione prima di riprendere il cammino comunitario.
A guidare questa realtà così impegnativa e variegata, sia per provenienze che per età, è il rettore, don Antonio Mura, affiancato da tre animatori e un direttore spirituale residenziale, oltre che da alcuni sacerdoti che si rendono disponibili per seguire il percorso spirituale dei seminaristi. Una presenza materna e discreta è rappresentata, inoltre, dalle tre religiose Figlie di San Giuseppe, che da numerosissimi anni abitano la casa del Seminario e la arricchiscono col loro carisma.
Il Santo Padre Francesco, incontrando la comunità del Pontificio Seminario Regionale Sardo nel novantesimo di fondazione ha così delineato l’identità e il ruolo del seminario. Affermava il Pontefice in quell’occasione: «Il Seminario – prima e più ancora che un’istituzione funzionale all’acquisizione di competenze teologiche e pastorali e luogo di vita comune e di studio – è una vera e propria esperienza ecclesiale, una singolare comunità di discepoli missionari, chiamati a seguire da vicino il Signore Gesù, a stare con lui giorno e notte».
Conoscere la realtà del Seminario può aiutarci nella preghiera e nella vicinanza spirituale a questa realtà, cuore pulsante della Chiesa Sarda che dal ’72 ha formato 23 sacerdoti per la Chiesa ogliastrina.
In secondo luogo, tale occasione può interpellare il nostro modo di testimoniare l’esperienza di fede. Anche noi, nelle nostre comunità parrocchiali e aggregazioni laicali, possiamo essere veri e propri animatori vocazionali. Se i nostri giovani vedranno sui nostri volti l’entusiasmo e la trepidazione di chi si è lasciato incontrare dalla persona di Gesù e da lui rinnovare il cuore, attirati dal nostro esempio, desidereranno anche loro sperimentare la gioia di questo incontro. Così anche noi contribuiremo a fare bello il volto della Chiesa.
Con Antonio, Paolo e Francesco anche un pezzo d’Ogliastra è in Seminario. A loro e ai loro compagni auguriamo di fare bello il volto della Chiesa con la loro testimonianza e il loro gioioso impegno. A loro la gratitudine grande della Chiesa diocesana per il loro sì che ci auguriamo essere sempre più consapevole e pieno. Buon anno!
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