In breve:

Questione di stile. Anche nello sguardo di fede

Volto di Cristo

di Mons. Antonello Mura.
Parole, atteggiamenti e scelte, ma anche la maniera di presentarsi e di comunicare evidenziano lo stile di una persona, e lo manifestano senza fatica, soprattutto quando tutto viene messo in luce con franchezza e chiarezza.
Anche la nostra fede, vissuta nella quotidianità, ha come fondamento la buona notizia del Vangelo. Essa viene sempre annunziata, diffusa e trasmessa con un linguaggio, quindi con uno stile.Lo stile di Gesù ci è stato tramandato dagli apostoli e dai vangeli, e in lui immediatamente cogliamo non solo la forza della verità, ma anche la bellezza della forma che rimanda al mistero, diventandone espressione trasparente.

Il modo di parlare di Gesù non è solo poetico – basti pensare alle immagini che l’accompagnano –, ma è un modo di osservare il mondo, accompagnato da uno sguardo che rivela l’ampiezza dello spirito. Gesù vede cose che vedono tutti, ma che non tutti comprendono: guardando gli uccelli e i fiori vede l’amore del Padre, ma anche l’inutile affanno degli uomini. Vede il lavoro del contadino e pensa al regno di Dio, perché c’è sempre un piccolo seme che cresce tra le zolle, che diventerà un grande albero nonostante la zizzania. Le cose più semplici e anche abituali, che sono sotto gli occhi di tutti, rimandano alle meraviglie che Dio opera nel mondo.
Quando Gesù parlava con le parabole, genialità e mistero si incontravano, non come una luce che acceca ma come un’intuizione che contemporaneamente mostra e nasconde.
Quando Gesù parla della vita ci insegna a vedere la realtà dal punto di vista di Dio, non da quello semplicemente umano. Anche quando descriveil peccato dell’uomo – che non ha niente di bello! – dalle sue parole emerge soprattutto l’amore di Dio che cerca il peccatore per perdonarlo.

Lo stile, inoltre, non è fatto solo di parole ma anche gesti. E certe volte quest’ultimi sono molto più eloquenti. Essi dipingono situazioni, danno bellezza alle persone, rincuorano le esperienze. Gesù ci aiuta a tenere insieme parole e gesti. Indimenticabile la sequela dei gesti di questo passo: «Si alzò da tavola, ripose le vesti, prese un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita, poi versò dell’acqua nel catino, cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio di cui si era cinto» (Gv 13,4-5). La lavanda dei piedi rivela chi è il Dio che Gesù è venuto a mostrarci. Non si tratta di buoni esempi, ma della rivelazione della grandezza di Dio, fatta di amore, servizio e umiltà.
Gesù, maestro di umanità e di Vangelo ha uno stile sorprendente e bellissimo. Che contagi sempre di più anche il nostro.

+ Antonello Mura

 

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