Quando l’Ogliastra viaggiava in treno
di Maria Franca Campus
La Cagliari-Arbatax, ancora oggi una delle più belle ferrovie del mondo, soprattutto nella parte compresa tra la Barbagia di Seulo ed Arbatax, fu ufficialmente inaugurata il 23 aprile 1894.
Una volta tutto viaggiava in treno: uomini, animali e merci. Anche in Ogliastra. Il tabacco, i giornali e la corrispondenza arrivavano sui binari così come i tessuti, le calzature e altri beni di consumo. Lo ricorda bene Damiano Monni di Arzana, 75 anni, capostazione storico di Lanusei oggi in pensione che nelle Ferrovie ha lavorato per 28 anni. I suoi racconti descrivono una Lanusei movimentata e fervente, economicamente florida. E i numeri la dicono tutta: in un anno 1360 spedizioni in arrivo dalla penisola alla stazione di Lanusei. I nomi che elenca sono quelli del commercio storico della cittadina: Gregu, Di Lella, Luciano Podda, Giulio Cucca, Paolo Alterio, Luigi Manca, Cuboni, Emanuele Orrù. Il tabacco veniva trasportato su una carrozza apposita così come la corrispondenza che all’arrivo trovava ad aspettarla il carretto a cavallo di Giovanni Melis. Il treno in passato era il signore dei trasporti con carrozze di prima, seconda e terza classe e lui, il capostazione, a fine giornata doveva rendicontare tutto il traffico su distinte dettagliate che riportavano i movimenti e gli incassi della giornata.
Era il 1958 quando iniziò il tirocinio per imparare ad usare il telegrafo, patente obbligatoria per lavorare nelle Ferrovie. Il suo primo incarico non fu proprio una passeggiata: doveva misurare il tracciato della Mandas-Arbatax, 160 chilometri registrati passo passo su picchetti in ferro posizionati sulla ferrovia, un lavoro durato mesi. E da lì fu un crescendo di promozioni che lo portarono a diventare il capostazione di Lanusei. Ogni avanzamento di grado avveniva tramite una selezione rigorosa, mirata ad accertare abilità e competenze. Ricorda ancora le tracce, tutt’altro che astratte, di alcuni elaborati con riferimenti a possibili deragliamenti in punti specifici. Quali gli interventi per ridurre disagi e ritardi a passeggeri.
Condivide i ricordi con la moglie Gesuina Caredda di Seui, anche lei dipendente delle Ferrovie, come assuntrice di passo al livello. Sono sposati dal 1963, hanno avuto quattro figli e la loro prima casa fu la stazione di Arzana: “Non c’era né luce, né acqua, i panni si lavavano al fiume” racconta la signora. “Passavano 5 treni al giorno”. Tra i passeggeri studenti, militari di leva, carabinieri. Il treno merci passava a giorni alterni e periodicamente c’era la carrozza per il trasferimento dei detenuti.
Damiano Monni conserva ricordi e pezzi da museo: fotografie, articoli di giornale e un prezioso registro reclami del 1894 in cui sono annotate a penna e in bella grafia le lamentale di diversi viaggiatori. C’è nero su bianco il reclamo di Giovanni Porru, pretore di Lanusei, che il 13 gennaio 1911 lamentava la mancanza “vergognosa” dello scaldino sulla sua carrozza di prima classe “con grande pregiudizio della salute”. Mentre in un altro reclamo si chiede che “venga fatta giustizia” per un bagaglio arrivato a destinazione solo parzialmente: un pacco con 80 uova e un fucile. L’arma giunse intatta mentre delle uova non c’era traccia.
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