L’incanto del miele
di Vincenzo Demurtas.
Il sole è già alto, scie di luce corrono veloci lungo il prato, ricamando fili invisibili, di fiore in fiore. Schiere di api sono già al lavoro, instancabili, portando con sé un prezioso carico di polvere d’oro. Corrono lungo il campo stellato per far poi rientro al loro regno di cera, precipitandosi lungo luminose pareti scintillanti che si stagliano, perdendosi, quasi sospese nel vuoto, in una proporzione e precisione che non è concessa ad alcuna opera umana. Rimango rapito da tanta perfezione. Mi volto verso il mio interlocutore. I suoi occhi brillano mentre si accinge a raccontarmi la sua entusiasmante avventura di premuroso custode di tale tesoro. «Da sempre – mi riferisce – sono stato affascinato dalle api: ne osservavo continuamente gli spostamenti, rimanevo incantato dal loro lavoro instancabile!».
Efisio Murru, giovane apicoltore di Villagrande Strisaili, che sin da piccolo immaginava tracciato questo sentiero, finalmente da qualche anno è riuscito a trasformare la passione e l’amore per le api in una vera e propria professione.
Nel 2013 consegue una laurea in ingegneria, ma la speranza di trovare presto un lavoro delude le sue aspettative. «Con grande tristezza ho assistito alla fuga all’estero di colleghi e amici». L’attaccamento alla terra e al suo paese sono più che mai forti: «Ho lavorato per un certo periodo presso l’azienda dei miei zii – prosegue – e questa ricchissima esperienza mi ha fatto capire ancor più quanto la terra può essere generosa se la tratti con rispetto. Così dalla passione ho deciso di passare all’azione».
Ecco che il cuore porta Efisio a volersi dedicare con maggior impegno e dedizione all’apicoltura. Si documenta, studia e consegue un diploma in agraria fino a quando, nel 2014, acquista le sue prime arnie, sempre sostenuto e incoraggiato dalla fidanzata Silvia. «Ho seguito numerosi corsi regionali e convegni che mi hanno offerto la possibilità di conoscere apicoltori più esperti di me, in varie zone della Sardegna, oltre che in Ogliastra, aprendomi così la strada a nuove realtà e collaborazioni che mi hanno permesso di imparare veramente tanto».
Il lavoro e l’impegno svolto con grande entusiasmo lo portano ben presto a ottenere importanti riconoscimenti: «La svolta – sottolinea – è arrivata nel 2018 quando, anche grazie a condizioni climatiche favorevoli, ho prodotto il Camedrio Maro, pregiatissimo e rarissimo per le difficoltà di produzione, che è stato premiato con 2 gocce d’ oro al concorso Mieli d’Italia». L’anno successivo “piovono gocce” con diversi suoi prodotti: una per miele d’agrumi e millefiori, e addirittura 3 gocce d’oro per lo splendido miele di corbezzolo, classificato, nella sua categoria, con il titolo di Miglior miele d’Italia. Certamente un’attività faticosa ma gratificante. «Svolgo gran parte del lavoro da solo, ma i lavori più impegnativi e faticosi avvengono in gruppo: le api ci insegnano come si collabora e ci si aiuta sempre a vicenda».
Efisio è a tutti gli effetti un nomade, dal momento che deve spostarsi per tutta l’Ogliastra e territori circostanti per seguire con le sue api le varie fioriture. «Villagrande da questo punto di vista offre numerosi vantaggi – spiega – essendo un territorio molto variegato che offre la possibilità di avere diverse fioriture durante l’intero arco dell’anno, dalla pianura fino alle più alte cime del Gennargentu. Questo mi permette di ottenere una grande varietà di mieli: millefiori, millefiori di montagna, corbezzolo, asfodelo, cardo, agrumi, eucalipto, timo e camedrio maro. Ognuno con caratteristiche differenti e uniche».
Efisio ci racconta, inoltre, come il suo rapporto con le api sia un vero e proprio rapporto d’amore e di reciproco scambio: «Si fa di tutto per farle stare bene, prestando molta attenzione a prelevare solo il miele in eccesso, senza mai intaccare le risorse necessarie al sostentamento della colonia, e nutrendole nei periodi di maggiore difficoltà». Con le sue parole ci fa capire quanto questi laboriosissimi insetti siano preziosi e fondamentali per l’ambiente e per la biodiversità. L’uso indiscriminato di pesticidi e i cambiamenti climatici li stanno decimando e, in questo momento, il ruolo dell’apicoltore è più che mai decisivo: occorre aggiornarsi continuamente, in modo da essere in grado di proteggere e salvaguardare questo meraviglioso insetto, monitorando costantemente il suo stato di salute. «Le risorse nettarifere – fa notare – sempre più spesso scarseggiano. Per questo eseguo sistematicamente le visite agli apiari, verificandone la condizione di benessere, famiglia per famiglia, e intervenendo prontamente nel caso se ne presentasse la necessità».
Progetti per il futuro? «Tanti. In particolare spero di riuscire a dedicare una parte della mia azienda all’allevamento di api regine, su cui solo di recente ho iniziato a cimentarmi, ottenendo risultati importanti che fanno ben sperare nel conseguimento di prodotti di eccellenza anche in questo ambito”. Una realtà ancora piccola, ma con tanta voglia di crescere.
Prima di salutarci, ancora per un attimo, mi volto a seguire, ammirato, il meticoloso lavoro di un’ape, tanto rispettosa e delicata da lasciare il fiore intatto, così come lo aveva trovato.
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