Orizzonte Giovani. Le Scimmiette.
di Federica Cabras.
Restare nei propri paesi d’origine, questi bellissimi borghi ogliastrini ancora non abbastanza valorizzati, è una sfida a cui tanti ragazzi e ragazze non si prestano. Sarà che quando si è giovani si vede solo la bellezza delle metropoli che non dormono mai – quelle dove qualche luce è sempre accesa a ricordare la vita che scorre, frenetica e vivace –, mentre nei nostri paesini arroccati sulle montagne o affacciati sul mare si respira un po’, mi si conceda il termine, di quiete e serenità. Sarà che il giardino del vicino è sempre più verde e la voglia di scappare dai territori d’origine, di solito, è inversamente proporzionale all’età che si ha.
E sarà anche, diciamoci la schietta verità, un po’ la pressione della società, che ti vuole fuori a fare grandi cose – Sì, ma fuori dove? Fuori come? A fare quali grandi cose? –, come se chi resta qui non potesse realizzarsi, diventare ciò che vuole, trovare la felicità. Essere quel che vuole, nel senso più completo che esiste.
C’è però qualcuno che ancora – e sia ringraziato il cielo – crede nella potenzialità di quest’isola felice chiamata Ogliastra, dove sì, non ci sono i grattacieli, le metropolitane e dove a un certo punto tutto si spegne, come imbrigliato dalla notte che vuole tutti a riposo, ma dove le albe e i tramonti hanno un nonsoché di magico. E dove guardare il cielo – pulito, azzurro – dà una sensazione di pace.
Sono giovani, caparbie e hanno creato da zero un’attività che profuma di voglia di fare del proprio meglio con impegno: Le Scimmiette street food, nata dal coraggio e dalla tenacia della 25enne Silvia Virde e della 23enne Deborah Manca – l’una ogliastrina doc e l’altra nata sulcitana ma adottata dalla terra della longevità –, è una paninoteca ambulante che tratta prodotti locali. Le due si spostano, a seconda delle esigenze e dal mercato, rimanendo perlopiù nel territorio villagrandese-villanovese a bordo della loro paninoteca ambulante.
«Si può dire che è il nostro mondo. Entrambe – raccontano – abbiamo sempre lavorato nel campo della ristorazione». Insomma, non un universo del tutto nuovo per le socie che, ambedue senza finire gli studi, hanno frequentato per alcuni anni l’Alberghiero: «Ci siamo rimboccate presto le maniche e abbiamo iniziato a lavorare».
In un mondo, quello della ristorazione, dove non ci sono orari, né feste, dove si lavora sodo sempre e si corrono le maratone, le due si sono fatte le ossa per anni prima di decidersi di buttarsi in qualcosa di proprio. In un sogno, appunto, diventato realtà soltanto recentemente.
«Era il 2019 quando l’idea di aprire quest’attività ha fatto capolino nelle nostre teste – spiegano – ma poi una nuova proposta di lavoro ha messo tutto in stand-by per un po’».
Ma non ci mette molto, questa scintilla, a tornare, più forte e prorompente di prima. «Abbiamo riaperto quel famoso cassetto dove era chiuso il nostro sogno dopo tre anni. Eravamo stanche della routine, di non fare quel passo in avanti a cui tanto avevamo pensato».
Ed ecco arrivare il giorno che dà inizio a tutto. «Nonostante sapessimo della difficoltà di aprire un’attività in questi tempi così difficoltosi sotto ogni punto di vista, il primo maggio del 2022 abbiamo organizzato l’inaugurazione della nostra attività». Obiettivo? Farsi conoscere dalle persone dei dintorni, dalla popolazione dei paesi limitrofi e non solo. «Il primo giorno è andato a gonfie vele, oltre ogni aspettativa» sono le loro parole. «Abbiamo lavorato più di quanto ci aspettassimo. Ma, a dirla tutta, non possiamo lamentarci nemmeno di come sia andata in seguito.
Sì, chiariscono le due, non tutto è rose e fiori: esistono alti e bassi, ovviamente, ma bisogna affrontare ogni nuova giornata di lavoro come una sfida, come un modo per migliorarsi sempre, per avere ogni nuovo dì una marcia in più.
L’importante? Be’, avere sempre il sorriso – chiariscono.
Un menu bello pieno, interessante anche per la presenza di prodotti locali, la voglia di mettersi sempre in gioco e una grande versatilità: ecco gli ingredienti del successo.
«Per poter lavorare bene in questo campo crediamo sia importante saper stare a contatto con il pubblico e cercare di soddisfare ogni bisogno dei clienti, accettando qualsiasi giudizio possa arrivare». E, quando si parla di consigli da dare ai coetanei, sono perentorie: «La nostra volontà è cercare di portare nei giovani una consapevolezza importante: si può nascere e crescere dal niente, solo animati dalla propria forza. Abbiamo un vasto territorio da sfruttare, da cercare di far brillare. Ragazzi – continuano – se avete nuove idee, coltivatele! Serve coraggio, ma le cose, seppur non semplici, non sono mai impossibili. Si deve partire, avere la caparbietà di rincorrere ciò che si desidera».
Ed è proprio questo il concetto che, più di tutti, riesce a commuovere e a muovere le masse: buttarsi non vuol dire non rischiare, e ci mancherebbe che si dica il contrario, ma vuol dire cercare di raggiungere vette inesplorate, altezze vertiginose dalle quali il mondo di giù si vede con più chiarezza, con colori più accesi, con soddisfazione. Vuol dire raggiungere una consapevolezza importante: quella sul proprio valore, sull’importanza del superamento dei limiti e sull’importanza di rincorrere sempre quel che si desidera.
E che importa se ci si sbucciano le ginocchia? Basta ripartire. Con coraggio. Come affermano le ragazze de Le Scimmiette.
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