In breve:

“Non possiedo nulla, ma è come se avessi tutto”.

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di Paolo Balzano.

Paolo Balzano, 46 anni di Lanusei, verrà ordinato diacono il prossimo 26 aprile nel Santuario diocesano della Madonna d’Ogliastra. Ci racconta come sta vivendo e preparando questo importante momento della sua vita

In questo tempo di attesa in vista dell’Ordinazione diaconale cerco di stare con Gesù. La sua presenza, la sua compagnia, la sua amicizia, sono queste cose, che danno senso e sapore alla mia vita, ora. La preghiera accompagna la mia giornata. Passo ancora metà della settimana in seminario. Qui si prega in modo comunitario con gli altri allievi e i sacerdoti formatori. Una vita semplice, passata in letizia evangelica, nella condivisione degli spazi e dei beni più importanti. Un ambiente molto allegro, come sono quelli popolati dai giovani.

Appartengo da circa sei anni al Pontificio Seminario Regionale Sardo, la scuola dei preti dell’isola, che ha sede a Cagliari. Anni bellissimi. Avevo superato i trentanove quando abbandonai il mondo e la mia vita di prima. Avevo tutto, ma era come non avere niente. Ora non possiedo più nulla, ma è come se avessi tutto. Certo, non è stato facile. Ho dovuto accettare la disciplina, l’ubbidienza, proprio io che avevo sempre fatto tutto quel che volevo. Con la stessa franchezza ho usato la mia libertà per andare incontro a Dio. Ora dico che non mi ha abbandonato.

Nel percorso vocazionale ho avuto molto vicina la mia numerosa famiglia, in particolare mia madre. Mio padre se n’è andato vent’anni fa: non ho mai smesso di pensarlo e di pregare per lui. Certamente sarebbe stato contento di vedermi come sono oggi, mi ha trasmesso una fede discreta, amica più delle opere che delle esteriorità, il senso del lavoro. Ringrazio il Signore di avermi fatto crescere in una famiglia cattolica, che mi ha dato sempre un profondo affetto.

Ho trovato nella comunità diocesana un’altra famiglia adottiva. I seminaristi sono stati sorprendenti, davvero partecipi di questa fase finale del percorso di formazione verso l’ordinazione, dei veri fratelli. Vero appoggio ho trovato dai sacerdoti, dai diaconi e da molti operatori laici. In particolare a Lanusei, dove per altro il sostegno non mi è mai mancato da parte del parroco e della comunità.

Il vescovo mi ha insegnato a dare sapore al tempo. Questo tempo di attesa è saporoso se profuma di Cristo. Da qualche mese svolgo il mio servizio a Triei, Santa Maria Navarrese e Baunei. Ho imparato molto anche qui. Soprattutto come dividersi tra tre comunità. Non bisogna però dividersi, ma farsi moltiplicare, come ha fatto Gesù con i pani e i pesci. Cioè occorre donarsi. Mi occupo della formazione dei ragazzi, visito le famiglie e ricevo dagli anziani testimonianze di fede che spesso mi fanno arrossire.

Mi rendo conto di non avere le risorse necessarie per affrontare la missione che il Signore mi ha assegnato, ma devo portare Gesù ai fratelli, annunciare il suo Vangelo e non desidero nient’altro. Alla fine, secondo me, quel che importa è solo quel Dio pazzo, pazzo d’amore fino a morire, e per lui desidero oggi solo donarmi alla sua Chiesa, come uno sposo a una sposa.

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