Narrare. Che passione!
di Augusta Cabras.
Scrittore, sceneggiatore, giornalista, regista, fumettista. Bepi Vigna è un poliedrico raccontatore di storie, reali e fantastiche, che nascono dal passato e dal futuro prossimo. Ideatore, insieme ad Antonio Serra e Michele Medda, di Nathan Neverper la Sergio Bonelli Editore; fondatore e direttore della Scuola di Fumetto che opera nell’ambito del Centro Internazionale del Fumetto. Autore oltre che di fumetti, di saggi, romanzi e racconti, Vigna è un uomo straordinariamente creativo. «Ma il talento o la predisposizione da soli non bastano», puntualizza con piglio deciso. «Servono l’impegno e lo studio». Costante e appassionato. L’arte, insomma, non si improvvisa. La scintilla creativa va continuamente alimentata, stimolata, incoraggiata. Con uno sguardo aperto sul mondo e sugli altri, su ciò che avviene o è avvenuto e con la capacità di cogliere i segni di quel che sarà.
Ma da dove nasce l’immaginario, così ricco e fervido, di Bepi Vigna? «Il mio immaginario nasce e attinge, come credo l’immaginario di tutti, dall’infanzia. In particolare dall’infanzia che ho trascorso a Baunei, con una fortuna unica, soprattutto perché, e di questo ho avuto consapevolezza anche quando mi sono confrontato con chi invece ha trascorso l’infanzia in città, eravamo liberi. Avevamo la fortuna di uscire di casa, arrivare fino alla campagna, entrare in contatto con la natura, con persone e situazioni che altri potevano vivere solo attraverso i libri.
«Quando sono andato a vivere a Cagliari che ero un ragazzino e raccontavo ai miei amici le storie, gli aneddoti, le cose reali che io vivevo, loro dubitavano che raccontassi bugie o scene di qualche film. Ma per chi, invece, come me viveva in un paesino, erano storie ordinarie. Ricordo ad esempio, che raccontavo loro che quando andavo in campagna potevo salire su un cavallo, (che tra l’altro aveva un occhio solo), e potevo correre, correre e andare… Per loro anche questo era pura fantasia. Questo immaginario, per me e per la mia generazione, è stato arricchito e influenzato dalla televisione, molto diversa da quella di oggi, e dalle letture di pubblicazioni che oggi neanche esistono più. La televisione non era l’occupazione principale dei bambini; la si guardava e dai telefilm, ad esempio, si prendevano idee per fare nuovi giochi all’aperto. Si guardava Rin Tin Tin poi si usciva fuori a giocare a Rin Tin Tin. Da bambino io ero un appassionato lettore del Corriere dei piccoli che stimolava enormemente la fantasia; lo aspettavo tutta la settimana. Grazie a quel giornale scoprivo mondi nuovi e sconosciuti mentre il nostro mondo era tutto lì, nelle strade e nei giochi di paese. E ho sempre cercato di alimentare questo immaginario e questo bagaglio di curiosità lasciato in dote dalla mia infanzia attraverso la lettura, perché chi scrive non può non leggere, e attraverso la visione di un elevatissimo numero di film».
Rifletto su quanto avviene oggi e chiedo se l’enorme quantità di immagini, suoni, storie lette ma non immaginate e la velocità con cui la televisione e internet le scarica sui bambini e i ragazzi, non tolga loro la dimensione dell’immaginazione e del sogno. Bepi Vigna risponde che quasi sicuramente questo avviene ma che il mutamento nella comunicazione non va demonizzato perché così come per tantissimi strumenti, anche per la tv ed internet, la loro bontà o il loro essere negativo dipende dall’uso che se ne fa e dagli obiettivi che ci si pone nel loro utilizzo. E Vigna ha sempre subito il fascino dei tanti strumenti della comunicazione: la tv e il teatro, la scrittura e il cinema. Quel cinema che proprio in questi ultimi tempi gli ha dato grandi soddisfazioni, facendolo approdare alla 74° Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Il cortometraggio d’animazione “Nausicaa – L’altra Odissea” da lui scritto e diretto è stato scelto, infatti, come evento speciale d’apertura della sezione SIC@SIC – interamente dedicata ai corti italiani – della Settimana Internazionale della Critica, cartellone autonomo e parallelo organizzato nell’ambito della Mostra a Venezia.
Il lavoro nasce da un fumetto i cui disegni sono stati realizzati dall’illustratore Andrea Serio. «Appena vidi i disegni di Serio, pensai che per lo stile del disegno, avrei potuto scrivere una storia molto mediterranea». Il Mediterraneo è per Vigna un luogo importante non solo dal punto di vista geografico. E’ il luogo dei valori legati al femminile, al matriarcato, alle più antiche società, è il terreno culturale su cui nasce la nostra società. Questi valori che non riguardano solo le donne ma riguardano tutti, sono i valori legati all’accettazione del diverso, all’apertura verso il nuovo, alla curiosità per le nuove culture. La protagonista del film disegnato è appunto una fanciulla, Nausicaa, desiderosa di esplorare il mondo, affascinata dalle storie dell’eroe omerico. Dopo essere stata abbandonata decide di andare a cercarlo ripercorrendo i passi del suo viaggio, intraprendendo così un percorso di crescita attraverso il quale si trasformerà in una donna.
Un lavoro apprezzato dal pubblico e dalla critica che attendiamo di vedere anche in Ogliastra. Riconosceremo certamente la passione, l’impegno e la capacità creativa di un grande narratore.
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