Mullò, un luogo del cuore da far rivivere
di Fabiana Carta.
Per amore verso il paese natale e i luoghi della loro infanzia, Giorgio, Valeria e Riccardo, dopo lunghe esperienze all’estero, hanno deciso di prendere in gestione la struttura ricettiva comunale all’interno del parco di Mullò
Luoghi del cuore, li chiamano. Custodiscono con dedizione i nostri ricordi d’infanzia, frammenti d’immagini, sensazioni e profumi. Ognuno di noi ne ha almeno uno. Con i suoi lentischi millenari, la chiesetta campestre dedicata a Sant’Antonio da Padova, la vegetazione spontanea e la luce del sole apparentemente più forte che in qualsiasi altro luogo, il parco di Mullò occupa un posto importante nella memoria emotiva di tre giovani ragazzi di Triei. Così importante da richiamarli a sé.
Valeria Catzola e suo fratello Giorgio, insieme al cugino Riccardo Loi hanno ascoltato questo richiamo decidendo di partecipare al bando comunale per l’affidamento del punto di ristoro all’interno del parco, abbandonato da quasi vent’anni. In questo lungo arco di tempo nessuno prima di loro ha avuto il coraggio di investire forze e speranze sulla struttura immersa nel verde, probabilmente impaurito dai lavori necessari per riportarlo allo splendore di un tempo.
Tutti e tre hanno un bagaglio di esperienze accumulate all’estero, anni e anni vissuti lontano da casa. Dal piccolo paese che si tinge di giallo grazie alla distesa di ginestre, dal silenzio e la pace del lento scorrere del tempo alla stimolante, affascinante e caotica Londra. A soli 19 anni, dopo il diploma alberghiero, Riccardo è il primo a lasciare l’isola e buttarsi nel mondo della ristorazione: «Sono rimasto in Inghilterra fino al 2016, poi sono partito a fare un’altra esperienza in Australia per quattro anni. Ero un po’ stanco della lontananza, iniziava a farsi sentire in maniera forte», racconta.
Valeria è partita nel 2013, per raggiungerlo. «L’idea era di stare a Londra qualche mese, per imparare l’inglese, invece sono rimasta per quasi nove anni. È stata un’esperienza molto utile e impagabile, da consigliare a tutti. In Sardegna siamo un po’ chiusi, andare lì mi ha permesso di conoscere persone provenienti da tutto il mondo e migliorarmi il più possibile nel mio lavoro. Qui ho anche incontrato il mio compagno Josh Clark, manager di sala di origini sudafricane che verrà a lavorare con noi a Mullò», racconta Valeria. Anche Giorgio ha trascorso degli anni nella capitale inglese per poi rientrare nell’isola e lavorare nell’impresa di famiglia, è l’unico del gruppo a non avere fatto nessuna esperienza nel mondo della ristorazione. «Mi occuperò soprattutto della parte burocratica», spiega.
Era l’estate 2020, nel mezzo di una pandemia mondiale appena scoppiata, quando Valeria e il suo compagno Josh si ritrovano a ragionare sul loro futuro. Restare in Inghilterra o tornare nella terra natale? Lasciare tutto e tornare a casa, ma per dedicarsi a cosa? «Non volevo riprendere la vita che facevo prima di partire, ho sempre detto che avrei valutato la possibilità di tornare al mio paese solo se avessimo avuto un progetto tutto nostro. Forse non sarei neanche rimasta a Londra a continuare a lavorare come dipendente, era arrivato il momento di fare un passo avanti», spiega Valeria. Proprio in quei giorni carichi di riflessioni e valutazioni notano la notizia del bando, pubblicata dal comune di Triei. «Io e Josh avevamo preso da poco una casa in affitto per tre anni – continua –, questa notizia ci ha acceso una fiammella e allo stesso tempo spaventato. La struttura da prendere in gestione era molto grande, avremmo dovuto mettere in conto un grande impegno e un investimento altrettanto grande. Alla fine, dopo averci pensato tanto, abbiamo deciso di provarci».
In questo ambizioso progetto coinvolgono anche Giorgio e Riccardo, che accettano per amore verso quel luogo, punto di riferimento per ogni abitante del paese. «Mullò per me rappresenta tante cose, i ricordi d’infanzia riaffiorano – racconta Riccardo –: i due giorni della festa di Sant’Antonio, quando ci si riuniva con tutto il paese per i festeggiamenti, la chiesa e il parco giochi, dove ci divertivamo con gli amici».
Per alcuni può sembrare un luogo isolato, troppo lontano dal mare o dal paese, ma per i tre giovani nella struttura c’è un grande potenziale. Proprio la natura, l’isolamento, la pace e il silenzio, uniti alla storia e al legame con il parco sono tutti motivi che li hanno spinti a investire tutto su questo progetto. «Abbiamo creduto in questo posto perché ha tanto da offrire, e per troppi anni è stato lasciato solo a sé stesso», commenta Riccardo. La decisione di Valeria, Giorgio e Riccardo è anche una sfida allo spopolamento. Tantissimi giovani – così come hanno fatto loro – sono partiti a cercare esperienze e fortuna all’estero, il loro progetto potrebbe essere uno stimolo per tutti i compaesani che sono andati via, che hanno il timore di rientrare e investire nel proprio territorio. «Il nostro desiderio è di far crescere Triei, nuove idee e nuovi progetti potrebbero spingere altri giovani a restare, provare a fare qualcosa per il proprio paese», raccontano. I tre giovani prevedono e sperano di aprire il ristorante pizzeria a Pasqua dell’anno prossimo, a lavori ultimati. Sembrava una responsabilità troppo grande prendere in gestione la struttura del parco di Mullò, ancora più grande per dei giovani ragazzi che devono riabituarsi alla Sardegna e ai suoi ritmi. Anche investire tempo e soldi per una struttura che non è la tua può aver fatto nascere dei dubbi. Ma l’alternativa sarebbe stata continuare a guardare uno dei loro luoghi del cuore invecchiare, lentamente, per chissà quanti anni ancora.
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