Meningite: vaccinarsi? Sì, ma senza panico
di Anna Mulas (pediatra).
Dalla fine di Dicembre 2017 a oggi, in Sardegna sono stati registrati otto casi di malattia invasiva, nota come meningite, attribuibili a meningococco, alcuni con esiti letali. Nello stesso periodo dell’anno scorso i casi registrati erano stati due. Ma vi è epidemia in atto? La risposta è semplice: si tratta solamente di una “epidemia mediatica”, in cui il patogeno, che si sta moltiplicando a dismisura, contagiando giornali e lettori, è la notizia giornalistica.
Cosa dicono i dati? Dal punto di vista scientifico ed epidemiologico, la diffusione delle malattie invasive (meningiti e/o sepsi) dovute al meningococco, in Italia, è di circa 200 casi l’anno, e certi cluster (si tratta di una concentrazione dei casi di tutto un anno magari in pochi mesi) non significano affatto epidemia. La malattia da meningococco non è dovuta a un singolo agente, ma è causata da una molteplicità di microrganismi diversi che appartengono a una stessa specie e sono in grado di causare una malattia dalle caratteristiche simili.
Si può parlare di epidemia solo se un unico ceppo di meningococco è il responsabile di tutti i casi che si verificano a cascata. I meningococchi interessati, pur appartenendo al sierogruppo B, fanno parte di tre ceppi diversi e dunque distinti tra loro. Appena si ha la segnalazione di un caso sospetto, il Servizio di Igiene pubblica del Dipartimento di prevenzione della Assl , entro 12 ore, si allerta e opera seguendo un preciso protocollo che è previsto dal Ministero della Sanità e che prevede l’accertamento diagnostico, l’inchiesta epidemiologica e le conseguenti misure gratuite di chemioprofilassi, entro 24 ore, e di vaccinoprofilassi sui contatti stretti e su alcuni altri contatti ritenuti a rischio, che siano stati vicini al soggetto malato nei dieci giorni precedenti la diagnosi.
Alcuni interventi preventivi possono ridurre i rischi di contagio (evitare stress fisici da stravizi, evitare luoghi sovraffollati, non usare bicchieri, bottiglie, sigarette e altri veicoli in modo promiscuo, ecc.) dato che la malattia si trasmette per via aerea con le goccioline emesse dalla bocca di un portatore del microrganismo e dato che i soggetti portatori sani vanno dal 5 al 30% della popolazione.
Considerato che tra i fattori di rischio della meningite da meningococco B, l’età riveste un ruolo particolare, e dato che la maggiore incidenza e gravità la si osserva nei primi mesi di vita, il Ministero della Sanità, con gli esperti che hanno stilato il calendario della vita, ha previsto di offrire gratuitamente la vaccinazione a tutti i nuovi nati dal primo gennaio 2017. Da questa data in poi tutti i bambini saranno coperti contro il meningococco B. Gli altri vaccini offerti gratuitamente, sempre in ambito di meningiti da meningococco, sono quelli contro il meningococco C previsto al 13° mese e quello contro i quattro meningococchi (C, A, W, Y) previsto per i ragazzi di 11 e 16 anni. Per le età per cui non è prevista la gratuità, è possibile la vaccinazione con la partecipazione alla spesa.
É importante non vivere in maniera angosciosa la mancanza di un vaccino per il meningococco B ora e subito per tutti. Sono necessari tempi tecnici che devono essere attesi con tranquillità. Ma è fondamentale che si capisca quanto i vaccini, tutti i vaccini del calendario della vita, siano ugualmente utili e importanti e che aderire al calendario delle vaccinazioni è la tappa di salute più importante a cui non dobbiamo mancare, il regalo più grande che si possa fare ai nostri figli.
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