Lo sviluppo corre sulla strada. La 125? Pronta nel 2024
di Augusta Cabras.
Roberto Frongia, Assessore Regionale ai Lavori Pubblici della Regione Sardegna. A lui abbiamo chiesto un breve riepilogo delle tappe più importanti dell’opera, le cause dei rallentamenti, ma soprattutto lo stato dell’arte e il futuro di una strada che riveste da sempre un’importanza strategica per lo sviluppo del nostro territorio
Può ripercorrere le tappe più importanti della realizzazione di quest’opera?
Fin dall’inizio del mio mandato alla guida dell’Assessorato dei Lavori Pubblici ho chiesto tempi celeri per l’adeguamento della 125, un’arteria strategica per i collegamenti nell’isola ma interessata da iter progettuali e autorizzativi complessi e da ritardi inammissibili. Di più: è dei primi mesi del 2019 la mia richiesta – rimasta purtroppo disattesa – circa il commissariamento di alcune opere ritenute strategiche per lo sviluppo della Sardegna, tra cui proprio l’Orientale Sarda, a dimostrazione dell’importanza che fin dal principio è stata riservata dalla Regione a quest’opera. In tutti questi mesi abbiamo lavorato dietro le quinte con la società Anas, coinvolgendo anche i sindaci dei Comuni interessati. A più riprese, nel corso degli incontri promossi nella sede dell’Assessorato LLPP, abbiamo recepito le loro istanze e raccolto i loro dubbi, cercando sempre di dare risposte concrete e avanzare soluzioni alle perplessità che via via venivano manifestate. Soprattutto, dagli amministratori locali abbiamo accolto l’invito a proseguire per portare a compimento la 125 e, grazie al rinnovato clima di collaborazione con Anas, oggi posso dire che la Regione ha impresso una forte accelerazione. Sono convinto che portare a completa realizzazione questa strada sia un dovere per due ordini di motivi: lo dobbiamo alle comunità coinvolte a cui per anni abbiamo promesso collegamenti certi in tempi brevi e lo dobbiamo a chi, in questa strada, ha perso la vita. Non è più tollerabile che sulle strade della Sardegna si registri un indice di mortalità superiore alla media nazionale. La Sardegna ha urgente bisogno di strade sicure, collegamenti celeri, vie di comunicazione con elevati livelli di percorribilità.
Quali sono state a oggi le cause che ne hanno rallentato la realizzazione e come si sta ponendo rimedio?
I problemi maggiori, per almeno due dei lotti, sono risultati legati alle imprese (fallimento, quindi risoluzione del contratto, e necessità di procedere a nuovo appalto delle opere). In un caso il rallentamento è stato causato da un ritrovamento archeologico in località Fusti’e Carca, a circa due chilometri e mezzo dall’abitato di Tertenia, in direzione Sud per Cagliari, che ha imposto la sospensione dei lavori. In quel caso è stato necessario progettare una variante al tracciato e procedere con un nuovo iter autorizzativo sulla base del nuovo percorso. Lei mi chiede quali sono state a oggi le cause che ne hanno rallentato la realizzazione: ebbene, a monte c’è un problema che si chiama Codice degli appalti e che ha evidenti ripercussioni sui tempi di realizzazione delle opere pubbliche e quindi anche di quest’opera. Le strade della Sardegna, compresa la 125, necessitano di una semplificazione vera che punti alla modifica del Codice degli appalti, condizione necessaria per portare a compimento la realizzazione degli interventi. Un progetto stradale in Sardegna richiede fino a 40 pareri dovuti, che coinvolgono altrettanti Enti, a cui si aggiungono quelli necessari in corso d’opera. Il risultato è che – tra aggiornamenti progettuali richiesti, intoppi burocratici, cambi normativi e interlocuzioni varie – il tempo medio per la realizzazione di un tratto di strada è di 15 anni. Nel 2020 questo non è più tollerabile.
Attualmente la situazione qual è e quali sono gli attori coinvolti?
Per quanto riguarda il lotto Tertenia-Tortolì (quarto lotto, secondo stralcio, finanziamento complessivo di 40 milioni circa), di recente è stato firmato il contratto con l’impresa Salc ed è di questi giorni la consegna dei lavori. Ricordo che, proprio a causa del fallimento dell’impresa, i lavori erano fermi dal 2018! Dopo uno sforzo imponente da parte di Regione e Anas il cantiere è stato riaperto senza dover necessariamente procedere con una nuova gara. Per quanto riguarda il tronco Tertenia-San Priamo (primo lotto, primo stralcio, finanziamento complessivo 58 milioni di euro), dopo la sospensione dovuta alla necessità di una variante in seguito a ritrovamento archeologico, i lavori sono ripresi e procedono con normalità. Riteniamo che il tratto possa essere aperto al traffico entro l’estate e questo mi sembra un risultato importante. Buone notizie, sempre sul fronte dei tempi, arrivano anche per quanto riguarda il secondo tratto Tertenia-San Priamo (primo lotto, secondo stralcio, finanziamento complessivo di 100 milioni di euro). Anche in questo caso il tratto aveva subito un forte rallentamento sempre a causa del fallimento dell’impresa: all’inizio dell’anno è prevista la Conferenza dei servizi per l’ottenimento di tutte le autorizzazioni che porteranno all’inizio dei lavori.
Quando potrà essere percorsa tutta la Nuova Statale 125? E con quali tempi?
Riteniamo verosimile darci come termine la fine della Legislatura, di certo lavoreremo affinché per il 2024 sia percorribile tutta la strada. Le trasformazioni sociali ed economiche non possono prescindere dall’adeguamento infrastrutturale dei territori, dato che infrastrutture moderne ed efficienti sono fonte di sviluppo e strumento per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Partendo da questo presupposto posso garantire l’impegno concreto e costante della Regione affinché la nuova 125 possa finalmente vedere la luce ed essere veicolo di sviluppo per i territori coinvolti. Siamo impegnati in una opera di modernizzazione ed efficientamento della rete viaria sarda che in un anno e mezzo di lavoro ha dato risultati straordinari. Abbiamo davanti uno scenario nuovo che si basa su cantieri aperti, delle volte in modalità di lavoro h24, opere sbloccate dopo anni di inerzia e già appaltate, a cui si aggiunge la particolare attenzione che stiamo rivolgendo alla progettazione (con iniezione di risorse regionali) per aiutare i comuni che, pur denunciando la necessità di infrastrutture, non hanno avuto finora la possibilità economica di portare a termine i progetti.
Aggiungo un elemento che ritengo fondamentale in questo momento storico: riteniamo necessario e opportuno che i fondi del Recovery fund, oltre che alla viabilità statale, siano destinati anche al finanziamento di opere relative alla rete stradale di interesse regionale e per questo abbiamo scritto al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Quali benefici porterà a lungo termine quest’opera?
Competitività, accessibilità, sviluppo del territorio, ma voglio prima di tutto soffermarmi sul tema della sicurezza perché la necessità di ripristinare le condizioni di sicurezza dell’Orientale Sarda, troppo spesso caratterizzata da incidenti stradali gravissimi, rappresenta un obiettivo primario che con determinazione stiamo cercando di raggiungere. In generale stiamo parlando di un’arteria strategica per i collegamenti dell’Isola e gli effetti diretti di una infrastruttura stradale di queste proporzioni saranno notevoli sotto tutti i punti di vista. Maggiore sicurezza, miglioramento della viabilità e facilità di spostamento porteranno importanti miglioramenti nella vita dei cittadini. A giovarne sarà anche l’economia, dato che il completamento dell’opera porterà benefici dal punto di vista dello sviluppo economico poiché andrà a colmare quel gap infrastrutturale che storicamente interessa queste zone.
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