L’ingresso dei nuovi parroco a Seui, Seulo, Talana ed Arzana
Alcuni passaggi delle omelie del vescovo pronunciate nel giorno del loro insediamento.
Il 24 luglio (XVII domenica del Tempo Ordinario) don Joilson Macedo ha fatto il suo ingresso a Seui, dove ha sostituito don Giuseppe Sanna nominato parroco di Seulo: «Ascoltare Abramo che si batte con umiltà, ma anche con decisione, perché l’innocenza di una minoranza sia motivo di perdono per tutti i peccatori ci fa riflettere sui compiti del parroco in una comunità.
Don Joilson sii umile e coraggioso nel parlare a Dio a favore della tua comunità: è la fede che ti darà l’ardire e la forza di parlare con il Signore intercedendo per i tuoi peccati e per quelli del popolo. Impara da Paolo, che nella seconda lettura ci ricorda che la distanza tra Dio e noi si conclude sul Calvario, perché solo la Croce annulla le distanze e crea le condizioni favorevoli per la nostra salvezza. Anche tu, come discepolo del Signore sarai chiamato per primo a donare te stesso, annullando così la distanza tra te e la comunità; amandola e soffrendo per lei grazie al modello Gesù, che non venne per essere servito ma per servire e dare la vita. (…) Ti auguro di preferire un Dio che ti sorprende, a un Dio che ti accontenta; e di fidarti più delle sue risposte che delle tue domande; dei suoi doni, più che delle tue richieste».
Il 6 agosto (XIX domenica del Tempo ordinario) don Giuseppe Sanna ha fatto il suo ingresso a Seulo, parrocchia provvisoriamente amministrata da don Michele Congiu: «La Liturgia della parola ci ricorda l’invito di Gesù alla vigilanza. E se è vero che l’appello riguarda tutti i cristiani, c’è qualcuno che di questa attenzione è più responsabile degli altri. Infatti, se nel piccolo gregge tutti sono fratelli e sorelle e tutti hanno ricevuto il compito di vigilare, è anche vero che non tutti hanno la stessa responsabilità. Tu, don Giuseppe, sei in mezzo agli altri, ma ne sei anche responsabile. Sei un amministratore, chiamato a svolgere il tuo servizio di dispensatore del cibo della parola e della sapienza di Dio. Spetta a te, come servo fedele, la cura spirituale e materiale dei fratelli e delle sorelle. Sapendo che non sei tu al centro, ma Colui che deve arrivare. Ecco allora la bella immagine del discepolo, che ha la cintura ai fianchi e mantiene la lucerna accesa. Sii un discepolo che non spegne la luce, non mette sulla porta di casa il cartello ‘non disturbare, sto dormendo’, perché chiunque ha bisogno di te sappia che sei a sua disposizione. Sii un discepolo che ha sempre le vesti rimboccate, disponibile al servizio, libero da impedimenti e schiavitù».
Il 7 agosto (XIX domenica del Tempo ordinario) don Vincenzo Pirarba ha fatto il suo solenne ingresso a Talana, già amministrata da don Michele Loi, trasferito alla parrocchia di Jerzu : «I verbi che ricorrono con insistenza nella Parola hanno tutti a che fare con una vita attenta, non distratta: essere pronti, attendere, aprire, stare svegli, agire: ‘Felice quel servo, che il padrone, arrivando, troverà ad agire così’, cioè condividendo e non accaparrando, intento a far felici gli altri. Quando penso al servizio di un sacerdote, di un parroco, di un ministro di Dio, la più bella definizione è proprio questa: uno che ha scelto non di accumulare ma di donare; uno che sa condividere Dio e se stesso con gli altri. Don Vincenzo tu vieni qui per questo! Hai imparato che la vera libertà è uscire di sé per andare agli altri, perché nella vocazione non ci sia un “io”, “io”, “io”… – quasi che al centro ci sia la mia persona e le mie idee – ma un ‘Eccomi’, libero e responsabile. In tanti si sono chiesti perché tu, arrivato a 74 anni, dovessi ricominciare in una nuova comunità il tuo servizio di parroco, e credo che la parola di Dio di oggi ti conforterà, da uomo di fede e di esperienza quale sei. Nella logica della fede il tuo ‘Eccomi’ è la risposta a Dio che attraverso la Chiesa ha bussato alla tua porta, chiedendoti come Abramo – che aveva allora 75 anni! – di affrontare un viaggio nuovo, nel quale farai esperienza della presenza di Dio nella tua vita e in quella del suo popolo».
Il 28 agosto, infine, l’ingresso di don Michele Congiu ad Arzana (XXII domenica del Tempo ordinario), già amministrata da don Vincenzo Pirarba, trasferito a Talana: «La parola di Dio ci ha comunicato congiuntamente, nella prima e nella terza lettura di oggi, qualcosa di significativo per la nostra vita: l’umiltà va d’accordo con la grandezza, e la semplicità non complica affatto i rapporti con gli altri. E ci ha ricordato che il saggio è una persona che riflette, medita le parabole, ha un grande desiderio di capire e una grande capacità di ascoltare. Che bel programma, don Michele! E quanto questo ci fa umili e pieni di gratitudine. Solo l’umile è infatti sempre grato e consapevole della bellezza e della bontà di chi gli vive accanto. (…) Ecco allora rivelata la vera intenzione di Gesù, attraverso la parabola: Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato. Semplicità, discrezione e disinteresse sono gli ingredienti dello stile di un cristiano, e sono certo che fanno parte della tua vita di parroco. (…) Tu conosci le sofferenze che anche ultimamente ha vissuto questa comunità: Dio oggi attraverso la Chiesa ti chiede di farti prossimo di tutti, privilegiando chi sente il bisogno di gesti e di parole che facciano ritrovare chi è perduto e riportare alla vita di fede chi se n’è allontanato».
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