In breve:

L’impatto della guerra sui bambini

Guerra e bambini

di Paolo Usai.
Da diverse settimane siamo bombardati da immagini di distruzione che giungono dalla Terra Santa, immagini che si aggiungono a quelle ormai ben note della guerra russo-ucraina. Se questi filmati sono devastanti per gli adulti, possono esserlo allo stesso modo per i bambini. Anche se viene naturale voler evitare di parlare di un tema così allarmante, e voler preservare l’innocenza infantile, in quanto genitori, insegnanti o educatori, è opportuno tenersi pronti a rispondere alle loro domande e alle loro inquietudini.

In effetti anche i bambini, soprattutto a partire dagli 8/9 anni, hanno bisogno di sapere. Conoscere e comprendere i fatti di cui sentono parlare gli rassicura. Spesso tendiamo a credere che evitare di esporre i minori a queste informazioni li proteggerà. In realtà, tutto ciò che un bambino sente o vede, rischia di stimolare la sua immaginazione e la sua ansia, prendendo a volte delle proporzioni importanti. È quindi utile parlare con i bambini e fornire loro delle spiegazioni, incoraggiando e stimolando l’espressione delle loro domande, in modo da seguire il filo del loro pensiero. È consigliabile, inoltre, associare queste spiegazioni all’espressione delle emozioni legate a tali eventi. È fondamentale dare un nome a queste emozioni e non sottovalutare quelle espresse dal bambino, parlare apertamente della tristezza e della pena provate di fronte alle tante vite umane interrotte dalla guerra.

Un’attenzione particolare andrà posta sulla scelta delle immagini e delle informazioni condivise con i bambini. Parlare di questi fatti in modo appropriato all’età del bambino è diverso dall’esporlo a filmati impressionanti. Le immagini che mostrano sangue e atroci violenze andrebbero preferibilmente evitate. In base all’età del bambino, si dovrebbe valutare se è opportuno guardare il telegiornale in famiglia. Dare la parola ai bambini permette di contrastare il loro sentimento di impotenza e di accompagnarli nella costruzione della loro mente critica.

Sempre per ridurre il sentimento di impotenza, si può proporre al bambino di mettersi in gioco, a modo suo, per sostenere le persone che soffrono a causa della guerra. Ad esempio facendo un disegno da esporre alla finestra o scrivendo dei messaggi di pace e di incoraggiamento rivolti ai Paesi coinvolti nel conflitto. In quanto adulti, abbiamo un ruolo importante da svolgere nei confronti dei più piccoli, per essere, assieme a loro, costruttori di pace.

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