Libero dal male nel nome di Cristo
di Augusta Cabras.
Don Minuccio, lei è l’esorcista della nostra Diocesi.
Il grande esorcista è il vescovo. Il vescovo in genere delega un suo sacerdote di fiducia. Così, venuto meno, per malattia, Padre Maurizio, cappuccino, il vescovo ha pensato di sostituirlo con la mia persona.
Se lei è un esorcista significa che il demonio, satana o il diavolo esiste davvero?
La questione è vecchia e sempre nuova nella storia e nel vissuto umano. Non solo. C’è qualcosa di infinitamente più grande: la presenza del male ha scomodato Dio stesso operando nella storia qualcosa di inaudito: l’incarnazione, la passione, la morte e la risurrezione del suo stesso Figlio, Gesù Cristo: «Per noi uomini e per la nostra salvezza – recitiamo nel Credo – discese dal Cielo». La Chiesa da sempre, ubbidendo al comando di Gesù, ha esercitato questo ministero: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura… Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni…» (Mc 16,15-23). Tutta l’azione di Gesù e poi della Chiesa contro il diavolo – colui che vuole separare l’uomo da Dio, creando “divisione” anche tra gli uomini – non avrebbe senso se non si ammettesse questa presenza malefica.
Sotto quale spoglie si presenta?
La risposta richiederebbe molto spazio. Papa Francesco anche in una sua omelia del 12 ottobre del 2018 ha dato alcune indicazioni: «Quando mi dicono: “abbiamo bisogno di un esorcista perché una persona è posseduta dal diavolo”, non mi preoccupo tanto come quando vedo questa gente che ha aperto la porta ai demoni educati, a quelli che persuadono da dentro di non essere tanto nemici…». Il discernimento allora diventa un’opera essenziale dell’esorcista: distinguere i segni specifici dall’azione straordinaria del maligno da quei segni di una presenza “amica” del diavolo che acquieta le persone: «noi siamo cristiani, cattolici, andiamo a messa, preghiamo: sembra tutto in ordine, sì, abbiamo i nostri difetti, i nostri peccatucci, ma sembra tutto in ordine». E poi aggiunge: «Nel Vangelo il diavolo distrugge — ha spiegato il Pontefice — e quando non può distruggere faccia a faccia, perché di fronte c’è una forza di Dio che difende la persona, il demonio è più furbo di una volpe, è astuto, e cerca il modo di riprendere possesso di quella casa, di quell’anima, di quella persona». Dentro ciascuno di noi c’è una lotta tra bene e male: ci si rifiuta di operare una vera conversione, di scegliere veramente Gesù. Papa Francesco parla di “mondanità” che oscura tutta la vita. Questa è la presenza più comune del diavolo: farsi bello per non essere disturbato.
Con lo sviluppo della psichiatria alcuni fenomeni che un tempo venivano classificati come infestazione e/o possessione diabolica sono rientrati nell’ambito patologico, medico. Come si fa a distinguere questi fenomeni dai disturbi della psiche?
La domanda è sempre sull’opera straordinaria del demonio. È questa che fa notizia. Stiamo attenti però perché è facile deviare il discorso e così non combattere la presenza del maligno dove veramente si nasconde. Può capitare anche in una vita cristiana piatta dove si crede di essere in comunione con Cristo e invece si è in comunione con il diavolo. Stando alla domanda, rispondo: quando mi è capitato qualche caso dubbio di possessione/ossessione/vessazione diabolica ho voluto vedere il problema anche con qualche psichiatra. Confrontarsi con la scienza è prudenza e saggezza. Ma quando da parte della scienza c’è la risposta: «Qui c’è qualcosa che non è di nostra competenza», pur essendo ancora dalla parte di chi vuole capirci di più, un certo dubbio è più che logico. Su circa duecento casi con cui sono venuto a colloquio, mi pare dover assicurare, che solo in due casi ho avuto la certezza morale di trovarmi in casi straordinari. Questo non vuol dire certo che non ho fatto il mio dovere di “cacciare il demonio” secondo il mandato di Cristo e della Chiesa, pur non esercitando “l’esorcismo maggiore”.
Quando è necessaria l’azione dell’esorcista e cosa avviene esattamente con il suo intervento?
Il demonio lo si scaccia in nome di Cristo. L’esorcista prega, si prepara anche prima dell’incontro con chi ha chiesto aiuto, con la preghiera, il digiuno e soprattutto chiedendo al Signore una fede grande. Non si dimentichi che l’esorcista è uno strumento nelle mani di Dio. Purtroppo, chi chiede aiuto non sempre ha chiara questa verità e pensa che si abbia un potere straordinario.
Ci sono degli elementi, delle situazioni, delle condizioni che favoriscono l’insinuarsi del demonio nella nostra vita?
Non sempre le situazioni e le condizioni sono individuabili. Cito sempre Papa Francesco che in merito dice: «O sei con Gesù o sei contro. Dobbiamo sempre vigilare, vigilare contro l’inganno, contro la seduzione del maligno. Quando un uomo forte e ben armato fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. E noi possiamo farci la domanda: io vigilo su di me? Sul mio cuore? Sui miei sentimenti? Sui miei pensieri? Custodisco il tesoro della grazia? Custodisco la presenza dello Spirito Santo in me? Se non si custodisce arriva uno che è più forte, lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino». È fondamentale quindi la fede, la preghiera e la vita sacramentale.
Il Catechismo è chiarissimo quando afferma che “tutte le forme di divinazione sono da respingere: il ricorso a satana o ai demoni, l’evocazione dei morti o altre pratiche che a torto si ritiene che svelino l’avvenire: l’astrologia, il ricorso ai medium (…)” Queste pratiche utilizzate dagli uomini affascinati dal mistero, possono favorire una relazione con il demonio? Come fare a resistere a questa tentazione?
Penso che tutto sia vano. La mancanza di una fede autentica che Dio è nostro Padre provvidente e pieno di tanto amore per le sue creature porta a queste storture causando tanto danno a chi si crede vittima sia del demonio che dei “santoni”. Alla Chiesa tutta rimane il compito di una vera, autentica, coraggiosa evangelizzazione.
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