Legàmi di sangue e di arte
di Fabiana Carta.
Due temperamenti diversi ma un’unica passione: dipingere. Raffaela e Angela Deiana, nate ad Arzana a un anno e mezzo di distanza, sono due sorelle profondamente unite dall’amore per l’arte. Come su un treno a unico binario, da sempre viaggiano insieme dentro questo mondo fatto di tecniche, colori e scoperte, condividendo ogni esperienza: mostre collettive, concorsi, estemporanee, murales, lavori privati. «Abbiamo sempre scarabocchiato qua e là, per fortuna abbiamo sempre avuto l’appoggio della nostra famiglia. Nostro padre aveva 91 anni quando ci ha lasciato, ma nonostante l’età mostrava ancora interesse per la nostra passione», mi confessa Angela. Raffaela ricorda di essere stata una bambina a cui piaceva tanto disegnare, ma non avrebbe mai pensato che da grande si sarebbe dedicata all’arte, il coinvolgimento si è sviluppato col tempo. Entrambe decidono di frequentare l’Istituto d’Arte di Lanusei, con qualche prima delusione, come mi racconta Angela: «Questa scuola ha lasciato un po’ insoddisfatte le nostre aspettative: mi aspettavo delle basi in più di disegno, per esempio. E infatti ho abbandonato prima di terminarla». Mentre Raffaela prosegue i suoi studi all’Accademia di Belle Arti di Sassari, diventando poi docente di Educazione Artistica, Angela continua a dipingere per conto suo, a cercare di migliorarsi, con periodi lunghissimi di pausa. Una spiccata sensibilità muove le corde della loro produzione artistica, le muove o le ferma, il gioco è così. «Le delusioni sul percorso sono state tante. A volte ti contattano dei galleristi che poi si rivelano interessati solo ai soldi, oppure capita di partecipare a delle estemporanee o concorsi in cui ciò che conta è solo emergere, con tutti i mezzi possibili» – come tagli sulla tela, le ferite restano e influenzano l’attività artistica fino a bloccarla –. Mi rendo conto che avremmo dovuto usare questa delusioni come stimolo… ma avendo un carattere molto sensibile ci facciamo i conti. Dall’ultima grande delusione di qualche anno fa non abbiamo più prodotto niente, a parte piccole cose, ma da quest’anno ci siamo incoraggiate a vicenda e abbiamo nuovi obiettivi».
Un anno di sperimentazioni e nuovi incontri che hanno riacceso la fiammella. Il corso frequentato con il pittore Salvatore Sanneris, il quale ha collaborato, fra gli altri, con Pinuccio Sciola, ha ridato anima all’ispirazione delle due sorelle. Angela me ne parla con grande trasporto: «Per me Salvatore può essere definito artista per eccellenza, riusciva a vedere mille colori dove noi potevamo vederne solo uno. Mi colpisce la luce, il modo in cui ne parla. Mi avevano raccontato di un suo lavoro, ricordo ancora l’emozione che mi aveva trasmesso. Forse più di un Caravaggio». Alla mia faccia stupita risponde così: «Sì, perché l’artista ce l’avevo davanti, e poi ero ferma da tanto tempo e vedere quel lavoro ha smosso in me qualcosa».
Sono tante le persone che hanno contribuito alla loro crescita personale e artistica, in particolare il pittore fiorentino Mario Ramazzotti, il pittore ogliastrino Mario Virdis e l’incontro con l’insegnante e critica d’arte Domenica Sanciuma, ma non è da tralasciare il grande sostegno della famiglia e di un gruppo di amici con i quali condividono nuove idee e sperimentano nuove tecniche.
I temperamenti così diversi di Angela e Raffaela si riflettono anche nei loro lavori: la prima predilige i paesaggi, la natura incontaminata e armoniosa, la delicatezza e la trasparenza dell’acquerello, che ricordano a tratti l’arte romantica; la seconda ha chiaramente dei richiami ai movimenti artistici d’avanguardia, come il surrealismo. Ho la fortuna di vedere qualche opera, sia dal vivo che rappresentata in due manuali, e le sensazioni sono contrastanti. Se da una parte c’è la tranquillità di un paesaggio, l’istante, il momento di una giornata impresso con pennellate leggere, dall’altra ci sono accostamenti arditi di oggetti, c’è la vertigine, l’incomprensione, la provocazione, l’oppressione. Sensazioni certamente volute, studiate, ricercate da Raffaela. “Il primo merito di un dipinto è essere una festa per gli occhi”, diceva Delacroix, in pieno clima romantico ottocentesco, mentre un secolo dopo René Magritte sosteneva che “il primo merito di un dipinto è suscitare un dubbio”. E allora, se Magritte è l’artista preferito di Raffaela, vorrà pur dire qualcosa?
Si parla di definizione di arte e di artisti, sempre molto soggettive: «Artista è colui che crea con passione, perché ci arriva con un ragionamento, con sensibilità»; si parla di interpretazioni, di opere come pezzi di vita: «Quando vendo un lavoro poi sento il vuoto, un pezzo di me che va via».
Mi parlano delle loro due figlie: quella di Raffaela ha tre anni; mentre quella di Angela otto; si inteneriscono. Piccole artiste in erba, a cui tentano di trasmettere tutta la loro passione, principalmente il disegno con l’acquerello: «Perché non sporca! – mi dicono ridendo –. Sono molto incuriosite, mia figlia ormai vuole usare i miei colori. Dai tempi della scuola materna avevo già notato che disegnava in modo diverso rispetto agli altri bambini, usava gli strumenti con garbo e dai gesti imitava me», racconta Angela.
Chissà, in futuro una collettiva con le loro bambine sarebbe un bel sogno.
[Ph by Pietro Basoccu]
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