In breve:

Lavoro ad alta quota

Steward

di Fabiana Carta.
Una vita come quella di tanti ragazzi: un diploma di maturità in ragioneria, l’iscrizione all’Università di Cagliari in Scienze politiche con indirizzo “Relazioni internazionali”, spinto dalla passione per la geografia e dalla curiosità per le culture diverse dalla nostra.
Succede spesso, soprattutto ai giovani, di vivere dei momenti di insoddisfazione generale, nei quali non si riesce più a trovare degli stimoli, a trovare l’ispirazione, la voglia di proseguire il progetto che ci eravamo prefissati. E allora abbiamo due strade: una è quella di continuare comunque quello che avevamo iniziato. Non lasciare il sentiero, un po’ per mancanza di coraggio, un po’ per la paura di cambiare, un po’ per comodità o speranza di ritrovare la motivazione. L’altra strada non è per tutti, è per gli audaci, è per quelli che non si accontentano e che credono nei sogni.
Claudio Deidda, classe 1988, sceglie la seconda. «Era il 2015, avevo bisogno di dare una svolta alla mia vita, che era diventata piatta e noiosa. Il mio desiderio era quello di intraprendere la carriera di assistente di volo». Liberatosi dal legame forte con la sua terra, Tortolì, e vinta la paura di partire all’estero per un eventuale lavoro, decide di trasferirsi per tre mesi in Inghilterra per frequentare un corso d’inglese, lingua che ama molto. Così lascia la sua Itaca. «Quando ero bambino ricordo che andavo insieme a mio padre a vedere gli aerei all’aeroporto di Tortoli, poi mi portava al porto di Arbatax a vedere le navi, amavo anche i treni e i pullman. Una passione per tutti i mezzi di trasporto!». Le passioni dell’infanzia ritornano sempre, prepotentemente.
Nel febbraio 2016 rientra in Ogliastra e un mese dopo decide di affrontare due colloqui, i cosiddetti open day, uno a Venezia con la compagnia aerea spagnola Vueling e uno a Cagliari con Ryanair. Quest’ultimo va molto bene, tant’è che il giorno dopo il suo compleanno Claudio riceve un bel regalo, una mail della compagnia con esito positivo. Inizia la sua avventura con il trasferimento a Roma per frequentare il corso preparatorio intensivo della durata di sei settimane, rigorosamente in inglese, tutti i giorni dalle 9 alle 18 e sempre in abbigliamento super formale. Finito il corso si trasferisce a Londra Stansted, aeroporto principale di Ryanair. «Sembrava tutto bello e perfetto, ma poi sono iniziate le prime difficoltà. Mi sono ritrovato in Inghilterra senza una casa dove stare, insieme ad altri colleghi abbiamo vissuto in albergo, ricordo che eravamo in cinque in una stanza tripla per 14 giorni. Dopodiché ho trovato una stanza con altri colleghi, ma solo per il periodo estivo. Dal primo settembre ho iniziato di nuovo a vagabondare, ospite di altri colleghi, dormivo su un divano in quanto non riuscivo a trovare una sistemazione decente. Per di più anche il lavoro non era come avevo sognato: turni massacranti, stipendi bassi e ambiente lavorativo pessimo (esclusi i colleghi che oggi posso definire amici). Così a novembre ho deciso di lasciare il lavoro e l’Inghilterra in attesa di qualche nuova chiamata».
Tornato in Sardegna Claudio svolge altre attività, sempre con la speranza di ricevere proposte da altre compagnie aeree. Dopo sette mesi arriva la chiamata di Blue Panorama, compagnia italiana a cui aveva fatto richiesta di colloquio quasi un anno prima e riesce a ottenere un contratto fino alla fine della stagione. «Ero al settimo cielo, inizio a “volare” e finalmente per la prima volta mi sento un assistente di volo. Viaggi intercontinentali come Cuba e Kenya, Germania e altre città italiane, notti in albergo a 4/5 stelle con colazione, niente di più bello».
Comincia una vita in viaggio, finalmente lontano da tutto quello che gli stava stretto, assapora gli aspetti positivi di questo nuovo lavoro come incontrare e conoscere ogni giorno persone nuove provenienti da ogni parte del mondo e ascoltare anche i problemi dei passeggeri, cercando di aiutarli nel limite delle possibilità. Durante questi mesi arriva una nuova proposta da una compagnia aerea con base ad Alghero e Claudio, da buon sardo, sentendo il richiamo e la mancanza della sua terra, rientra a casa con il lavoro dei suoi sogni. «Mi sentivo l’uomo più fortunato del mondo. Purtroppo, però, la compagnia è finita in mezzo ai soliti problemi burocratici italiani, per cui mi sono ritrovato con orari dimezzati e stipendi dimezzati e con tanto tempo libero ad Alghero nel periodo invernale, che mi ha portato a stringere amicizia con i miei colleghi che a oggi sono tra i miei migliori amici, tra cui Sara, conosciuta in mezzo a questi “problemi” e che è diventata la mia compagna, sostenendomi nelle scelte e nelle difficoltà».
La vita di Claudio passa dalla tranquillità e monotonia iniziale dovuta a casa – studio – casa, con qualche lavoro poco stimolante, a un nuovo lavoro che lo ha travolto, facendogli cambiare in soli tre anni quattro compagnie aeree e cinque città dove vivere. Attualmente lavora per una compagnia con sede in Sicilia; come responsabile di cabina di un aereo con 70 posti che effettua i collegamenti tra Palermo e le due isole di Pantelleria e Lampedusa. «Per poter fare questo lavoro, come penso per tutti, ci vogliono tanti sacrifici anche perché al 99% devi andare via da casa, lasciare tutto e partire. E anche quando credi di essere tornato a casa con il tuo lavoro all’improvviso potresti ricevere un’altra proposta, dovendo abbandonare tutto e andare via di nuovo. Fare l’assistente di volo non è sempre il lavoro dei sogni come viene descritto, perché giriamo il mondo. A volte negli aeroporti restiamo solo mezz’ora, sbarchiamo, rimbarchiamo e partiamo!». Un lavoro adatto a chi ha spirito di adattamento e un «pizzico di pazzia», si vive in viaggio, in tutti i sensi, come lavoro e metafora di conoscenza.
Mi confida di ritenersi fortunato perché in così breve tempo, grazie alla sua carriera, ha iniziato a togliersi delle soddisfazioni senza che nessuno gli abbia mai regalato nulla, potendo contare sempre sul sostegno della famiglia e della sua compagna. Prima di salutarci gli chiedo come si vede nel futuro: «Non so se questo sarà il lavoro per tutta la mia vita, ma ad oggi non mi vedo da nessun’altra parte se non su un aereo. Anche se non nego che un giorno vorrei tornare a lavorare in Sardegna», come un Ulisse moderno. Se cerchi la tua strada verso Itaca spera in un viaggio lungo, avventuroso e pieno di scoperte. I Lestrigoni e i Ciclopi non temerli, non temere l’ira di Poseidone. Pensa a Itaca, sempre, il tuo destino ti ci porterà.

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