La vita religiosa: ammantare il mondo di tenerezza
di Manolo Venturino.
La Sacra Scrittura narra la storia del legame di amore tra Dio e l’umanità. L’amore di Dio rimane per sempre, è fedele a se stesso, perché “Dio è amore”: si tratta di un amore senza riserve che ci precede, ci sostiene e ci chiama lungo il cammino della vita. Uno dei più rilevanti fenomeni d’oggi è la sete di Dio, la sete di Amore, che si manifesta nel mondo in mille modi e maniere, dentro e fuori della Chiesa.
In forza del Battesimo tutti siamo consacrati, cioè chiamati a fare della nostra vita un canto di lode a Dio in Cristo. Mediante il battesimo Gesù fa partecipe della sua vita ogni cristiano: ognuno è chiamato alla santità, è inviato per continuare la missione di Cristo ed è reso capace di crescere nell’amore e nel servizio del Signore. Questo dono battesimale è la consacrazione cristiana fondamentale, in cui affondano le radici di ogni altra consacrazione. Il dono della vocazione religiosa si radica dunque nella consacrazione battesimale.
Dinanzi alla società che orienta le sue scelte in base a una visione produttiva e strumentalizza la vita dell’uomo, oscurandone così la vera origine, la vita consacrata ricorda all’uomo che in Dio è la sua origine e la sua meta ultima, ed è ammonimento contro la tentazione dell’autoreferenzialità. In questo senso la vita consacrata ripropone una chiara visione teologale dell’esistenza; non è una semplice istituzione sociale, ma dimensione contemplativa attraverso la quale il mistero di Dio può toccare il cuore degli uomini ed delle donne del nostro tempo. Chiamata a essere per tutti un richiamo al mistero dell’esistenza umana, la vita consacrata è dunque inviata ad annunciare il mistero della vita nuova in Cristo.
Il cristiano, chiamato dal Signore alla vita religiosa, cerca di vivere ora quello che sarà nella vita eterna e «manifesta meglio a tutti i credenti i beni celesti già presenti in questo mondo» (LG 44). In tale maniera i religiosi «testimoniano in modo splendido e singolare che il mondo non può essere trasfigurato e offerto a Dio senza lo spirito delle beatitudini» (LG 31).
(Continua…)
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