In breve:

La venerazione della Madonna delle Grazie a Ilbono

Madonna delle Grazie

di Maria Gina Balzano.

La chiesa parrocchiale di Ilbono, intitolata a San Giovanni Battista e risalente al 1600, custodisce la devozione e il simulacro della Madonna delle Grazie da oltre 400 anni.

La festa di colei che venne dal mare viene celebrata ogni anno la prima domenica di luglio.

La tradizione tramanda che, nelle spiagge di Cea, località marina tra Bari Sardo e Tortolì, a testimonianza del mistero della presenza premurosa di Maria verso coloro che sono sballottati nella tempesta della vita senza soccorso, sia approdata una cassa, proveniente da un naufragio, contenente una statua lignea rappresentante la Madonna con in braccio Gesù Bambino.

In quel luogo si trovavano molti agricoltori impegnati nella mietitura del grano, provenienti da tutta l’Ogliastra. Grande fu lo stupore all’apertura del prezioso scrigno nel vedere la bellissima statua splendente alla luce del sole. La decisione su chi di loro sarebbe dovuto diventare proprietario di quel tesoro venne lasciata agli anziani presenti. Dopo essersi consultati, proposero di adagiare la preziosa cassa su un carro trainato da buoi non ancora domati, per evitare di percorrere strade già conosciute, e lasciando alla Divina Provvidenza la destinazione finale.

Fu così che il carro con il suo prezioso carico partì per il suo primo pellegrinaggio, scortato dagli agricoltori che, segretamente nel loro cuore, speravano si fermasse nel paese di residenza di ciascuno di loro. Tanti furono gli incroci che il carro trainato dai buoi escluse per imboccare sempre la strada che portava ad Ilbono, nonostante venissero incitati a proseguire oltre.

Arrivato a Ilbono il carro entrò in paese e con decisione i buoi imboccarono la strada che conduceva alla chiesa parrocchiale dove la Madonna col Bambino si fermò per sempre, diventando portatrice della bellezza divina che sa dare senso al quotidiano, mantenendo viva la speranza nella vita di innumerevoli generazioni, arricchendone la sensibilità, l’umanità e la testimonianza di fede. Subito fu chiamata Madonna delle Grazie.

Durante i secoli i fedeli devoti hanno donato a lei quanto di più bello e di più caro avevano in casa come ringraziamento per le grazie ricevute e che ancora oggi vengono richieste e accolte. Ex voto che raccontano la spiritualità e l’animo degli abitanti di Ilbono e dei tanti pellegrini che ancora oggi vengono a venerarla, le prove da loro subite e la forza d’animo che con l’aiuto della sua grazia ha permesso loro di rialzarsi e ripartire nel cammino della vita.

La festa della Madonna viene preceduta da una novena di intensa preghiera. Il sabato che precede la festa tanto attesa, alcune donne del paese si occupano della vestizione del simulacro della Madonna con il costume tradizionale di Ilbono e di coprirla da capo a piedi con su mantu. Anche il Bambino Gesù che la Madonna tiene in braccio viene vestito con un abitino ricamato a mano.

Sul grembiule che la copre fino ai piedi vengono sistemati in gran numero di gioielli, chiaro segno della sua carità e testimonianza del profondo legame che unisce la popolazione alla Madre di Dio.

La sera, la Santa Messa della vigilia è gremita di fedeli e di molti ospiti che vengono da diverse parti dell’Ogliastra per sciogliere i voti fatti durante l’anno.

Nella giornata di domenica, gli Ilbonesi usano addobbare, lungo il percorso della processione, i balconi con fiori e i ricami più preziosi dei loro corredi. In serata, il corteo con il simulacro della Vergine ricoperta di gioielli si snoda lungo le vie del paese, con il carro che il comitato ha adornato dei fiori più belli e dei rami di palma. La toccante commozione è sempre la stessa, ondeggia sulla folla dei protetti di colei che accoglie da secoli il pianto di ogni creatura.

Aprono la processione gli stendardi delle associazioni presenti in parrocchia con le donne che intonano l’Ave Maria in sardo. La processione è arricchita dai colori di donne, uomini, giovani e bambini che per l’occasione indossano il costume tradizionale. Ma anche di gruppi folk provenienti da diversi paesi della Sardegna. A tutti loro viene consegnato unu palini, un cesto, coperto da ricami e merletti con all’interno le torte donate dagli Ilbonesi, sempre per grazia ricevuta, che al termine della Santa Messa verranno distribuite a tutti i presenti.

Il percorso vivo e festante della moltitudine di fedeli è alternato da inni religiosi che mettono a contatto con la fede di un popolo, e dal suono delle launeddas, dalle fisarmoniche e della banda

musicale. Antica anche l’usanza di far accompagnare la festa da cavalieri e fucilieri che con i loro spari anticipano il percorso del corteo. La Messa solenne in parrocchia viene animata dai canti che contribuiscono a creare un’atmosfera di intensa spiritualità, a conclusione della quale vengono intonati is goccios alla Madonna, antiche lodi scritte da un suo devoto, Francesco Lai Piroddi, nell’anno 1909.

La profonda religiosità si alterna alla festa laica che viene organizzata da is obreris che con un gesto d’amore e di sacrificio si impegnano per il proprio paese e per la comunità.

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