In breve:

La rete come occasione per creare comunità

Com.-Soc.-2019-VERT.-per-web

di Filippo Corrias.
Il 2 giugno prossimo, solennità dell’Ascensione del Signore, celebreremo la 53a Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali.
Per l’occasione il Santo Padre, come da tradizione, ha approntato un messaggio, presentato nella sala stampa vaticana il 24 gennaio scorso, memoria liturgica di San Francesco di Sales patrono dei giornalisti, dal titolo “Siamo membra gli uni degli altri” (Ef 4,25). Dalle social network communities alla comunità umana.
Francesco, promuovendo e incoraggiando l’uso di Internet – «la rete è una risorsa preziosa del nostro tempo», scrive – invita i fedeli a riflettere «sul fondamento e l’importanza del nostro essere-in-relazione e riscoprire, nella vastità delle sfide dell’attuale contesto comunicativo, il desiderio dell’uomo che non vuole rimanere nella propria solitudine».
Condivide la tesi degli esperti del settore che «evidenziano i rischi» dell’universo interattivo. Se da una parte Internet offre «una possibilità straordinaria di accesso al sapere», dall’altra parte «è uno dei luoghi più esposti alla disinformazione e alla distorsione consapevole e mirata dei fatti e delle relazioni interpersonali, che spesso assumono la forma del discredito».
«La rete è un’occasione per promuovere l’incontro con gli altri, ma può anche potenziare il nostro autoisolamento, come una ragnatela capace di intrappolare. Sono i ragazzi a essere più esposti all’illusione che il social web possa appagarli totalmente sul piano relazionale, fino al fenomeno pericoloso dei giovani eremiti sociali che rischiano di estraniarsi completamente dalla società».
L’umanità si manifesta nella sua capacità di relazionarsi con gli altri e noi cristiani «siamo chiamati a manifestare quella comunione che segna la nostra identità di credenti».
La rete come occasione. «Se una comunità ecclesiale coordina la propria attività attraverso la rete, per poi celebrare l’Eucaristia insieme, allora è una risorsa. Se la rete è occasione per avvicinarmi a storie ed esperienze di bellezza o di sofferenza fisicamente lontane da me, allora è una risorsa».
«Questa è la rete che vogliamo – conclude il Pontefice – una rete fatta per liberare, per custodire una comunione di persone libere».

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