In breve:

La radio come piace a te. Radio Studio 101

Tore Cugudda

di Alessandra Secci.

Il meraviglioso acuto di Freddie Mercury sulle note di Radio Ga Ga si staglia sulle curve della SS 125: “Radio, what’s new? Radio, someone still loves you!” («Radio, cosa c’è di nuovo? C’è ancora qualcuno che ti ama!»). Niente di più vero: non solo all’indomani dell’uscita del brano dei Queen (1984), anche oggi le radio, complici le nuove tecnologie smart che consentono di ascoltarle in digitale su qualsiasi dispositivo, pare abbiano conservato quello charme che non teme anni, mode e, appunto, tecniche.
E non sembra temerli nemmeno Radio Studio 101, nata nel lontano 1976, contestualmente a molte altre radio libere che anche in Ogliastra videro un vero e proprio boom.
Incontro Tore Cugudda, sua storica voce, nella sede di via Tirso, dove gli scaffali zeppi di vinili e il loro caratteristico sentore riempiono occhi, naso e anche il cuore.
«Negli anni le cose sono profondamente cambiate: con l’accezione di “libera” sorsero radio praticamente ovunque: Tortolì, Lanusei, Triei (Radio Spazio 1), Loceri (Radio Camilla). Poi la legge Mammì (1990) regolamentò il settore e la quasi totalità di esse scomparve dalle frequenze. Io misi il piede nella vecchia sede di Corso Umberto qualche mese dopo l’apertura: la mattina del 1° luglio condussi Breakfast, il mio primo programma».
Sulle difficoltà della professione, Cugudda spiega: «Essenzialmente, sono sempre rappresentate dagli adempimenti agli obblighi di legge, per quanto alcuni interventi risultino necessari. È un po’ lo stesso discorso che riguarda l’uso delle tecnologie, che sì, agevola il lavoro, ma al contempo rischia di minare il fascino della radio: ad esempio, alla trasmissione dei brani in formato digitale preferisco di gran lunga quella dei vinili, con quel loro caratteristico fruscio di sottofondo. La radio non deve perdere quella sua identità genuina, libera appunto, che ne ha caratterizzato la nascita. Per quello che concerne il pubblico, se ai primordi, con 40 W di potenza ci ascoltavano anche a Sorgono, ora con 400 non riusciamo a varcare il Gennargentu. Lo streaming radio in questo ci dà un grosso aiuto, ma nel complesso abbiamo un pubblico che è sempre stato molto vario: la radio, oltre che libera deve essere aperta, soddisfare tutti i gusti, di tutte le età. Non sarebbero stati elaborati altrimenti programmi come Speciale Cantante (al mattino, una selezione dedicata a un cantautore o a un gruppo), In giro per la Sardegna (rassegna di musica sarda, alle 12), Disco Grammy (proposta tardo pomeridiana di jazz, blues, soul e altri generi) e soprattutto il fortunatissimo Incubo pomeridiano, ideato dal compianto Pierino Boi nei primi anni Ottanta e ancora oggi fiore all’occhiello del palinsesto con le sue celebri dediche e richieste».
E proprio in merito a esse, non resisto e gli chiedo quale sia stato il pezzo più trasmesso in assoluto:«Senza dubbio, Santa Esmeralda (“Please don’t let me be misunderstood)».
E no, il rischio di essere fraintesi(misunderstood) non c’è: prendendo in prestito un suo slogan, è davvero la radio come piace a noi.

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