In breve:

La Lettera pastorale del vescovo Antonello

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di Tonino Loddo.
È stata presentata nella cornice suggestiva della Messa Crismale, la prima Lettera Pastorale che il nostro vescovo Antonello invia alla sua Chiesa diocesana, il cui titolo, “Sul carro con Filippo”, richiama il brano degli Atti in cui si narra dell’incontro tra Filippo e un dignitario etiope. È un grande affresco dove si scorge il volto futuro della chiesa ogliastrina, che prende forma dopo tre anni di incontri, dibattiti, visite; dopo «tante esperienze, pubbliche e private, cariche di forti emozioni» che hanno fatto sussultare «il cuore per pensieri, idee, progetti dedicati alla mia Chiesa».
La Lettera esprime la fiducia in una comunità ecclesiale «bella e accogliente», al servizio della gente; non un’entità puramente sociologica, ma una comunità desiderosa di «portare Gesù in questa realtà che ci è stata donata, dopo averlo accolto, ascoltato e seguito» e che nell’annunciare segue convintamente la metodologia della sinodalità, secondo il principio che «ciò che riguarda tutti deve essere trattato da tutti». Da qui, il forte invito a recuperare il senso originario degli organismi di comunione a tutti i livelli, «aiutando bambini, giovani, adulti, anziani, componenti di gruppi, associazioni, movimenti e cammini, presbiteri, diaconi, religiosi e religiose a sperimentare felicemente un senso di autentica appartenenza alla Chiesa, con una chiamata a collaborare a un discernimento che li riguarda nei loro campi specifici». In pratica, un richiamo forte alla comunità diocesana perché attui (finalmente!) quel discernimento comunitario di cui tanto si è parlato dal Concilio in poi, ma che tarda a tradursi in gesti concreti di prassi pastorale.
Elemento da recuperare per realizzare tale metodologia sono i ministeri laicali. Dal lettore, al catechista, sino all’animatore della pastorale giovanile, il vescovo traccia il profilo di una Chiesa che cresce insieme («accoglietevi, agite insieme, collaborate perché nessuno può escludere nessuno, pregate gli uni per altri, addirittura con-soffrite, soprattutto mettete al bando l’individualismo») perché consapevole di essere «con gioia, parte del popolo di Dio che cammina nella storia». In questo contesto si colloca la sperimentazione (già in atto in una parrocchia) della «catechesi come catecumenato» che «mette chiaramente al centro la famiglia», e che nasce dall’esigenza di pensare nuove forme di catechesi dopo l’eclissi di un modello di società in cui ai ragazzi veniva trasmesso «il vissuto cristiano per osmosi», dentro ai propri consueti ambienti di vita. Una proposta che «accompagnerà e non sostituirà il percorso tradizionale presente oggi nelle nostre parrocchie», avverte il vescovo, e che è inizialmente rivolta «a famiglie che hanno una particolare sensibilità cristiana, e che intendono misurarsi liberamente con questa prospettiva di catechesi»…

(Continua…)

Puoi leggere l’articolo integrale su L’Ogliastra, periodico in abbonamento della Diocesi di Lanusei.

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