La gioia del tempo libero e la “società della stanchezza”
di Mons. Antonello Mura.
Quando pensiamo al tempo estivo normalmente lo carichiamo di tante attese, ma (alla fine) ci accorgiamo spesso di averlo sprecato, se non addirittura perduto. Così che l’estate, apparentemente adattissima a favorire un modo diverso di vivere il tempo, in realtà è talvolta contraddistinta da una fretta e da un’ansia che ricordano quelle degli altri giorni dell’anno. A un saggio indiano una volta un suo discepolo chiese in che cosa consistesse la saggezza. E il Maestro rispose: «Saggio è colui che, quando è seduto, sta seduto; quando è in piedi sta in piedi; e, quando cammina, cammina». Il discepolo rimase interdetto: «Maestro», osservò timidamente, «ma questo è ciò che facciamo tutti!». «No», rispose il saggio. «Perché la maggior parte delle persone, quando sono sedute, pensano a quando saranno in piedi; quando stanno in piedi, a quando cammineranno; e, quando camminano, a quando arriveranno».
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