La bottega di Pablo. Questione di…testa
di Iosè Pisu.
Barba o capelli? Michele, barbiere lanuseino di 25 anni, è pronto ad accontentare tutti e a coniare un marchio che vuole viaggiare lontano
Chi dice che i giovani d’oggi non hanno più sogni, progetti, passioni come una volta, si sbaglia. Basta cercarli, incontrarli, parlarci e soprattutto conoscerli, per cambiare idea ed essere smentiti.
Chi incontra Michele, un lanuseino di 25 anni con la freschezza di un diciottenne, capisce subito che ci sono giovani che hanno dei progetti e sono pure capaci di realizzarli, curando tutto nei minimi particolari.
Come suo insegnante, l’ho lasciato tra i banchi di scuola alle medie e rincontrarlo dopo anni nella sua Bottega di Pablo, mi ha fatto provare una particolare emozione. Non so se lui fosse emozionato quanto me, sta di fatto che la nostra è stata una bellissima chiacchierata, dalla quale è emersa la sua vitalità, sincerità e schiettezza. Persino alle domande più personali ha risposto con molta semplicità: «Nessun problema, chiedi pure». Ognuno si è sentito a proprio agio e abbiamo parlato da uomo a uomo, atteggiamento che ben si addice al luogo in cui eravamo, un posto per soli uomini, la sua barberia.
Mi incuriosiva tanto sapere cosa ha spinto un ragazzo ad aprire oggi una barberia nella sua piccola cittadina, dove tra l’altro sono già presenti altre barberie. Quando e come è nata in lui questa passione: «L’idea del barbiere l’avevo sin da bambino e l’ho maturata da ragazzo – racconta –. Mi piaceva andare un po’ da tutti i barbieri del paese e mi incuriosiva il loro mestiere. Un giorno a 15 anni ho chiesto a mio padre se potevo provare a tagliargli i cappelli, ma finii per rasarlo a zero! Per un mese fu costretto ad andare in giro con un berrettino… Comunque la passione c’era, dovevo solo studiare un po’». La tecnica era sicuramente ancora da affinare.
Michele lascia riposare questo desiderio nel cassetto del suo cuore e della sua mente, e continua gli studi liceali. Conseguito il diploma, tenta i test all’università in Scienze della formazione per seguire l’altro suo sogno: «La mia idea era quella di aiutare i ragazzi con disabilità. Ma evidentemente non era quello che avrei dovuto fare». Decide, così, di prendersi un anno sabatico. Dopo qualche lavoretto, «per non pesare troppo sulla famiglia», decide di risvegliare la sua passione giovanile. Così a 21 anni si iscrive a Cagliari a un corso europeo per acconciatori che frequenta per tre anni, viaggiando tre giorni alla settimana per seguire le lezioni. Terminato il corso, «grazie ai miei genitori – sottolinea – che hanno comprato un piccolo stabile nella centrale via Roma, a Lanusei, e alla mia caparbietà, ho deciso di aprire la mia barberia. Con mio padre muratore, abbiamo iniziato i lavori di ristrutturazione nel periodo del lockdown, preparando il locale a ospitare la nuova attività».
Il risultato di tanto lavoro è un locale semplice ma accogliente, che richiama l’idea della bottega e del lavoro artigianale. Entrando, salta all’occhio un grande arco in pietra scoperto durante i lavori, che fa da cornice al piano con i lavandini; sotto il piano risalta un bellissimo ramo in legno di ginepro. Di fronte ai lavandini vi sono i due posti a sedere girevoli, come quelli di una volta. Alla destra ci sono una macchina da cucire antica, un vecchio telefono fisso con la rotella e un rasoio antico, mentre a sinistra si trova un comodo divano e, appeso al muro come fosse un quadro, un veliero costruito a mano con dei fiammiferi. In questa atmosfera d’altri tempi, osservando bene, si nota qualcosa di moderno: un quadro di un artista locale raffigurante il ritratto di un cane, precisamente un bulldog, di nome Pablo. «Volevo dare un’impronta personale alla mia barberia – commenta – e ho scelto il nome del cane che avevo regalato due anni fa alla mia ex ragazza, con la quale sono rimasto in buoni rapporti». Ho chiamato il locale La bottega di Pablo.
Una cosa che mi ha incuriosito era capire se c’era una ragione particolare nello scegliere di essere un barbiere e non un parrucchiere. «In Italia esiste il mestiere dell’acconciatore di cappelli, che unisce le figure di parrucchiere e barbiere insieme, ma secondo me così si sminuiscono entrambi i ruoli. Io sono dell’idea che in Italia debbano esserci delle scuole per barbiere, per solo uomini, come era una volta».
Michele parla in modo disinvolto e sicuro. Gli chiedo se in questo percorso abbia incontrato ostacoli e difficoltà. «A dire la verità nessuna in particolare. Prima dell’apertura ero molto teso e in ansia; ma una volta aperto sono rimasto molto soddisfatto. Dopo un mese dall’apertura sono anche riuscito a rendermi indipendente, ora infatti vivo per conto mio. Sono davvero contento! A parte il Covid e le restrizioni, che però riesco a gestire bene con le prenotazioni. Ho tante idee da realizzare per i clienti, come ad esempio il poter prenotare anche online. Per ora sta andando tutto bene, non mi posso lamentare. Anche i clienti sembrano contenti, ancora nessuno si è lamentato e stanno tornando; c’è poi chi ha sottoscritto l’abbonamento mensile e chi segue le diverse promozioni».
Nella vita di un ragazzo sono fondamentali le amicizie e cosi ho chiesto a Michele che ruolo avessero avuto in questo progetto i suoi amici. «Erano felicissimi – aggiunge – soprattutto perché ne hanno approfittato alla grande mentre facevo il corso: sono stati più che fortunati! Vengono spesso a trovarmi. E il giorno dell’inaugurazione, il 21 agosto scorso, hanno organizzato una piccola festa come se fosse stata una laurea».
Come insegnante ho lavorato per tanti anni a Lanusei e nei paesi limitrofi, constatando che spesso tanti giovani si allontanano dal proprio paese in cerca di lavoro. Michele invece ha deciso di rimanere nel suo paese, ma con la voglia di ampliare la sua attività. «Lanusei è casa, un punto da dove partire per poi arrivare altrove. Ho dei progetti sia per crescere nei numeri che per andare da altre parti, ma non per forza spostandomi io. La mia idea è di avere il mio marchio, La bottega di Pablo, e con questo aprire altre barberie, gestendole sempre da qui».
Il tempo è trascorso in fretta e quando lo saluto, mi dice fieramente: «È una bella soddisfazione aver realizzato questa bottega; ho lavorato tanto per renderla così accogliente, la conosco centimetro per centimetro, so persino dove passano tutti i cavi elettrici! Devo sicuramente la realizzazione di questo mio sogno per il 50% ai miei genitori, per il 40% a me e per il restante 10% ai miei amici e a tutti quelli che hanno creduto in questa bella avventura». Buon viaggio Michele!
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