Is Carristas, tutti pazzi per il carnevale
di Marco Pisanu.
Le origini del Carnevale in Sardegna e non solo, sono strettamente legate alla cultura religiosa, in quanto collegate alla Pasqua, che cade sempre la prima domenica di Primavera, che è quella dopo la prima luna piena primaverile. Dalla domenica di Pasqua si contano a ritroso 6 settimane di cui 5 di Quaresima e da lì una settimana prima si ottiene la data di inizio del Carnevale. Anche se il legame alle antiche usanze cristiane è molto forte, tanto che lo troviamo anche nel nome Carnevale, dal latino carnem levare, che stava ad indicare il termine ultimo in cui era possibile mangiare carne prima dell’astinenza dovuta al periodo di Quaresima, in alcuni aspetti del cerimoniale tipico del Carnevale, ritroviamo anche echi delle feste pagane degli antichi romani, che ancora oggi si intrecciano nei diversi modi di festeggiare questa festa che, come da tradizione, rappresenta il rito liberatorio per eccellenza.
Nell’ex provincia più piccola d’Italia, tra i tanti comuni che hanno portato in piazza in un turbinio di musica e colori i cortei di carri allegorici e gruppi in maschera, c’è un paese, Bari Sardo, che da anni sta diventando sempre più punto di riferimento dei festeggiamenti del Carnevale. Anche quest’anno le sfilate di maschere e carri, uniti alla consueta pioggia di coriandoli e stelle filanti, hanno accompagnato le sfilate della 28’ edizione del “Carnevale Bariese”. L’evento, organizzato dall’associazione Is Carristasa in collaborazione con i commercianti e il patrocinio dell’amministrazione comunale, ha richiamato nel centro costiero migliaia di visitatori. Più di 2 mila i figuranti che nelle giornate di sabato 10, domenica 11 e martedì 13 febbraio hanno colorato le vie del centro, a partire dalla via Mare e via Cagliari, passando per la Piazza Repubblica e Corso Vittorio Emanuele. Ricchi come da tradizione gli ingredienti creativi che, uniti al rinomato estro artistico, gli ideatori dei carri hanno portato in piazza. Ironia e sarcasmo con qualche accenno anche agli ultimi fatti di attualità e della vita politica, regionale e nazionale. Ma a trionfare, nella personale gara delle rappresentazioni sceniche dei carristi, sono state come da consuetudine le proiezioni in carta pesta dei cartoni animati e delle saghe cinematografiche.
Una festa di colori e di emozioni. A Bari Sardo il Carnevale è questo, ma anche tanto altro. Tra tradizioni e trasgressioni, la festa più divertente dell’anno è per gli abitanti del centro costiero soprattutto un momento di visibilità e un motivo di aggregazione per l’intera comunità che, proprio con il Carnevale e la sua innata anima festaiola, ritrova la sua unità e manifesta la voglia di riemergere di un paese alle prese con tante problematiche economiche e sociali. Lo si scorge dagli occhi delle persone anziane che subito dopo aver preparato chili di zeppole e fatti fritti, affacciate al davanzale della propria finestra guardano compiaciuti i propri figli e nipoti fare festa. Lo si avverte dallo sguardo fiero e compiaciuto di chi, dal mese di dicembre, mette anima e corpo per organizzare l’evento. Lo si avverte dallo sguardo confuso dei bambini che si trovano a sfilare mascherati con altri “bambini” quarant’anni più grandi di loro. Perché, si sa, a Bari Sardo il Carnevale è come la vita, che a volte può non essere quella festa che tutti noi speriamo, ma una volta dentro bisogna pur sempre festeggiare.
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