di Augusta Cabras.
Dirigente dell’Unità operativa Laboratorio Analisi dell’ospedale di Lanusei, Rita Mulas è il primo medico che ha ricevuto il vaccino in Ogliastra
Normalmente, il tempo impiegato a sviluppare un vaccino è molto lungo e prevede un alto tasso di insuccessi. Il periodo di ricerca preliminare,infatti, può andare dai due ai cinque anni e, per arrivare allo sviluppo completo del prodotto, possono passare anche dieci anni. Questo perché la messa in commercio di un vaccino implica che si sia certidella sua efficacia e della sua sicurezza. Esattamente un anno fa il Coronavirus aveva fatto la sua comparsa anche in Italia determinando paura e morte, oltre a innumerevoli difficoltà a tutti i livelli e in tutti i campi della vita. Solo un anno fa l’idea di poter avere un vaccino era la speranza della medicina, ma portava con sé numerosi dubbi e soprattutto l’incertezza sui tempi di sperimentazione, produzione e distribuzione. Oggi ci ritroviamo invece con il vaccino sviluppato, distribuito (non a tutti ancora) e somministrato.
Tra i primi vaccinati in Ogliastra c’è un medico dell’ospedale di Lanusei, Rita Mulas, dirigente dell’Unità operativa Laboratorio Analisi. Le chiedo subito che effetto fa aver ricevuto un vaccino in tempi così rapidi rispetto alla comparsa del virus. «È una cosa grandiosa. In altri tempi sarebbe stato difficile anche solo immaginare di esser capaci di farlo in così breve tempo. È stato enorme lo sforzo nell’ambito della ricerca e in quello della tecnologia sempre più all’avanguardia, oltre il grande impegno economico messo in campo. Questo sforzo, nell’intento di sconfiggere il virus, poi è stato globale. Vaccinare è fondamentale se si vuole uscire da questa emergenza. Le restrizioni, per quanto giuste e necessarie, non permettono di contenere completamente i contagi. Seppur con qualche difficoltà a livello nazionale, derivata dal reperimento delle dosi, a oggi è stato vaccinato tutto il personale ospedaliero, i medici di base, gli specialisti ambulatoriali, il personale delle RSA, il personale di soccorso, gli anziani ultraottantenni».
Intantoanche in Ogliastra iniziano ad arrivare le varianti. «Le mutazioni del virus sono normali – spiega la dottoressa Mulas –. Serve individuare qual è il tipo di variazione e serve capire se il vaccino prodotto è adatto anche alle varianti. Anche in questo caso le nuove tecnologie sono e saranno determinanti. Io sono molto fiduciosa. Si può ipotizzare che il vaccino anti-covid diventi come il vaccino antinfluenzale che ogni anno viene aggiornato, diciamo così, in risposta alla nuova variante che si presenta».
E in tutta questa situazione difficile c’è ancora chi nutre molti dubbi sulla necessità e sull’efficacia dei vaccini, in generale. «Sono convinta – prosegue la Mulas – che i vaccini siano un grande vantaggio offerto a tutti a difesa e a tutela non solo di chi lo riceve, ma di tutta la comunità. Se non ci fossero stati i vaccini non sarebbero state debellate e non si sarebbero controllate tante malattie che portavano anche alla morte. Vaccinare serve».Per il bene di tutti.
Il vaccino sbarca in Ogliastra
di Augusta Cabras.
Dirigente dell’Unità operativa Laboratorio Analisi dell’ospedale di Lanusei, Rita Mulas è il primo medico che ha ricevuto il vaccino in Ogliastra
Normalmente, il tempo impiegato a sviluppare un vaccino è molto lungo e prevede un alto tasso di insuccessi. Il periodo di ricerca preliminare,infatti, può andare dai due ai cinque anni e, per arrivare allo sviluppo completo del prodotto, possono passare anche dieci anni. Questo perché la messa in commercio di un vaccino implica che si sia certidella sua efficacia e della sua sicurezza. Esattamente un anno fa il Coronavirus aveva fatto la sua comparsa anche in Italia determinando paura e morte, oltre a innumerevoli difficoltà a tutti i livelli e in tutti i campi della vita. Solo un anno fa l’idea di poter avere un vaccino era la speranza della medicina, ma portava con sé numerosi dubbi e soprattutto l’incertezza sui tempi di sperimentazione, produzione e distribuzione. Oggi ci ritroviamo invece con il vaccino sviluppato, distribuito (non a tutti ancora) e somministrato.
Tra i primi vaccinati in Ogliastra c’è un medico dell’ospedale di Lanusei, Rita Mulas, dirigente dell’Unità operativa Laboratorio Analisi. Le chiedo subito che effetto fa aver ricevuto un vaccino in tempi così rapidi rispetto alla comparsa del virus. «È una cosa grandiosa. In altri tempi sarebbe stato difficile anche solo immaginare di esser capaci di farlo in così breve tempo. È stato enorme lo sforzo nell’ambito della ricerca e in quello della tecnologia sempre più all’avanguardia, oltre il grande impegno economico messo in campo. Questo sforzo, nell’intento di sconfiggere il virus, poi è stato globale. Vaccinare è fondamentale se si vuole uscire da questa emergenza. Le restrizioni, per quanto giuste e necessarie, non permettono di contenere completamente i contagi. Seppur con qualche difficoltà a livello nazionale, derivata dal reperimento delle dosi, a oggi è stato vaccinato tutto il personale ospedaliero, i medici di base, gli specialisti ambulatoriali, il personale delle RSA, il personale di soccorso, gli anziani ultraottantenni».
Intantoanche in Ogliastra iniziano ad arrivare le varianti. «Le mutazioni del virus sono normali – spiega la dottoressa Mulas –. Serve individuare qual è il tipo di variazione e serve capire se il vaccino prodotto è adatto anche alle varianti. Anche in questo caso le nuove tecnologie sono e saranno determinanti. Io sono molto fiduciosa. Si può ipotizzare che il vaccino anti-covid diventi come il vaccino antinfluenzale che ogni anno viene aggiornato, diciamo così, in risposta alla nuova variante che si presenta».
E in tutta questa situazione difficile c’è ancora chi nutre molti dubbi sulla necessità e sull’efficacia dei vaccini, in generale. «Sono convinta – prosegue la Mulas – che i vaccini siano un grande vantaggio offerto a tutti a difesa e a tutela non solo di chi lo riceve, ma di tutta la comunità. Se non ci fossero stati i vaccini non sarebbero state debellate e non si sarebbero controllate tante malattie che portavano anche alla morte. Vaccinare serve».Per il bene di tutti.