Il lavoro che c’è. La coop Pescatori: una sfida che continua
di Annalisa Cristo.
Arbatax si affaccia su uno dei mari più belli della nostra isola, fonte di orgoglio, di sacrificio, ma anche di guadagno per molti tortoliesi che abitano nella zona.
Percorrendo a ritroso la storia, però, notiamo che non è sempre stato così. Gli arbataxini, quelli locali, non si erano fino ad allora dedicati, o quasi, alla pesca. Con l’arrivo delle prime famiglie ponzesi, da sempre grandi conoscitrici del mare, le cose iniziarono a cambiare. Certo, la pesca non era per quei tempi grande fonte di guadagno, ma il mare incontaminato e la grande pescosità dei fondali favorirono sempre più lo sviluppo dell’attività. Inizialmente le barche che venivano utilizzate erano molto piccole e ogni famiglia lavorava in autonomia, scambiando i prodotti del pescato con la classica formula del baratto, pesce in cambio di ortaggi, formaggio o carne.
Intorno agli anni ’40 però qualcosa inizia a cambiare: viene fondata la prima Cooperativa. È esattamente il 1944 quando pescatori locali e ponzesi fondano la Cooperativa Pescatori. La necessità di unirsi per fronteggiare le difficoltà, cercare un modo per sostenersi a vicenda e migliorare. La presenza poi dello stagno di Tortoli fa sì che quella cooperazione non si limiti solo al lavoro in mare aperto, ma anche allo sfruttamento di quella risorsa naturale che poteva essere fonte di guadagno soprattutto durante i mesi invernali, quando le condizioni meteorologiche non permettevano e non permettono tutt’oggi la pesca in mare aperto. Dapprima possesso esclusivo di privati, a sua volta in coabitazione con un’altra società nazionale che aveva la concessione dal Ministero dei Trasporti, la famosa Mar Piccolo, nacquero ben presto delle controversie di tipo legale conclusesi con la concessione diretta al privato. Sul finire degli anni ’40 i soci ottennero la concessione con il privato, fatto che creò ancora una volta numerosi problemi. Solo a partire dagli anni ’50, dopo una lunga lotta, riuscirono a ottenere la concessione esclusiva.
In quegli anni lo stagno era molto pescoso e garantiva a chi ci lavorava di condurre una vita dignitosa. Ma, la nascita della Cartiera prima e dell’Intermare Sarda poi, hanno modificato quell’assetto idro-climatico caratteristico dello stagno, portando alla moria di numerose specie e alla diversificazione di altre.
È qui che la grande capacità di collaborazione, tipica di chi lavora in squadra, entra nel pieno delle sue funzioni: dalla pura e semplice pesca si passa all’allevamento e alla coltivazione, non solo di pesci come orate, spigole e cefali, ma anche di numerosi mitili come cozze, vongole e le pregiatissime ostriche. La capacità di gestione, la voglia di migliorare, lo spirito imprenditoriale fa oggi della Cooperativa il suo punto di forza. Oggi grande parte del prodotto ittico che viene pescato o all’interno della Laguna, o in mare aperto subisce una fase di trasformazione, diventando un succulento piatto pronto, facilmente reperibile nelle pescherie della zona. Inoltre durante la stagione estiva è possibile degustare piatti unici di mare all’interno dell’Ittiturismo, uno splendido locale che si affaccia direttamente lungo le rive lagunari.
Un’altra sfida importante iniziata nel 2007 è quella della fattoria didattica, rivolta soprattutto a bambini e ragazzi delle scuole. Si tratta di un percorso all’interno dello stagno dove personale specializzato accompagna i visitatori nella conoscenza di tutte le fasi tipiche della laguna, dalla pesca vera e propria fino alla trasformazione. L’obiettivo principale è quello di valorizzare la pesca e la tutela dell’ambiente.
Come già anticipato, all’interno della laguna vengono coltivate cozze, vongole e ostriche che, grazie alla limpidezza delle acque e alla stabulazione in loco, fanno del prodotto una vera prelibatezza. All’interno dei locali della Peschiera viene inoltre lavorata la famosissima bottarga di muggine: si passa dalla cattura del cefalo fino alla lavorazione, essiccazione e confezionamento del prodotto, anche questa una sfida vinta a pieni voti, data la grossa esportazione che viene fatta del prodotto.
L’allevamento delle ostriche ha invece una storia più recente. Il prodotto lavorato è della specie crassostrea gigas. Più comunemente conosciute come ostriche concave, vengono immesse in Laguna quando hanno le dimensioni di 1mm, sistemate all’interno di un acceleratore di crescita fino a quando raggiungono le dimensioni di 10mm, dopodiché vengono trasferite in cassette o lanterne e, raggiunte le dimensioni adeguate, possono finalmente essere immesse nel mercato ittico. Le ostriche portano il nome del vecchio presidente della Cooperativa che tanto si era impegnato per questo progetto e al quale i soci hanno dato memoria, le Fabrizie.
Tante sono state sicuramente le difficoltà che negli anni la Cooperativa ha dovuto affrontare, tanti i momenti di crisi e di sconforto, la grossa concorrenza, il mare sempre meno pescoso, lo stare sempre al passo con i cambiamenti che il mercato impone. Fattori, questi che non hanno di certo scoraggiato chi fa parte di questa realtà. Una società in continua evoluzione, alla ricerca della perfezione e di nuove idee, alla ricerca di nuovi mercati e di nuove prospettive. È questa la Cooperativa Pescatori, simbolo di unione e coesione, di impegno e fiducia nel futuro.
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