In breve:

Girasole, Don Congiu: un sacerdote amato da tutti

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di Alice, Chiara Giulia, Roberta e Sandra
Una delle figure più note nel paese di Girasole, sia tra gli anziani che fra i giovani che ne hanno sempre sentito parlare, è don Ernesto Ferdinando Umberto Congiu, (noto con il solo nome di Umberto). Egli nacque a Seui nel 1881 e divenne parroco di Girasole a partire dalla fine del 1937. Inizialmente abitò nella casa parrocchiale esistente nella piazzetta centrale di Girasole, ma si dovette ben presto trasferire in una casa popolare, poiché a causa di un temporale, l’abitazione non era più agibile.
A dott. Congiu stava a cuore la chiesa parrocchiale, che molto probabilmente, a causa dell’umidità, era in uno stato di degrado, che lo portò ad eliminare diverse parti della Chiesa che ormai cadevano a pezzi, quali le balaustre, gli altari laterali e la scala che portava al campanile, cercando in tutti i modi di rendere l’edificio più dignitoso. Il suo sogno era quello di costruire un nuovo edificio. Purtroppo però le risorse finanziarie a disposizione non gli consentirono di portare avanti il suo progetto.
Per questo e per tanti altri episodi della sua vita, don Congiu è uno dei sacerdoti più ricordati e amati dalla comunità di Girasole. Noi, che non l’abbiamo conosciuto, abbiamo voluto raccogliere le testimonianze di coloro che hanno condiviso con lui quegli anni, per onorarne la memoria e conservarne il ricordo.
Era soprannominato pardinu Congiu perché ogni volta che amministrava il battesimo, oltre ad essere il ministro era anche testimone del sacramento. Pertanto veniva chiamato gopai dai genitori del battezzato e pardinu da quest’ultimo. Per cui, poiché la maggioranza della popolazione veniva battezzata da lui, era più conosciuto come pardinu.
Seguiva personalmente la crescita spirituale dei bambini e dei giovani in quanto era lui stesso che si occupava delle lezioni di catechismo. Pur essendo di carattere mite e benvoluto e apprezzato dalla comunità, non mancarono le occasioni in cui si dimostrò autorevole e severo. Le critiche più frequenti le rivolgeva alle donne, per il loro atteggiamento e il loro modo di vestire. Il suo rigore morale e la sua severità verso i comportamenti sociali sbagliati perciò non erano sempre ben accetti, soprattutto tra le persone non credenti o di diverso orientamento politico; per questo, com’è normale che sia, anche don Congiu subiva qualche antipatia in seno alla comunità.
Poiché il paese versava in condizioni economiche non floride, per lui combattere la povertà non era solo un atto di carità, ma un atto di giustizia.
Povero lui stesso, cercò sempre di aiutare tutte le persone in difficoltà. La sua generosità si manifestava principalmente in occasioni particolari. Come da tradizione, infatti, gli abitanti per le festività o i battesimi e i matrimoni, gli portavano il cosiddetto cumbidu, che consisteva nell’offerta di cibi e bevande che lui accettava volentieri per poi donarli ai poveri.
L’alimentazione rispecchiava il suo stile di vita molto povero. Mangiava pochissimo e si nutriva soprattutto di cicoria e altre verdure che coltivava personalmente nell’orto della sua casa.
Veniva anche chiamato dottor Congiu perché conclusi gli studi si laureò, anche se non si conosce l’indirizzo preciso della sua laurea. Alcuni sostengono che si laureò in medicina, ma ciò sicuramente non corrisponde al vero; l’equivoco però è comprensibile in quanto dottor Congiu era l’unico in paese capace di fare le iniezioni.
Altri sostengono si sia laureato in teologia; altri ancora che studiò in un istituto musicale. Proprio in virtù di questa sua passione, riuscì a istituire diversi cori, femminili e maschili, molto preparati tenendo le prove direttamente a casa sua. Da una lettera manoscritta del 1961 risulta addirittura che abbia chiesto ad un girasolese emigrato a Parigi, di procurargli gli spartiti del canto alla Madonna di origine francese, Andrò a vederla un dì, e della Marsigliese che voleva insegnare ai parrocchiani in lingua originale. L’animazione della Messa gli stava molto a cuore, perciò si mostrava preciso e severo in queste occasioni, senza tuttavia venir meno alla sua generosità, come dimostrano i regali che spesso faceva ai componenti del coro.
Celebrò messa a Girasole sino alla fine del 1965, quando, a causa di problemi di salute, si ritirò in una casa di riposo nel paese di Bari Sardo, dove morì nel mese di settembre 1968. Nel 1999, il parroco in carica, don Bisi, e la comunità di Girasole si adoperarono per riportare la sua salma nel paese in cui visse per più di trent’anni e in cui tutt’ora riposa.
Siamo riusciti a ricostruire la storia della vita di dott. Congiu grazie alla collaborazione di Cornelia Cannas, Irene Cannas, Maria Angioi, Severina Pessiu e Virgilio Arba, che ringraziamo per la loro disponibilità. Hanno collaborato anche l’ufficio anagrafe del comune di Seui e Barisardo.

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