In breve:

Giovani e agricoltura: binomio possibile?

Agricoltura

di Erminio Cristian Uras.
L’ex provincia Ogliastra presenta una superficie territoriale di 1.854,02 kmq, dei quali 567,45 kmq interessati dal settore agricolo con la presenza di 8.276 aziende agricole (Dati Censimento dell’Agricoltura).
Il Programma di Sviluppo Rurale della Regione Sardegna 2014/2020 (Psr), principale strumento di programmazione della politica di finanziamento del settore agricolo, agro-industriale e forestale ha previsto, tra le misure di finanziamento, diversi bandi improntati alla nascita di nuove aziende agricole e allo sviluppo di quelle esistenti. La nascita di questi aiuti economici ha permesso, in una realtà come quella ogliastrina definita svantaggiata, di far sognare ai tanti giovani imprenditori di poter gettare le basi per un’azienda che fosse moderna, innovativa, produttiva, nei diversi settori che caratterizzano il mondo agricolo come quello ovicaprino, ortofrutticolo, serricolo, bovino, apistico, ecc.
Grazie a essi e principalmente ai bandi con presentazione “a sportello” – cioè con priorità alle pratiche presentate nei minuti successivi dall’apertura degli stessi – quali la “Sottomisura 6.1. Aiuti all’avviamento di imprese per i giovani agricoltori modalità semplice” e la “Sottomisura 6.1. Aiuti all’avviamento di imprese per i giovani agricoltori-Pacchetto giovani”, sono nate a livello Regionale 2.889 nuove aziende, delle quali 215 nel territorio Ogliastrino, condotte da ragazzi di età compresa tra i 18 ed i 40 anni.
La prima fonte di finanziamento (Misura 6.1 del Psr) prevede il pagamento di un premio pari a € 35.000, interamente a fondo perduto, per l’apertura di un’attività agricola che abbia almeno una base aziendale pari a € 15.000 di Pst (Produzione Standard) equivalente a circa 60 ovini, 80 caprini, 2 ettari di vigneto per uva da vino comune, 15 ettari di oliveto per olive da olio, con uno stanziamento pari a € 20.000.000 per il finanziamento delle pratiche.
La seconda fonte, denominato Pacchetto Giovani (derivante dall’unione della Misura 6.1. Aiuti all’avviamento di imprese per i giovani agricoltori modalità semplice e della Misura 4.1. Sostegno a investimenti nelle aziende agricole), prevede il pagamento di un premio pari a € 35.000 interamente a fondo perduto, per l’apertura di un’attività agricola che abbia almeno una base aziendale pari a € 15.000 di Pst e un premio aggiuntivo pari a € 15.000, qualora il titolare dell’azienda intenda effettuare un investimento (miglioramento fondiario) pari ad almeno € 50.000 fino a un massimo di € 1.200.000.000 di cui il 70% a fondo perduto, con uno stanziamento pari a € 50.000.000 per il finanziamento delle pratiche.
Tali tipologie di finanziamento hanno stimolato tanti giovani ogliastrini a fare ritorno alla coltivazione della terra e all’allevamento dei capi, sperando di poter crescere rapidamente grazie agli stanziamenti previsti, investendo capitali nella nascita delle imprese agricole.
A fronte della larga partecipazione ai bandi, le pratiche finanziabili nell’intero territorio regionale, con l’esiguo fondo stanziato dalla Regione Sardegna, si attestano in 881, con grande delusione di tutti quei ragazzi che avevano iniziato quella che si è rivelata una disperata corsa verso uno dei pochi settori che permette loro di dare avvio a un’attività produttiva, partendo da una dimensione aziendale modesta, con la possibilità di ampliarne le dotazioni nell’arco di pochi anni.
L’interrogativo viene naturale: quale futuro per i 2.008 giovani che hanno creduto nel proprio territorio, nelle potenzialità che esso può offrire e che hanno affrontato i costi iniziali necessari a gettare le basi aziendali richieste dai bandi? E ancora: perché, se i fondi stanziati sono esauriti entro i primi trenta minuti dall’apertura delle misure, non si è proceduto con la chiusura immediata dello sportello onde evitare false aspettative e l’inutile apertura di nuove partite Iva?
Un atteggiamento di questo tipo avrebbe impedito che tanti professionisti continuassero a lavorare e che 2008 ragazzi continuassero a coltivare un sogno privo di fondamenti, investendo sia risorse economiche che risorse temporali. Inoltre, nonostante la nascita dei bandi con presentazione a sportello servisse a ridurre notevolmente i tempi istruttori portando gli uffici a dare risposte entro un periodo temporale di 90 giorni, i pareri delle prime istruttorie sono giunti dopo 12 mesi, dimostrando l’inefficacia del sistema di presentazione.
È corretto, dunque, che un settore produttivo talmente importante per l’economia isolana come quello agricolo, possa essere affidato a un click e, di conseguenza, alla velocità delle linee adsl presenti nei diversi paesi, definendo il giorno dell’apertura dei bandi “click day”? È corretto non valutare a sufficienza la potenzialità produttiva di aziende tra esse concorrenti e non entrare nel merito della capacità delle stesse di inserirsi nei mercati regionali, nazionali e internazionali?
L’unica risposta che ci si attende dalla Regione Sardegna è che queste realtà aziendali, nate recentemente, vengano aiutate con lo stanziamento di ulteriori risorse e che in futuro non vengano create, in un periodo di crisi come quello attuale, false aspettative in quei pochi giovani che hanno ancora il coraggio di non voltare le spalle alle loro terra e che vorrebbero preservare un ricordo delle proprie origini da tramandare alle generazioni future.

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