Educare alla libertà
di Mercedes Fenude.
Con i nostri bambini dovremmo cambiare linguaggio, addolcire le parole, non dubitare sempre e subito di tutto e di tutti. Non sempre il cielo è azzurro e l’erba è verde. Gli occhi dei bambini sono capaci di colorare tutto di mille colori.
Qualche giorno fa, di pomeriggio, mentre coloravo , disegnavo e ripetevo le lettere che mia figlia voleva provare a scrivere, l’ho vista pasticciare con rabbia il foglio quando sbagliava qualcosa, strapparlo e accartocciarlo.
«Perché buttarlo via? Potresti correggerlo o trasformarlo in qualcos’altro, o lasciarlo anche cosi. Un altro giorno quando lo guarderai vedrai quanto le cose cambiano; quanto ciò che prima ti sembrava brutto, adesso è bello.
Non sappiamo fare sempre tutto ma possiamo imparare».
«No… è brutto, non posso lasciarlo!»
Questa frase mi ha fatto riflettere. È un po’ lo specchio della società di oggi, che non si ferma mai, dove tutto o è nero o è bianco. Dove spesso non c’è spazio per gli indecisi, per i bambini che non imparano subito a leggere, a scrivere. Dove, evidentemente, insegniamo che se una cosa non è perfetta è da buttare.
Eppure basterebbe cosi poco per cambiare le cose, quel poco che potrebbe diventare tantissimo se tutti provassimo ad accettarci cosi come siamo, belli, brutti, stonati, intonati, più o meno bravi a fare le cose.
Dovremmo cambiare linguaggio, addolcire le parole, non dubitare sempre e subito di tutto e di tutti.
Non sempre il cielo è azzurro e l’erba è verde. Gli occhi dei bambini sono capaci di colorare tutto di mille colori, per loro non c’è un colore giusto o sbagliato ma esistono colori per ogni momento, per ogni stato d’animo che viviamo .
Siamo noi adulti che troppo spesso abbiamo bisogno di etichettare, definire, non cambiare le cose. Abbiamo perso la capacità di sorprenderci, anzi di non spaventarci di fronte a ciò che non conosciamo. E questo i bambini lo sentono! Allora forse è il caso di cambiare musica, di fargli sentire l’amore, l’affetto, la gioia e la curiosità verso tutto ciò che non ci assomiglia ma che fa parte della vita. È tempo di cantare anche se siamo stonati, di dipingere anche se non siamo pittori, di sporcarci i vestiti quando giochiamo e permettetemi, di tornare nel lettone quando qualcosa ci spaventa e non ci fa dormire serenamente. Non ci sono regole uguali per tutti ma atteggiamenti e pensieri diversi per ogni bambino, da cucire addosso ad ognuno di loro, capaci di rispettare le loro esigenze, i loro tempi e le loro emozioni.
Fidatevi. Vale la pena lasciarli liberi. Tutto per loro ha un significato ben preciso e molto più bello di quello che noi potremmo mai immaginare. Avete mai chiesto ad un bambino perché quando colora un disegno lascia degli spazi bianchi? Fatelo…
A me hanno risposto: «Per guardarci dentro».
Chissà cosa risponderebbero altri bambini!
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