È una corsa a ostacoli, l’obiettivo è vincere
di Claudia Carta.
Paola Corona, atleta e personal trainer jerzese, sa bene cosa significa sudare e lavorare sodo. Sa quanto è grande la tensione ai nastri di partenza, quelli reali su un tracciato, come quelli che si spalancano su un nuovo progetto che sa tanto di autentica impresa. Ne conosce i rischi, ne studia gli ostacoli, ne misura lo sforzo per dosare al meglio le energie e sferrare l’attacco al momento giusto.
Classe 1981, sorride commentando un traguardo importante che aprile le regala, i suoi primi 40 anni, trenta dei quali passati a correre. Anche l’età è leggera e allenata e su di lei disegna armonia e bellezza, grazia ed eleganza.
La “gazzella isolana”, la “tamburina sarda”. È così che le prestigiose testate sportive italiane l’hanno ribattezzata quando – dagli anni Novanta a dopo il Duemila – ha fatto incetta di coppe, medaglie e premi, sbaragliando una concorrenza agguerrita a livello nazionale: vicecampionessa italiana a soli 11 anni ai campionati di Camaiore nella sua specialità, la campestre, sia nei 1000 che nei 2000 metri.
Da quel momento, fatica e allenamento, pane e atletica, sacrificio e sudore, acido lattico e sofferenza. Ma ogni anno Paola c’è. Lavora, corre e vince. Sia che partecipi come Fidal (Federazione Italiana di Atletica Leggera) che come campionato studentesco. Lei arriva. E fa paura. Con lei, altre tre ragazze jerzesi. Le avversarie le temono. Non c’è terreno, aspro e scosceso, fangoso o pietroso, sole o pioggia che la spaventi. Paola vola sulle sue scarpette. Alza le braccia al cielo e centra il bersaglio. È suo per tre volte il campionato italiano individuale, mentre nel 2000 disputa il suo primo Mondiale in Turchia con la squadra.
Competizioni nazionali e regionali sono la sua quotidianità fino alla laurea in scienze motorie. Da lì a fare l’allenatrice il passo è naturale. A colui che l’ha, non solo notata, ma continuamente motivata e sostenuta, Vittorio Demurtas – professore jerzese di educazione fisica, oggi nell’associazione sportiva G.S. Ogliastra, allenatore e scopritore di veri talenti – l’atleta riconosce un tributo importante: «Mi ha trasmesso la passione e l’entusiasmo per questa disciplina, non è una cosa scontata», sottolinea. Gli aneddoti curiosi non mancano: «L’ho conosciuto per caso. Lui non era il mio professore. È stato da noi per una supplenza in prima media, e ci portò al campo sportivo. I ragazzi dovevano fare 10 giri di corsa; noi ragazze, 5. Chiesi il perché di questa disparità, ma mi rispose che potevo farne quelli che avrei voluto. Ne feci dieci, poi undici, poi tredici, fino a quando mi fermò e mi chiese: “Ti piace correre?”. In effetti, da allora non mi sono più fermata».
Eppure, il suo primo, vero allenatore è stata la sua mamma: «Sembra strana questa cosa – racconta – eppure è così. Tutto nasce dal fatto che la nostra campagna si trova sopra il paese, vicino alla località campestre di Sant’Antonio. In realtà, non ci andavo volentieri, anzi! Allora, per farmelo piacere un po’ di più, ci andavo di corsa! E mia madre prendeva il tempo, cronometrando quanto impiegassi ad arrivare dal nostro terreno fino alla strada principale. Un gioco che diventò, ogni volta di più, una vera sfida».
È innegabile, a Paola le sfide piacciono. E quella che ha raccolto in quest’ultimo anno è stata, e continua a essere, davvero impegnativa: palestre chiuse, zona rossa, stop che si susseguono e lavoro a singhiozzo. Che fare? Osare: «Non immaginavo che sarebbe stato un anno così complesso. Le palestre comunali, da settembre, non ce le hanno più concesse. Così, insieme a un’altra ragazza che pratica una disciplina diversa, abbiamo deciso di prendere un locale per organizzare al meglio le attività, adeguarci ai protocolli di sicurezza, seguendone scrupolosamente le regole. Tempo un mese e arriva il nuovo stop».
Bivio drammatico: fermarsi e aspettare tempi migliori o fare palestra sotto il cielo d’inverno, a 470 metri di altitudine, in qualunque condizione climatica? Paola sceglie la seconda: «Affronto e decido di fare sport all’aperto, superando il mio proverbiale terrore del freddo. Da novembre a oggi non ho saltato una lezione: con pioggia intensa o leggera, maestrale gelido, nebbia degna della Val Padana, con il termometro che segnava -2 gradi. Eppure, eppure noi ci siamo state. Le mie ragazze sono la mia forza. Pronte a tutto».
Zona rossa. Nuovo fermo. Centri sportivi chiusi, consentita solo l’attività motoria individuale. E adesso? «Faremo la Dad dell’attività fisica!», risponde senza esitazione la personal trainer pluripremiata: «Due settimane di lavoro da casa, un allenamento di sicuro più consono a un ambiente chiuso, con tappetini, elastici e pesi, ma certo non possiamo fermarci ora, non dopo tutto il lavoro che abbiamo fatto».
Paola Corona è così, una guerriera, una combattente per natura, capace di contagiare energia e grinta, entusiasmo e determinazione. Un concentrato di idee e alternative, un uragano di proposte e soluzioni per tutti. Perché ogni storia è diversa, ogni persona ha le sue esigenze e per ciascuna c’è una strada da percorrere: «È importante che passi un messaggio: noi non siamo il peso che leggiamo sulla bilancia. È fondamentale sapersi accettare, curare il proprio corpo che è la nostra casa, volersi bene. Fare sport, così come alimentarsi correttamente, spendere tempo per se stessi, per sentirsi in forma fisicamente e psicologicamente, è quanto di meglio possiamo fare, soprattutto per affrontare questo periodo di grande stress e di forte negatività. Ognuno ha in sé forza e motivazione da tirare fuori per raggiungere qualunque obiettivo. Io sono solo uno strumento, una professionista che ti guida e ti motiva lungo il percorso. È una gioia grande vedere tanti risultati raggiunti, tanta soddisfazione negli occhi, nell’animo e, perché no, anche nel fisico delle mie ragazze. Gratifica e sprona a lavorare di più e meglio».
Sorride Paola, lei che tra mini olimpiadi con i bambini e manifestazioni sportive – vedi le recentissime edizioni del Jerzu run Wine Festival che ha richiamato campioni dall’intera l’isola – ha spalancato il tempio dell’atletica a tutti, amatori e professionisti.
Da ragazzina piccola e timida, a donna determinata e vincente, accanto a suo marito Andrea e ai figli Nicola ed Enrica. Innamorati. Di Paola e dello sport.
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