di Anna Maria Piga.
Giusy Mameli è il nuovo presidente dell’Azione Cattolica diocesana per il triennio 2020/2023
Di Lanusei, avvocato, 53 anni, una figlia adolescente. In Acr fin da bambina negli anni d’oro di Maria Mereu, ricorda con affetto il vissuto altamente formativo anche dal punto di vista delle relazioni personali con educatori e assistenti spirituali.
Un percorso formativo ininterrotto, per vari anni in Consiglio diocesano ai tempi dell’Università, ha conosciuto l’impegno in prima persona fin dalla presidenza di Paola Staffa e dei successivi presidenti.
Le viene chiesto un impegno ampio e profondo in seno all’Associazione quali sono i sentimenti?
Molta gratitudine per chi ha creduto che io potessi rendere un servizio utile in questo momento storico: il Vescovo in particolare e gli amici che hanno sostenuto in questi anni una presenza attiva e con spirito di servizio comunitario in parrocchia.
Sentimenti per la nomina: nessuno si sente all’altezza, ma se si pensa a un servizio, a una chiamata, a una vocazione, la disponibilità e il sì non può essere condizionato, ma deve essere totale. Se si richiede ad altri un impegno, ci si deve altrettanto impegnare in prima persona: occorre metterci la faccia, correre il rischio. La consapevolezza della responsabilità.
L’impegno associativo: una seconda famiglia in cui sono cresciuti gli affetti e le amicizie più care oltre l’ambito familiare, un cui ho avuto ottimi esempi cristiani e personali, insieme al servizio come animatore dei gruppi giovanissimi nei campi scuola estivi di Bau Mela per molti anni.
Metterci la faccia, lo ha fatto anche in politica del resto.
È vero: il fermento culturale, ecclesiale e sociale ha consentito la scelta dell’impegno civico e politico che, dai tempi delle rappresentanze studentesche dal liceo all’Università, ha poi portato per 15 anni consecutivi all’impegno politico attivo, fino a collaborare in prima linea con il movimento referendario negli anni 90, con Tonino Loddo in Regione, e ricoprendo l’incarico di assessore e vicesindaco di Lanusei dal 2000 al 2005. Attiva negli organismi di rappresentanza dei genitori per sei anni nell’Istituto comprensivo di Lanusei.
Formazione, studio, consuetudine associativa avranno ispirato i punti forti del programma del prossimo triennio
Saranno in linea con l’incoraggiamento del Papa per una Chiesa in uscita, entusiasta, capace di rinnovarsi continuamente. Una Chiesa unita, non divisa, consapevoli che siamo chiamati tutti alla missione di fare cogliere Gesù nel quotidiano delle nostre vite. Consapevoli non di essere migliori, ma semplicemente di aver ricevuto una chiamata di collaboratori in prima linea con la chiesa locale.
Sarà un tempo inizialmente dedicato all’ascolto del territorio e dei parroci, per elaborare con tutto il Consiglio e gli assistenti un programma che consenta di attuare gli obbiettivi che l’assemblea elettiva ha approvato.
Il lavoro sarà di coordinamento: lavorare in gruppo, fare squadra, non temere il confronto. Vorremmo davvero riportare l’Azione Cattolica in tutte le Parrocchie, convinti che crescere in questa associazione sia una ricchezza personale e per le comunità: la storia del passato ce lo dimostra. Mi piacerebbe che chi ha percorso un po’ di strada con noi in passato abbia voglia di riprovarci, raccolga la sfida che anche il Vescovo ci propone sempre: non aver paura di cambiare per crescere e migliorarsi. Una collaborazione con la diocesi di Nuoro; un coordinamento con le altre associazioni presenti in diocesi porterà a superare quell’idea storica di frammentazione che ci ha sempre indeboliti e che nella Chiesa non ha alcun senso: con Gesù vi può essere solo unità. Ringrazio ogni socio, il nuovo Consiglio che sarà lo strumento principale per attivare una nuova missione e chi mi ha preceduto, consentendomi di raccogliere il testimone in un’associazione credibile.
È rosa la presidenza diocesana di AC
di Anna Maria Piga.
Giusy Mameli è il nuovo presidente dell’Azione Cattolica diocesana per il triennio 2020/2023
Di Lanusei, avvocato, 53 anni, una figlia adolescente. In Acr fin da bambina negli anni d’oro di Maria Mereu, ricorda con affetto il vissuto altamente formativo anche dal punto di vista delle relazioni personali con educatori e assistenti spirituali.
Un percorso formativo ininterrotto, per vari anni in Consiglio diocesano ai tempi dell’Università, ha conosciuto l’impegno in prima persona fin dalla presidenza di Paola Staffa e dei successivi presidenti.
Le viene chiesto un impegno ampio e profondo in seno all’Associazione quali sono i sentimenti?
Molta gratitudine per chi ha creduto che io potessi rendere un servizio utile in questo momento storico: il Vescovo in particolare e gli amici che hanno sostenuto in questi anni una presenza attiva e con spirito di servizio comunitario in parrocchia.
Sentimenti per la nomina: nessuno si sente all’altezza, ma se si pensa a un servizio, a una chiamata, a una vocazione, la disponibilità e il sì non può essere condizionato, ma deve essere totale. Se si richiede ad altri un impegno, ci si deve altrettanto impegnare in prima persona: occorre metterci la faccia, correre il rischio. La consapevolezza della responsabilità.
L’impegno associativo: una seconda famiglia in cui sono cresciuti gli affetti e le amicizie più care oltre l’ambito familiare, un cui ho avuto ottimi esempi cristiani e personali, insieme al servizio come animatore dei gruppi giovanissimi nei campi scuola estivi di Bau Mela per molti anni.
Metterci la faccia, lo ha fatto anche in politica del resto.
È vero: il fermento culturale, ecclesiale e sociale ha consentito la scelta dell’impegno civico e politico che, dai tempi delle rappresentanze studentesche dal liceo all’Università, ha poi portato per 15 anni consecutivi all’impegno politico attivo, fino a collaborare in prima linea con il movimento referendario negli anni 90, con Tonino Loddo in Regione, e ricoprendo l’incarico di assessore e vicesindaco di Lanusei dal 2000 al 2005. Attiva negli organismi di rappresentanza dei genitori per sei anni nell’Istituto comprensivo di Lanusei.
Formazione, studio, consuetudine associativa avranno ispirato i punti forti del programma del prossimo triennio
Saranno in linea con l’incoraggiamento del Papa per una Chiesa in uscita, entusiasta, capace di rinnovarsi continuamente. Una Chiesa unita, non divisa, consapevoli che siamo chiamati tutti alla missione di fare cogliere Gesù nel quotidiano delle nostre vite. Consapevoli non di essere migliori, ma semplicemente di aver ricevuto una chiamata di collaboratori in prima linea con la chiesa locale.
Sarà un tempo inizialmente dedicato all’ascolto del territorio e dei parroci, per elaborare con tutto il Consiglio e gli assistenti un programma che consenta di attuare gli obbiettivi che l’assemblea elettiva ha approvato.
Il lavoro sarà di coordinamento: lavorare in gruppo, fare squadra, non temere il confronto. Vorremmo davvero riportare l’Azione Cattolica in tutte le Parrocchie, convinti che crescere in questa associazione sia una ricchezza personale e per le comunità: la storia del passato ce lo dimostra. Mi piacerebbe che chi ha percorso un po’ di strada con noi in passato abbia voglia di riprovarci, raccolga la sfida che anche il Vescovo ci propone sempre: non aver paura di cambiare per crescere e migliorarsi. Una collaborazione con la diocesi di Nuoro; un coordinamento con le altre associazioni presenti in diocesi porterà a superare quell’idea storica di frammentazione che ci ha sempre indeboliti e che nella Chiesa non ha alcun senso: con Gesù vi può essere solo unità. Ringrazio ogni socio, il nuovo Consiglio che sarà lo strumento principale per attivare una nuova missione e chi mi ha preceduto, consentendomi di raccogliere il testimone in un’associazione credibile.