Due diocesi a vocazione turistica. Quali scelte?
di Mons. Antonello Mura.
Credo corretto sottolineare l’importanza della pastorale del turismo nelle diocesi di Nuoro e di Lanusei – quest’ultima promotrice di iniziative fin dal 2015 – soprattutto in ordine all’evangelizzazione e all’incontro fraterno tra le persone.Tra le finalità da raggiungere quello di favorire atteggiamenti di accoglienza che, insieme alla promozione di un territorio, permetta la possibilità di intese e sguardo comuni tra istituzioni e privati e tra enti e comunità, con il coinvolgimento di operatori turistici, associazioni di categoria e volontari, e soprattutto di una Chiesa locale che mette a disposizione il suo ricco patrimonio di fede, tradizioni e di cultura.
Rileggendo alcuni Orientamenti della Chiesa, emerge che nel 2004 un Sussidio della CEI dal titolo: Parrocchia e Pastorale del Turismo, dello Sport, del Pellegrinaggio, scriveva: «Attraverso la cosiddetta ‘pastorale del turismo’, significativa modalità di presenza cristiana in ambito turistico, la Chiesa ha qualcosa da ‘dire’ al turismo, in modo del tutto originale, in quanto è portatrice di una ‘parola’ di valore assoluto e di una tradizione di valori che non possono non arricchire di senso l’uomo del turismo, della vacanza e del viaggio». Ancora prima il Pontificio Consiglio della pastorale dei migranti e gli itineranti aveva stilato gli Orientamenti per la pastorale del turismo (2001), affermando che «la comunità locale deve proporre al turista il patrimonio artistico e la sua cultura, con la chiara consapevolezza della propria identità, promuovendo sinergie che ogni dialogo autentico genera» (n. 9). Con la Laudato si’ di Papa Francesco la pastorale del turismo ha riconquistato anche il tema dell’educazione ambientale, perché «l’educazione ambientale dovrebbe disporci a fare quel salto verso il Mistero, da cui un’etica ecologica trae il suo senso più profondo» (n. 210).
Le nostre Diocesi e i loro territori quest’anno soffrono non poco a causa di una forte diminuzione della presenza dei turisti, in conseguenza della diffusione dell’epidemia e della paura del contagio. Tutti gli operatori segnalano dati preoccupanti, con la speranza che essi migliorino almeno ad agosto.
Questa contingenza ha ovviamente frenato la progettata programmazione delle due Diocesi che, insieme, stavano preparando un ricco calendario di iniziative – con epicentro Tortolì e Budoni – e che ha dovuto subire modifiche anche dopo la rinuncia dell’Amministrazione di Budoni a promuovere manifestazioni pubbliche. La revisione delle scelte ha portato a confermare per la Diocesi di Lanusei un programma articolato, sulla scia di un percorso collaudato, mentre per quella di Nuoro si è scelto un itinerario meno impegnativo, concentrato nei giorni 27-28 agosto.
Alla vigilia della festa del Redentore quindi, anche grazie alla sensibilità del Comune che concederà degli spazi pubblici accanto alla Cattedrale, la Diocesi proporrà due serate: una di riflessione sulle “dipendenze” e l’altra con un concerto. Tutto questo, in attesa del prossimo anno e con la certezza che le nostre due Diocesi, arricchite da un territorio di rara bellezza, possono e devono programmare incontri e iniziative che abbiano un’impronta ecclesiale e una sensibilità culturale. Siccome la fede non va mai in vacanza e la riflessione non può permettersi pause, mantenere alto il livello delle opportunità d’incontro potrà manifestare pienamente il carattere ospitale e fraterno delle nostre realtà.
✠ Antonello Mura
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