Donne di Misericordia
di Gemma Demuro
Il Centro Italiano Femminile della Sardegna si è ritrovato a San Pietro di Sorres per celebrare il Giubileo Straordinario della Misericordia. Il monastero benedettino è stato, infatti, il luogo scelto dalle aderenti di tutta l’isola per parlare di giubileo al femminile.
Il CIF, da sempre impegnato a salvaguardare il ruolo della donna in tutti gli ambiti in cui questa agisce, dalla famiglia al lavoro, dalla chiesa alla politica, ha voluto raccogliere ancora una volta l’esortazione di Giovanni Paolo II “non è tempo per la distrazione”. Guardare l’essenziale, lasciando da parte, almeno per un giorno, i ritmi frenetici della vita quotidiana per riscoprire la bellezza del momento. Oggi ed ora in una vita di relazione per farsi strumento di Dio con gli altri. E la donna è uno strumento privilegiato nelle mani del Signore, perché capace di toccare anche le corde più nascoste del cuore delle persone. Da questa considerazione semplice e mai banale è nato il desiderio di celebrare un giubileo speciale per le donne del CIF. Occasione di preghiera, confronto, amicizia e di una chiacchierata con le cifine alla scoperta del presente e del futuro della associazione.
La misericordia, ci ha ricordato Padre Gianni, nostra guida spirituale in questa giornata di primavera, è il nucleo centrale del messaggio evangelico, è il volto con cui Dio si è rivelato sin dall’Antico Testamento. Ed i cristiani sono chiamati proprio durante quest’anno giubilare a far maturare la loro fede alla luce della misericordia. Il perdono delle offese diventa quasi un imperativo nella vita quotidiana, dove lasciare cadere la rabbia per iniziare daccapo il rapporto con il prossimo e con noi stessi. Non c’è peccato, infatti, che Dio non possa perdonare. Ma prima di tutto dobbiamo ammettere di essere peccatori, dobbiamo riconoscere di aver sbagliato. Allora, e solo allora, potremo passare attraverso la porta santa e ricominciare una nuova vita. Da qui l’importanza del sacramento della riconciliazione, non certo come momento per rimuginare un passato a volte sin troppo lontano, ma come strumento per uscire da noi. Perdonarci per essere perdonati. Perdonarci per (ri)niziare ad amare l’altro. Laddove amare non vuol dire voler bene o condividere quello che fa l’altro, ma vuol dire amare il prossimo così come è.
Ma in questa sfida giubilare quale ruolo occupa la donna?
La donna, e la donna del CIF in particolare, è chiamata a dare concretezza al messaggio evangelico. Affinché l’essere cittadina e l’essere credente non siano due atteggiamenti da tenere rigorosamente distinti nella vita di ogni giorno. La donna, che vuole rivendicare il suo ruolo attivo nella società, non può non partire dalla coerenza del proprio agire con la propria fede nella consapevolezza che la vera forza viene dalla fede in Cristo. Così come ha fatto Maria, una donna dei nostri giorni: vicina ai nostri problemi, coetanea di tutte noi, a cui possiamo dare uno dei nostri cognomi e pensarla come insegnante del nostro liceo o come infermiera del nostro dentista o operaia delle nostre fabbriche.
Ecco la sfida a cui anche le amiche del CIF di Lanusei, guidate dalla presidente Giannina Piga e forti dell’esperienza giubilare vissuta a livello associativo anche lo scorso 30 gennaio nel Santuario dedicato alla Madonna d’Ogliastra, sono ora chiamate a rispondere concretamente nella comunità locale.
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