Dall’India alla Sardegna. Nel cuore dell’Ogliastra, tra Lanusei e Tortolì. Tanto è stato lungo il viaggio delle Suore Samaritane che sono giunte a Tortolì lo scorso 30 maggio e che hanno subito cominciato ad operare nella sede della Caritas in Viale mons. Virgilio. Suor Rose Cornelia, superiora generale della Congregazione delle Samaritan Sisters di Thrissur, Kerala (India), ha deciso di inviare Suor Rani, suor Teresita e Suor Arpana, quali pietre preziose della nuova comunità religiosa nel centro costiero. Madre Cornelia le presenta così: «Suor Rani conosce abbastanza bene l’italiano. È stata a Pavia per quattro anni. Parla anche tedesco perché ha svolto la sua formazione infermieristica geriatrica in Germania. Attualmente è superiora della comunità in Palghat, Kerala, dove è presente un piccolo ospedale. Suor Teresita è attualmente superiora della casa di formazione dei candidati a Trichur, mentre Suor Arpana sta lavorando in uno dei nostri ospedali per i lebbrosi in Bokaro, Jharkhand, nel nord dell’India».
«Va’ e anche tu fa’ lo stesso». È il loro carisma. L’epilogo della parabola del buon Samaritano secondo l’evangelista Luca (Lc 10,27) diventa l’inizio di una missione: farsi prossimo tra gli ultimi, i sofferenti, gli emarginati, per “fasciare le piaghe dei cuori spezzati”, curare la carne martoriata dei lebbrosi, andare dove nessuno osa arrivare. Con il coraggio che nasce dall’amore.
Le Suore Samaritane (Samaritan Sisters) – congregazione fondata da Monsignor Paul Chittilappilly il 25 gennaio del 1961 a Trichur, nello stato del Kerala, in India del Sud – hanno fatto un voto speciale: il servizio ai poveri e agli ammalati, maturando uno spirito di compassione verso coloro che sono afflitti fisicamente e spiritualmente, con un’attenzione particolare ai lebbrosi.
Le loro abitazioni sono costruite nei villaggi, tra i poveri, dove non si trae nessun profitto. Si vive solo per chi ha bisogno di aiuto. Nella pratica quotidiana le Samaritane dirigono ospedali di vario tipo, orfanotrofi, asili-nido, scuole per ostetricia e altre specializzazioni. Sono 28 le case sparse nei vari stati dell’India, una si trova in Germania e una in Italia, a Pavia.
Nel 2000 le sorelle in velo e mantellino hanno fondato la scuola speciale “Snehadeepthi” che garantisce un’educazione scolastica e professionale a 140 bambini e adolescenti con disabilità psichica. Essere disabili in India è difficile: per loro, la possibilità di frequentare la scuola è cinque volte inferiore a quella degli altri minori. Eppure alla scuola delle Samaritane, i bambini “speciali” ricevono supporto psicofisico e sostegno all’istruzione, mentre i ragazzi più grandi entrano a far parte di programmi di avviamento professionale. Certo, le sfide non mancano, ma sono grandi anche le soddisfazioni: lo scorso anno, diciotto bambini di “Snehadeepthi” hanno superato gli esami alle scuole statali; tre hanno partecipato alle Olimpiadi Speciali dell’Asia e del Pacifico svoltesi in Australia guadagnando ben tre medaglie.
Dove trovate la forza per continuare? «Quando abbiamo fiducia in Colui che ci ha chiamato, non ci serve nessun’altra forza. La necessità della gente ci spinge e ci guida: è nei bisognosi che vediamo indirettamente la guida divina. Per l’aiuto finanziario dobbiamo appoggiarci a qualche ente, perché noi non abbiamo nessun centro che crea profitto. Anche lì il buon Dio spalanca qualche porta e si va avanti, passo passo, con lui. Tutto là».
Dall’India in Ogliastra. Le suore della Caritas
Dall’India alla Sardegna. Nel cuore dell’Ogliastra, tra Lanusei e Tortolì. Tanto è stato lungo il viaggio delle Suore Samaritane che sono giunte a Tortolì lo scorso 30 maggio e che hanno subito cominciato ad operare nella sede della Caritas in Viale mons. Virgilio. Suor Rose Cornelia, superiora generale della Congregazione delle Samaritan Sisters di Thrissur, Kerala (India), ha deciso di inviare Suor Rani, suor Teresita e Suor Arpana, quali pietre preziose della nuova comunità religiosa nel centro costiero. Madre Cornelia le presenta così: «Suor Rani conosce abbastanza bene l’italiano. È stata a Pavia per quattro anni. Parla anche tedesco perché ha svolto la sua formazione infermieristica geriatrica in Germania. Attualmente è superiora della comunità in Palghat, Kerala, dove è presente un piccolo ospedale. Suor Teresita è attualmente superiora della casa di formazione dei candidati a Trichur, mentre Suor Arpana sta lavorando in uno dei nostri ospedali per i lebbrosi in Bokaro, Jharkhand, nel nord dell’India».
«Va’ e anche tu fa’ lo stesso». È il loro carisma. L’epilogo della parabola del buon Samaritano secondo l’evangelista Luca (Lc 10,27) diventa l’inizio di una missione: farsi prossimo tra gli ultimi, i sofferenti, gli emarginati, per “fasciare le piaghe dei cuori spezzati”, curare la carne martoriata dei lebbrosi, andare dove nessuno osa arrivare. Con il coraggio che nasce dall’amore.
Le Suore Samaritane (Samaritan Sisters) – congregazione fondata da Monsignor Paul Chittilappilly il 25 gennaio del 1961 a Trichur, nello stato del Kerala, in India del Sud – hanno fatto un voto speciale: il servizio ai poveri e agli ammalati, maturando uno spirito di compassione verso coloro che sono afflitti fisicamente e spiritualmente, con un’attenzione particolare ai lebbrosi.
Le loro abitazioni sono costruite nei villaggi, tra i poveri, dove non si trae nessun profitto. Si vive solo per chi ha bisogno di aiuto. Nella pratica quotidiana le Samaritane dirigono ospedali di vario tipo, orfanotrofi, asili-nido, scuole per ostetricia e altre specializzazioni. Sono 28 le case sparse nei vari stati dell’India, una si trova in Germania e una in Italia, a Pavia.
Nel 2000 le sorelle in velo e mantellino hanno fondato la scuola speciale “Snehadeepthi” che garantisce un’educazione scolastica e professionale a 140 bambini e adolescenti con disabilità psichica. Essere disabili in India è difficile: per loro, la possibilità di frequentare la scuola è cinque volte inferiore a quella degli altri minori. Eppure alla scuola delle Samaritane, i bambini “speciali” ricevono supporto psicofisico e sostegno all’istruzione, mentre i ragazzi più grandi entrano a far parte di programmi di avviamento professionale. Certo, le sfide non mancano, ma sono grandi anche le soddisfazioni: lo scorso anno, diciotto bambini di “Snehadeepthi” hanno superato gli esami alle scuole statali; tre hanno partecipato alle Olimpiadi Speciali dell’Asia e del Pacifico svoltesi in Australia guadagnando ben tre medaglie.
Dove trovate la forza per continuare? «Quando abbiamo fiducia in Colui che ci ha chiamato, non ci serve nessun’altra forza. La necessità della gente ci spinge e ci guida: è nei bisognosi che vediamo indirettamente la guida divina. Per l’aiuto finanziario dobbiamo appoggiarci a qualche ente, perché noi non abbiamo nessun centro che crea profitto. Anche lì il buon Dio spalanca qualche porta e si va avanti, passo passo, con lui. Tutto là».