In breve:

Dalla verità, la speranza

Giornalismo buono

di Claudia Carta.
Correva l’anno 1976.
Il 28 di febbraio, Paolo VI incontra i giornalisti nella Sala del Concistoro. Un discorso “a braccio”, quello di Papa Montini, che è stato recuperato grazie a un lavoro certosino e recentemente restituito nella sua forma originaria.
L’immagine bella che ne deriva è quella di un Pontefice che prende per mano i giornalisti, li accompagna alla scoperta di un mondo nuovo, la Chiesa nella sua complessità, invitandoli a conoscerlo a fondo: «Se noi abbiamo una osservazione, un desiderio da manifestare a voi, è proprio questo: che ci conosciate nella nostra complicazione, nella nostra complessità e diciamo nella nostra ricchezza, di cui siamo eredi e custodi. Solo chi conosce questa complessità della Chiesa, può comprendere come sia difficile e al tempo stesso doveroso e interessante, guardare a essa nei suoi aspetti molteplici».
No a qualunque forma di superficialità: «Voi siete degli osservatori – continua il Santo Padre – prima di essere degli informatori. Noi sappiamo di essere spesso per voi di difficile comprensione […], temiamo perciò d’essere giudicati secondo una conoscenza superficiale, unilaterale e parziale della nostra realtà».
Infine, quella che lui stesso definisce «un’acuta attenzione». E incalza: «Bisogna che ci leggiate dentro, bisogna che penetriate questo alfabeto poco conosciuto alla cultura moderna e comune. Noi vogliamo essere letti nel profondo, come se si leggessero dei geroglifici di una piramide – chessò io – egiziana. Se non si legge questo, non si comprende quello che significa quel monumento. Qualche cosa di analogo avviene per noi: se non sapete leggere ciò che noi veramente esprimiamo con i nostri segni, i nostri riti, i nostri costumi, la nostra storia e, diremo anche, con i nostri difetti, non possiamo forse farci veramente conoscere da voi».
La verità sempre, in sostanza. «La verità ha a che fare con la vita intera – ha spiegato Papa Francesco in occasione della 52° Giornata mondiale delle comunicazioni sociali – […], porta con sé i significati di sostegno, solidità, fiducia. La verità è ciò su cui ci si può appoggiare per non cadere. L’uomo, allora, scopre e riscopre la verità quando la sperimenta in sé stesso come fedeltà e affidabilità di chi lo ama. Solo questo libera l’uomo: «La verità vi farà liberi (Gv 8,32)».
Con un linguaggio sempre più vicino alla gente. Con la testa e il cuore nelle periferie. Dando voce a tutti, incontrando tutti. Ascolto e confronto. Perché prima delle notizie viene l’uomo: «Al centro della notizia – continua Bergoglio – non ci sono la velocità nel darla e l’impatto sull’audience, ma le persone. Informare è formare, è avere a che fare con la vita delle persone». Da qui, l’invito a «un giornalismo fatto da persone per le persone, e che si comprende come servizio a tutti, specialmente a quelli – sono al mondo la maggioranza – che non hanno voce; un giornalismo che non bruci le notizie, ma che si impegni nella ricerca delle cause reali dei conflitti, per favorirne la comprensione dalle radici e il superamento attraverso l’avviamento di processi virtuosi; un giornalismo impegnato a indicare soluzioni alternative alle escalation del clamore e della violenza verbale».
È da sempre il programma e il fine del nostro giornale diocesano. Un giornale che tutti unisce e chi ci fa sentire parte di un cammino e un progetto comuni.
Entro in punta di piedi nelle vostre case, consapevole della complessità dell’incarico che mi è stato affidato dal vescovo, cui va tutto il mio affetto e il ringraziamento accorato per la fiducia accordatami. A Tonino Loddo, cui devo tanto e che tanto mi ha insegnato in questi anni, rivolgo la mia stima profonda e la mia riconoscenza, consapevole che avrò sempre accanto un punto di riferimento importante.
Vi saluto con infinita umiltà. I miei occhi, le mie braccia vi incontrino sempre, attraverso L’Ogliastra, ovunque voi siate, nella quotidianità della vostra vita, nei momenti gioiosi come in quelli più tristi e complessi. E possa il nostro, il vostro, giornale essere costantemente un raggio di quella Speranza che non delude mai.

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