di Aurelia Orecchioni.
Il servizio di cure domiciliari si occupa di organizzare e assistere gli utenti che sono impossibilitati a muoversi: anziani, malati di SLA o di sclerosi multipla. A questi utenti è assicurata un’assistenza infermieristica – svolta tramite unacooperativa – e un’assistenza specialistica che avviene tramite le cure domiciliari garantite della nostra ASL.
L’assistenza specialistica prevede le visite di un cardiologo, un neurologo, un fisiatra, un urologo, un chirurgo, un pneumologo, un nefrologo, uno psicologo.
Gli specialisti, su richiesta dei medici base, vanno a domicilio del paziente e assicurano le visite.
Non sempre questo avviene in tempi rapidi, visto il numero elevato delle richieste, ma è un servizio che permette al malato di eseguire tutto a domicilio senza doversi recare in ospedale. Il servizio cure domiciliari si occupa, inoltre di assistere i malati tumorali che hanno la necessità di terapia del dolore.
Fino a oggi a occuparsene era un solo medico anestesista. Oggi il servizio si trova sprovvisto di questa figura perché, da disposizioni aziendali, presta il suo sevizio al Pronto Soccorso.
Certamente un aiuto importante per l’ospedale, ma sul territorio? Stiamo parlando di pazienti che soffrono e che hanno bisogno di essere seguiti costantemente. Da chi saranno assistiti? La terapia del dolore per questi pazienti è fondamentale: il malato tumorale è fragile, è coinvolta tutta la famiglia, e non ci piace pensare che soffrano.
Si parla sempre di potenziare il territorio, ma così si rischia, per salvare il Pronto Soccorso, di sguarnire un servizio fondamentale per gli utenti ogliastrini. In questo periodo dove il Covid ha modificato gli accessi in ospedale per la sicurezza dell’utente e dei familiari, che giustamente vogliono stare vicini ai propri cari, ci aspettavamo decisioni che rafforzassero le cure domiciliari non che le indebolissero. Come è possibile giustificare questa decisione? Chi si occuperà dei più deboli? Chi sosterrà i malati tumorali che dovranno fare a meno dell’unico specialista che si occupava del loro dolore a domicilio?
Cure domiciliari: servizio a rischio blocco. Quale speranza per i malati?
di Aurelia Orecchioni.
Il servizio di cure domiciliari si occupa di organizzare e assistere gli utenti che sono impossibilitati a muoversi: anziani, malati di SLA o di sclerosi multipla. A questi utenti è assicurata un’assistenza infermieristica – svolta tramite unacooperativa – e un’assistenza specialistica che avviene tramite le cure domiciliari garantite della nostra ASL.
L’assistenza specialistica prevede le visite di un cardiologo, un neurologo, un fisiatra, un urologo, un chirurgo, un pneumologo, un nefrologo, uno psicologo.
Gli specialisti, su richiesta dei medici base, vanno a domicilio del paziente e assicurano le visite.
Non sempre questo avviene in tempi rapidi, visto il numero elevato delle richieste, ma è un servizio che permette al malato di eseguire tutto a domicilio senza doversi recare in ospedale. Il servizio cure domiciliari si occupa, inoltre di assistere i malati tumorali che hanno la necessità di terapia del dolore.
Fino a oggi a occuparsene era un solo medico anestesista. Oggi il servizio si trova sprovvisto di questa figura perché, da disposizioni aziendali, presta il suo sevizio al Pronto Soccorso.
Certamente un aiuto importante per l’ospedale, ma sul territorio? Stiamo parlando di pazienti che soffrono e che hanno bisogno di essere seguiti costantemente. Da chi saranno assistiti? La terapia del dolore per questi pazienti è fondamentale: il malato tumorale è fragile, è coinvolta tutta la famiglia, e non ci piace pensare che soffrano.
Si parla sempre di potenziare il territorio, ma così si rischia, per salvare il Pronto Soccorso, di sguarnire un servizio fondamentale per gli utenti ogliastrini. In questo periodo dove il Covid ha modificato gli accessi in ospedale per la sicurezza dell’utente e dei familiari, che giustamente vogliono stare vicini ai propri cari, ci aspettavamo decisioni che rafforzassero le cure domiciliari non che le indebolissero. Come è possibile giustificare questa decisione? Chi si occuperà dei più deboli? Chi sosterrà i malati tumorali che dovranno fare a meno dell’unico specialista che si occupava del loro dolore a domicilio?