a cura di Iosè Pisu.
Terza Liceo linguistico, Lanusei. Ora di religione dedicata all’integrazione degli alunni stranieri nelle scuole italiane. Da settembre in classe c’è una nuova alunna, Julieta Filippini Valdesdal Paraguay, che insieme a Paulina dall’Argentina, Uma dal Costarica e June dalla Thailandia frequentano l’Istituto
Julieta, vuoi presentarti raccontando qualcosa di te?
Vengo dal Paraguay e ho 16 anni. Mio padre si chiama Ernesto e ha 40 anni, mia mamma Sol Valdez ne ha 36 anni. Ho una sorellina Constanza di 5 anni e un fratello Facundo di 13.
Come ti trovi in questa classe?
Molto bene; i miei compagni sono gentili e simpatici, calorosi e carini con me.
Che scuola frequentavi e in cosa è diversa da quella italiana?
Frequentavo una scuola italiana, Dante Alighieri, molto grande, che riunisce studenti dalle elementari alle superiori. Nel corso di studi scegliamo tra materie obbligatorie e opzionali; io studiavo matematica, fisica, geografia, scienze motorie, italiano, letteratura e dialetto paraguaiano, informatica, filosofia e antropologia sociale. In classe eravamo in 20 e si indossava una divisa.
Quali le differenze nell’orario scolastico e negli insegnanti?
In Paraguay si fanno 8 ore al giorno, tra lunedì e venerdì, dalle 7 del mattino alle 3 del pomeriggio. Lì i professori sono più rilassati, qui sono più severi, anche se in generale mi trovo bene con loro. Il modo di insegnare è diverso: nel Paraguay si fa più lavoro pratico e laboratoriale, mentre qui si studia di più dai libri. Le valutazioni nel Paraguay vanno dal 5, che è il voto massimo, all’1, che è insufficiente.
Quale materia preferisci qui?
L’inglese; non si studiava nella mia scuola, l’ho imparato privatamente.
Come stai vivendo la distanza dalla tua famiglie e dalle amicizie?
All’inizio è stato difficile, sia perché ne sentivo la mancanza sia perché non capivo molto bene la lingua. Col passare del tempo mi sono adattata, ho imparato a parlare e a capire quasi tutto. Questo anche grazie alla famiglia che mi ha accolto a Elini: mio padre Mario e mia mamma Luisanna, e i miei fratelli Francesco e Silvia. Ora è molto più facile anche perché ho fatto nuove amicizie.
Senti ogni giorno i tuoi familiari?
Si, una volta al giorno in video chiamata.
Ti piace di più il cibo italiano o del Paraguay?
Dipende, da noi ci sono cibi molto buoni che qui non ci sono, e qui avete cibi molto buoni che noi non abbiamo; però, se devo scegliere, scelgo quelli italiani.
Come trascorrevi il tuo tempo libero?
Praticavo diversi sport: pallamano, volley e calcio. Nel dopo scuola stavo a casa con la mia famiglia; poi il sabato e la domenica a volte andavo da mia nonna e dopo uscivo con i miei amici, ogni tanto qualche festa a casa di un’amica, oppure al centro commerciale o in discoteca.
Perché hai scelto l’anno all’estero e perché l’Italia?
Perché sul social TikTokho visto che era divertente, ma anche perché mia zia me ne aveva parlato bene, avendo anche lei fatto questa esperienza, me l’ha proposta dicendomi che era importante. Poi ne ho parlato con i miei genitori e insieme abbiamo scelto l’Italia, visto che mio padre è di origini italiane.
Consiglieresti ad altri questa esperienza?
Si, però direi subito che non è facile, devi essere forte e preparata per andare in un altro paese dove non conosci nessuno, lontano dai tuoi genitori e non sai parlare la lingua.
Rifaresti questa scelta?
Sì.
Grazie, Julieta e buona vita!
Come si trovano gli alunni stranieri in Italia?
a cura di Iosè Pisu.
Terza Liceo linguistico, Lanusei. Ora di religione dedicata all’integrazione degli alunni stranieri nelle scuole italiane. Da settembre in classe c’è una nuova alunna, Julieta Filippini Valdesdal Paraguay, che insieme a Paulina dall’Argentina, Uma dal Costarica e June dalla Thailandia frequentano l’Istituto
Julieta, vuoi presentarti raccontando qualcosa di te?
Vengo dal Paraguay e ho 16 anni. Mio padre si chiama Ernesto e ha 40 anni, mia mamma Sol Valdez ne ha 36 anni. Ho una sorellina Constanza di 5 anni e un fratello Facundo di 13.
Come ti trovi in questa classe?
Molto bene; i miei compagni sono gentili e simpatici, calorosi e carini con me.
Che scuola frequentavi e in cosa è diversa da quella italiana?
Frequentavo una scuola italiana, Dante Alighieri, molto grande, che riunisce studenti dalle elementari alle superiori. Nel corso di studi scegliamo tra materie obbligatorie e opzionali; io studiavo matematica, fisica, geografia, scienze motorie, italiano, letteratura e dialetto paraguaiano, informatica, filosofia e antropologia sociale. In classe eravamo in 20 e si indossava una divisa.
Quali le differenze nell’orario scolastico e negli insegnanti?
In Paraguay si fanno 8 ore al giorno, tra lunedì e venerdì, dalle 7 del mattino alle 3 del pomeriggio. Lì i professori sono più rilassati, qui sono più severi, anche se in generale mi trovo bene con loro. Il modo di insegnare è diverso: nel Paraguay si fa più lavoro pratico e laboratoriale, mentre qui si studia di più dai libri. Le valutazioni nel Paraguay vanno dal 5, che è il voto massimo, all’1, che è insufficiente.
Quale materia preferisci qui?
L’inglese; non si studiava nella mia scuola, l’ho imparato privatamente.
Come stai vivendo la distanza dalla tua famiglie e dalle amicizie?
All’inizio è stato difficile, sia perché ne sentivo la mancanza sia perché non capivo molto bene la lingua. Col passare del tempo mi sono adattata, ho imparato a parlare e a capire quasi tutto. Questo anche grazie alla famiglia che mi ha accolto a Elini: mio padre Mario e mia mamma Luisanna, e i miei fratelli Francesco e Silvia. Ora è molto più facile anche perché ho fatto nuove amicizie.
Senti ogni giorno i tuoi familiari?
Si, una volta al giorno in video chiamata.
Ti piace di più il cibo italiano o del Paraguay?
Dipende, da noi ci sono cibi molto buoni che qui non ci sono, e qui avete cibi molto buoni che noi non abbiamo; però, se devo scegliere, scelgo quelli italiani.
Come trascorrevi il tuo tempo libero?
Praticavo diversi sport: pallamano, volley e calcio. Nel dopo scuola stavo a casa con la mia famiglia; poi il sabato e la domenica a volte andavo da mia nonna e dopo uscivo con i miei amici, ogni tanto qualche festa a casa di un’amica, oppure al centro commerciale o in discoteca.
Perché hai scelto l’anno all’estero e perché l’Italia?
Perché sul social TikTokho visto che era divertente, ma anche perché mia zia me ne aveva parlato bene, avendo anche lei fatto questa esperienza, me l’ha proposta dicendomi che era importante. Poi ne ho parlato con i miei genitori e insieme abbiamo scelto l’Italia, visto che mio padre è di origini italiane.
Consiglieresti ad altri questa esperienza?
Si, però direi subito che non è facile, devi essere forte e preparata per andare in un altro paese dove non conosci nessuno, lontano dai tuoi genitori e non sai parlare la lingua.
Rifaresti questa scelta?
Sì.
Grazie, Julieta e buona vita!