Che luce Sammy Basso!
di Claudia Carta.
“Il viaggio di Sammy” continua. Certo, un po’ diverso da quello fatto sulla Route 66 che da Chicago porta a Los Angeles, negli Stati Uniti, ma credo non meno affascinante, suggestivo e avvolto nel mistero.
E se dal 5 ottobre ci sentiamotutti, umanamente, un po’ più soli, la forza sprigionata dal suo sorriso continua a scaldare e a sorreggere non solo coloro che lo hanno conosciuto e accompagnato, ma anche quelli che ne avevano sentito parlare appena.
Perché da Sammy ci si sente attratti, come da una energia calda e costante, capace di scompaginare punti fermi e ragionamenti, stondando angoli, cambiando prospettiva, abbattendo stereotipi e facendo sempre un passo oltre: oltre ciò che sembra, oltre la malattia, oltre il “poverino”, oltre la sfortuna. «Non c’è mai stata nessuna battaglia da combattere – ha lasciato scritto –, c’è solo stata una vita da abbracciare per com’era, con le sue difficoltà, ma pur sempre splendida, pur sempre fantastica, né premio né condanna, semplicemente un dono che mi è stato dato da Dio».
Avercene un briciolo, di questa fede! Non solo. Avere occhi per vedere ciò che conta davvero, ciò che davvero lascia il segno e rende la vita piena: l’amore. «La gloria personale, la grandezza, la fama – continua Sammy – altro non sono che una cosa passeggera. L’amore che si crea nella vita invece è eterno. Se c’è una cosa di cui mi non mi sono mai pentito, è quello di avere amato tante persone nella mia vita, e tanto. Eppur troppo poco».
Tutte belle parole, caro Sammy, ma hai visto intorno cosa c’è? Nello stesso istante bambini e donne innocenti saltano in aria sotto le bombe, in una Terra che Santa non sa più essere, dove si spara su tutti, nemici e amici, dove non esiste più né il blu dei caschi “portatori di pace”, né il rosso della Croce che porta assistenza, cura e conforto, ma su tutti si cannoneggia, si rade al suolo e si devasta. Tra il silenzio consenziente, o quasi, del mondo per bene che ha altri interessi.
Da un lato, un frastuono buio. Dall’altro, una voce luminosa: «Un evento può essere negativo ed esserlo totalmente – dice il gigante Basso –. Non si tratta di trovare i lati positivi, quanto piuttosto di crearli, ed è questa a mio parere, la facoltà più importante che ci è stata data da Dio, la facoltà che più di tutti ci rende umani». Umani. E Sammy, umano lo era profondamente. Ma era riflesso fulgido e chiaro del divino che abita in noi: «Devo tutta la mia vita a Dio, ogni cosa bella. Lui ha cambiato la mia vita, l’ha raccolta, ne ha fatto qualcosa di straordinario». Abbiamo una vita da donare. Abbiamo una vita per amare.
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