Spiritualità
“Questa è la mia casa. Qui sarà il mio servizio”
di Alfredo Diaz.
Il 20 ottobre prossimo, in occasione del Convegno pastorale diocesano, Alfredo Diaz, originario del Venezuela, già da un anno nella nostra diocesi, riceverà il diaconato per mano del vescovo Antonello. In queste righe, l’espressione di una fede intensa che diventa gioia per un mandato a servizio della Chiesa.
“Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita” (Salmo 26,4). Sono queste le parole che tutt’oggi risuonano nella mia vita, risuonano nel mio cuore, risuonano ogni giorno in tutto quello che vivo e faccio. Fin da quando sono venuto la prima volta in questa diocesi, esse mi accompagnano. Avevo in mente l’idea di una casa, di una comunità, di una Chiesa, ed è stata proprio questa la mia richiesta al Signore quando stavo per finire il mio ultimo anno di studio di teologia, mentre mi trovavo ancora in seminario, a Roma: quella di inviarmi a servire nella sua casa, che è la sua Chiesa, dopo aver lasciato qualche anno fa la casa dei miei genitori in Venezuela, i miei tre fratelli e i miei nipotini, per venire a scoprire qualche anno dopo questo territorio, senza neanche sapere dove si trovava questa diocesi e quest’Isola, che mi ricorda molto la mia terra.
Sono nato in una piccola città sulla cordigliera delle Ande, sul lato occidentale del Sud America, con una religiosità e una cultura molto simili a questo luogo e con dei valori umani e cristiani da custodire.
Sono stati molti a chiedermi: «Ma cosa farai quando avrai finito gli studi?», oppure: «Proprio in Sardegna dovevi finire!». E quando dicevo il nome della diocesi, mi dicevano: «Cosa? Ma dov’è questo luogo?».
Gradualmente conoscendo questa realtà sono riuscito a descriverla a chi mi chiedeva notizie, facendo rilevare che certamente era il luogo dove il Signore mi aveva inviato, per trovare “casa”. E non dimenticando di dire che sono venuto per servire, per servire questa Chiesa.
Il 20 ottobre prossimo, vigilia della Giornata Missionaria Mondiale, e giorno del nostro convegno pastorale a Tortolì nel quale si parlerà di vocazioni – di tutte le chiamate, da quella matrimoniale a quella sacerdotale e religiosa – il vescovo mi ordinerà Diacono, dopo oltre un anno dalla mia presenza in questa diocesi. E sono felice di quanto sta avvenendo nella mia vita, perché sarà la consacrazione del mio ingresso come “servo” in questo luogo, un servizio missionario in una Chiesa missionaria. Mettere insieme missione e diaconia è davvero far emergere il volto autentico del Vangelo e della Chiesa stessa, un modo di rispondere al Signore che chiama e che sceglie sempre le persone, qualunque sia la chiamata, per una vocazione e una missione.
Ringrazio Dio che mi ha permesso di conoscere questa Chiesa diocesana, il suo Pastore e nostro vescovo, i sacerdoti e tutte le persone incontrate nelle comunità. É una Chiesa dove mi sento a casa, nella quale mi sono identificato, e dove respiro un’atmosfera missionaria, nella certezza che in ogni luogo del mondo, quando c’è una comunità cristiana dove si annuncia il Vangelo, quello è un luogo di missione, un luogo dove il Signore si rende sempre presente.
Giovedì Santo: Messa Crismale in Cattedrale
Giovedì santo, 29 Marzo, in Cattedrale, alle ore 9.30, si celebra la Messa Crismale che il Vescovo concelebra con i presbiteri e i diaconi, durante la quale benedice il sacro crisma e gli altri olii sacri (catecumeni e infermi).
I Salmi: leggere, comprendere e pregare
di Giovanni Deiana.
Una doverosa premessa
In questi anni di collaborazione con L’Ogliastra ho trattato quasi tutti gli aspetti della Sacra Scrittura, ma non ho mai affrontato il tema dei Salmi. Tuttavia, tale omissione non è imputabile a dimenticanza o a scarsa considerazione da parte mia per l’argomento. È stata una scelta ponderata che cerco di spiegare. I Salmi sono Parola di Dio, come il resto della nostra Bibbia, ma hanno una caratteristica particolare: rappresentano la liturgia che ogni fedele, trasformatosi in sacerdote, celebra nel santuario della propria anima, e con la quale entra in contatto con Dio! È quindi una materia estremamente delicata che per essere trattata adeguatamente esige, oltre alla competenza esegetica, una particolare sensibilità spirituale che sconfina nella mistica! I Salmi, insomma, rientrano nell’ambito della coscienza individuale, dove si entra in punta di piedi rispettando la sacralità del tempio che Dio ha posto in ogni uomo! Ecco perché ho evitato il tema dei Salmi: ogni persona ha il diritto di assaporarli a modo suo senza interferenze esterne!
I Salmi. Parola di Dio speciale
Cercherò tuttavia di fornire quelle nozioni che possono aiutare ogni fedele ad affrontare la recita dei Salmi con maggiore consapevolezza della loro peculiarità. Essi poi hanno assunto grande importanza da quando, dopo la riforma liturgica introdotta dal Vaticano II, è invalso l’uso di far precedere la Santa Messa dalla recita delle Lodi. Come già accennato in precedenza, i Salmi sono Parola di Dio come il resto della Sacra Scrittura, ma con una caratteristica speciale: mentre infatti il resto dei libri biblici contengono la Parola che parte da Dio e arriva agli uomini, i Salmi compiono il percorso inverso: sono parole che partono dall’uomo e arrivano a Dio.
I Salmi. Voce dello Spirito
Sono, per questo, Parola di Dio di serie B? Tutt’altro! I Salmi sono stati ispirati dallo Spirito e quando il fedele li recita presta la sua voce allo Spirito che agisce nei cuori dei credenti. San Paolo ha una pagina straordinaria dedicata proprio all’azione di questo ospite straordinario delle nostre anime: «Voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: “Abba! Padre!”. Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio» (Romani 8,15-16). Lo Spirito Santo che abita in ogni fedele ne guida le azioni e persino la preghiera: «Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio» (Romani 8,26-27).
Ecco la funzione dei Salmi: sono la voce dello Spirito, che dal cuore di ogni fedele arriva a Dio. Insomma, in ogni persona Egli agisce e cura i collegamenti con il Padre! Naturalmente questa verità fondamentale della vita cristiana trova attuazione in tutti i momenti di preghiera, ma specialmente quando recitiamo i Salmi: lo Spirito, che ne è l’ autore, unisce la sua voce potente alla nostra flebile invocazione!
Una tradizione antica.
Prima che arrivasse il cristianesimo, già il Giudaismo aveva riservato a questa raccolta di preghiere una funzione speciale: gli ebrei, che non potevano recarsi a Gerusalemme dove esisteva l’unico tempio, nel Libro dei Salmi avevano il loro piccolo santuario domestico; attraverso la recita di quei canti, essi si univano al coro dei credenti sparsi in tutto il mondo. Un riscontro di tale popolarità dei Salmi al tempo di Gesù ci proviene dalla comunità di Qumran; questi monaci pre-cristiani, abitanti vicino al Mar Morto, li consideravano fondamentali per la loro spiritualità tanto che nella loro biblioteca ne sono state trovate 40 copie! Insieme al profeta Isaia, era il libro più letto. Inoltre, non solo recitavano i Salmi tramandati dalla tradizione e che noi possediamo nelle nostre Bibbie, ma ne componevano altri. Anche di questi ne sono stati trovati svariati rotoli.
Ben venga quindi l’uso di pregare adoperando questi autentici monumenti di spiritualità; in tal modo i cristiani perpetuano un’antica tradizione che ha alimentato generazioni di Santi i quali, nella recita di queste antiche preghiere, hanno trovato la forza per trasformare la banale quotidianità in sublime offerta.
Qualche nozione… tecnica
La nostra Bibbia riporta 150 Salmi suddivisi in cinque parti: 1-41; 42-72; 73-89; 90-106; 107-150. Ogni salmo, inoltre, è introdotto da qualche informazione storica e indicazioni sulle modalità di come veniva cantato. Naturalmente perché quei salmi possano veramente sprigionare la loro forza devono essere capiti! Questa purtroppo è la grossa difficoltà che si incontra quando si recitano questi straordinari canti. È noto infatti che le poesie sono opere d’arte dense di significato e per essere comprese necessitano di una spiegazione preliminare! Non basta quindi invitare i fedeli a recitare le Lodi: è indispensabile aiutarli perché comprendano adeguatamente i Salmi!
Per saperne di più
Ai lettori interessati ad approfondire l’argomento, segnalo alcuni libri che possono risultare di grande aiuto. Senza dubbio l’opera più ampia è quella di Ravasi (G. RAVASI, Il Libro dei Salmi, I-III, EDB, Bologna 1997) che è un’autentica enciclopedia sull’argomento, in quanto ha raccolto tutto quello che può avere relazione con il libro biblico. Una seconda opera, meno ampia ma ugualmente di ottimo livello, è stata scritta da due docenti del Pontificio Istituto Biblico: L. ALONSO SCHÖKEL, C. CARNITI, I Salmi, Borla, Roma 1992-1993. In ultimo, ma non per importanza, raccomando il commentario di Lorenzin (T. LORENZIN, I Salmi, Paoline, Milano 2000), un’opera che ha il pregio di essere meno tecnica delle precedenti e più accessibile anche alle …tasche dei semplici fedeli.
Un profeta attualissimo: Abacuc
di Giovanni Deiana.
Abacuc si interroga sul male e sul bene, giungendo perfino a chiedere conto a Dio del perché punisca il suo popolo – che pure lo merita – attraverso popoli più malvagi, facendo così crescere la malvagità nel mondo! La risposta di Dio è (come sempre!) sorprendente…
Non credo siano molti i cristiani che hanno letto il libro di Abacuc; nonostante si trovi tra i Profeti Minori nelle nostre Bibbie, esso fa parte dei testi praticamente ignorati da tutti. Sarà quel nome un po’ strano (che forse significa “abbracciato”), sta di fatto che anche il lettore munito della più sagace volontà, arrivato a quel punto, lo salta a piè pari. Eppure basterebbe superare la prima istintiva diffidenza, per rendersi conto che il suo messaggio conserva una straordinaria attualità.
Fino a quando, o Signore?
Riporto i primi versetti che fungono anche da apertura al libro: «Fino a quando, Signore, implorerò aiuto e non ascolti, a te alzerò il grido: “Violenza!” e non salvi? Perché mi fai vedere l’iniquità e resti spettatore dell’oppressione? Ho davanti a me rapina e violenza e ci sono liti e si muovono contese. Non ha più forza la legge né mai si afferma il diritto. Il malvagio infatti raggira il giusto e il diritto ne esce stravolto» (Ab 1,2-4). Il profeta vive intorno al 610 a. C. in un momento di profondi sconvolgimenti politici; nel 612 viene distrutta Ninive, la capitale dell’Assiria, che per diversi secoli aveva dominato e oppresso sia il regno di Israele che quello di Giuda. Al suo posto sorge l’astro nascente, Babilonia, che perpetuerà la politica di rapina e oppressione degli Assiri. Giosia (640-609 a.C.), definito dal secondo Libro dei Re un modello insuperato di fedeltà alla Legge del Signore, tanto che «dopo di lui non sorse uno come lui» (2 Re 23,25), nonostante la sua condotta esemplare, cadde vittima di un intrigo politico, per mano del faraone Necao (609 a. C.). Ma se la politica internazionale era in preda alla violenza più sfrenata, la situazione interna al piccolo regno di Giuda non era migliore. Il quadro che il profeta ci fornisce del suo tempo è, sotto certi aspetti, di una straordinaria attualità: ovunque domina la violenza, la corruzione e l’inganno pervadono tutta la società, creando infelicità e discordia nei rapporti umani. Il potente schiaccia il debole e prevalgono ovunque l’arroganza e il sopruso. Anche l’incessante preghiera dei giusti rivolta a Dio, perché intervenga a difendere i suoi fedeli e a punire i malvagi, resta inascoltata.
(Continua…)
Puoi leggere l’articolo integrale su L’Ogliastra, periodico in abbonamento della Diocesi di Lanusei.
Lectio divina di Quaresima col Vescovo
Sabato 4 Marzo, alle ore 18.00, nella Chiesa di San Giuseppe in Tortolì, avrà luogo la Lectio Divina per l’inizio della Quaresima, guidata dal Vescovo Antonello.
Il brano evangelico scelto per la riflessione è Gv 8, 1-11:
[1]Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi. [2]Ma all’alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava. [3]Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, [4]gli dicono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. [5]Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». [6]Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. [7]E siccome insistevano nell’interrogarlo, alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». [8]E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. [9]Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi.
Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. [10]Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». [11]Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch’io ti condanno; và e d’ora in poi non peccare più».
Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio)
“L’amore di Cristo ci spinge verso la riconciliazione”: è il motto biblico – ispirato al capitolo 5 della Seconda Lettera ai Corinzi – che ci viene proposto per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani del 2017.