In breve:

Pensieri e Parole

Cristicchi

Amore disse a fragilità: «Dammi la mano»

di Claudia Carta.
Che tutti cantino Sanremo non ha importanza. Né tanto meno è produttivo disquisire su gusti e preferenze musicali di ciascuno. Vero è che la kermesse della Città dei fiori riesce sempre a far parlare di sé, spesso più per tutto il contorno che non per i testi in gara, ma tant’è.
Volenti o nolenti, al di là delle note coinvolgenti, vibranti, dei tormentoni o delle ormai settantacinquenni rime della canzone italiana, quando un pezzo vero arriva sul palco si sente, si fa ascoltare e sa arrivare. Ed

cambiamento

The wind of change

di Claudia Carta.
Il vento del cambiamento. Le note di un brano celebre degli Scorpions – terzo singolo del loro undicesimo album, Crazy World, uscito il 6 novembre del 1990 – se da un lato mi fanno tornare

Roma

Da mille strade arriviamo a Roma

di Claudia Carta.
Risuona ancora in testa la musica di quell’inno che ha accompagnato i nostri passi, mentre la strada attraversava i quartieri della Città Eterna, i suoi parchi, le sue piazze. Sulle spalle zaino

Attesa

Abitare l’attesa

di Claudia Carta.
Attendere e il tempo che si attende. In altre parole l’attesa è questa. Un’arte. Un privilegio. Un esercizio al quale non siamo più abituati. Stanchi e spossati dalle continue attese quotidiane, quelle allo sportello, in fila al semaforo,

Sammy Basso 2

Che luce Sammy Basso!

di Claudia Carta.
Il viaggio di Sammy” continua. Certo, un po’ diverso da quello fatto sulla Route 66 che da Chicago porta a Los Angeles, negli Stati Uniti, ma credo non meno affascinante, suggestivo e avvolto nel mistero.
E se dal 5 ottobre ci sentiamo

coto cammino

A passo lento

di Claudia Carta.
Parlare di lentezza oggi, ai tempi del 5G, del tutto in tempo reale, dell’immediatamente connesso, suona quasi come una parolaccia. La nostra dimensione quotidiana tende costantemente alla frenesia, in una giornata che di ore ne conta quaranta, più che ventiquattro, senza peraltro riuscire a fare tutto ciò che volevamo, potevamo, dovevamo.
Mi piace, allora, pensare a questo tempo – che dovrebbe essere di vacanza, di ristoro, di riposo – come a un’altra dimensione,