Iniziative Diocesane
Oratorio interparrocchiale: una serata di incontro e festa con il vescovo Antonello
di Sergio Mascia.
Lo scorso 17 dicembre il vescovo Antonello ha incontrato staff e iscritti all’oratorio interparrocchiale lanuseino. Un momento di confronto e festa per guardare all’anno che inizia con rinnovato slancio ed entusiasmo
Era da tempo che il nostro vescovo desiderava incontrare i soci, i collaboratori e i vari gruppi dell’oratorio interparrocchiale Amoris Laetitia di Lanusei. Il 17 dicembre si è così tenuto il primo incontro con il gruppo dei frequentatori, collaboratori ed educatori del nostro oratorio diocesano.
Un folto numero di persone ha accolto l’invito per una giornata che si è rivelata ricca di tanti bei momenti.
In veste di responsabile dell’oratorio, ho voluto ringraziare il vescovo per la sua preziosa presenza e, ancora una volta, per aver dato vita a uno spazio tanto importante quanto necessario. E se è vero che l’oratorio ha visto la luce in un periodo poco felice per poter avviare le attività pensate e che si vorrebbero attuare – la pandemia, infatti, più di una volta ha interrotto percorsi, progetti, iniziative e proposte che restano attualmente complicati da attivare a causa dei limiti imposti dai protocolli sanitari – è altrettanto vero che non ci si ferma, anzi si va avanti e si prosegue con tutto ciò che è consentito e, seppur con grande sacrificio, il progetto prende sempre più forma.
Il vescovo nel salutare tutti ha espresso la sua gioia nel vedere tante persone ad accoglierlo, la maggior parte delle quali erano soci e frequentatore del centro. Come di consueto c’è stato uno scambio aperto e dinamico di opinioni, scambio che ha permesso una chiara visione di tutto ciò che rappresenta questo nuovo modo di vivere la Chiesa. La valutazione positiva dei soci e le proposte fatte hanno evidenziato il bel clima familiare e amichevole che si respira all’interno dell’oratorio. «Si respira la bellezza cristiana», ha detto Susy; «Mi sento tra amici e frequento molto volentieri», ha ribadito Anna, proponendo anche attività e spazi per gli anziani; «Le attività sono tutte professionali e mai banali o affidate a inesperti», ha sottolineato Andrea. Gloria invece ha ringraziato per la possibilità avuta tramite il progetto Caritas “Dal disagio all’integrazione”, rivolto ai più giovani – l’oratorio ha offerto e offre i suoi spazi anche per queste attività –.
Il vescovo Antonello ha inoltre ricordato cosa fosse questa struttura sin dal suo arrivo: un ex istituto ormai abbandonato, che invecchiava di anno in anno: «Oggi i lavori svolti e la riqualificazione dell’intero stabile – ha ribadito – sono motivo di gioia per me e sapere che la vita e è tornata in queste mura, rivestendosi di uno spirito cristiano di condivisione rafforza il pensiero che la Chiesa debba essere anche questo: vivere la cristianità nello sport, nella musica, nelle attività di studio».
La serata si è conclusa con un momento conviviale dove il vescovo si è intrattenuto continuando a confrontarsi con i presenti. Insomma, una piacevole giornata tra amici con la volontà di migliorare e rafforzare tutte le iniziative in programma: dal corso di inglese a quello di chitarra al ballo sardo, passando per il Total body dedicato ai più giovani ed esigenti o alla ginnastica dolce per i più anziani, e tante altre attività che da questo mese di gennaio proporremo.
L’invito è, dunque, quello di iscrivervi sul nostro canale Facebook (Oratorio interparrocchiale Amoris Laetitia Lanusei) in modo da seguirci e essere sempre aggiornati sulle nostre novità. Gli obbiettivi sono sempre numerosi e questo spazio aspetta ancora tante persone.
La Sardegna ad Assisi. Il programma
LA SARDEGNA VERSO ASSISI
Programma delle celebrazioni per S. Francesco
3-4 ottobre 2021
Domenica 3 ottobre
09.30 Convento Porziuncola – Refettorietto
Presentazione del riconoscimento “Rosa d’argento” Frate Jacopa 2021
Donne del nostro tempo testimoni di fede, speranza e carità
Alla sig.ra Cecilia Mancone (Orgosolo)
Sono Presenti: S. Ecc.za Mons. Antonello Mura – Vescovo di Nuoro e di Lanusei e
Presidente C.E.S.; S. Ecc.za Sorrentino Mons. Domenico – Vescovo di Assisi Nocera
Umbra – Gualdo Tadino e Foligno; Autorità civili Comune di Assisi / Comune di Orgosolo
e di Marino
11.00 Basilica Papale di S. Maria degli Angeli
Solenne Concelebrazione Eucaristica “nel Transito di San Francesco”
presieduta da P. Francesco Piloni OFM, Ministro provinciale dei Frati Minori di Umbria-
Il Custode del Protoconvento Porziuncola consegna il riconoscimento “Rosa d’Argento” 2021 .
La Pro Loco di Santa Maria degli Angeli e l’Associazione “Priori del piatto di Sant’Antonio abate”,
a nome della comunità angelana, offre i fiori per il luogo del Transito
12.15 Basilica Papale di San Francesco, chiesa superiore
Celebrazione eucaristica presieduta da S. Ecc.za Mons. Gian Franco Saba,
arcivescovo di Sassari e concelebrata dagli altri vescovi sardi
17.00 Basilica Papale di S. Maria degli Angeli. Ingresso
Accoglienza delle Autorità civili con la partecipazione dei Presidenti delle Regioni
e delle Province della Sardegna e dell’Umbria, dei Sindaci delle Sardegna e di Assisi
da parte di fr. Massimo Travascio OFM, Custode del Protoconvento di Santa Maria degli
Angeli in Porziuncola / esibizione dei cori polifonici provenienti dalla Sardegna
17.30 Basilica Papale di S. Maria degli Angeli
Solenne Celebrazione dei Primi Vespri “nel Transito di San Francesco”
presieduti da S. Ecc. Mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari
con l’assistenza di S. Em. Card. Agostino Vallini, Legato Pontificio per le Basiliche di Assisi.
Partecipano i Vescovi della Sardegna, S. Ecc. Mons. Domenico Sorrentino, Vescovo di Assisi –
Nocera Umbra – Gualdo Tadino e Foligno; i Ministri Generali e Provinciali delle Famiglie
Francescane e i pellegrini delle Diocesi della Sardegna
21.00 Santuario di San Damiano
Veglia con i giovani della Sardegna, presieduta da S. Ecc. Mons. Corrado Melis,
Vescovo di Ozieri, Delegato per la pastorale giovanile della C.E.S
21.00 Santuario della Spogliazione
La Conferenza Episcopale Sarda incontra S. Ecc. Mons. Domenico Sorrentino,
Vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino
21.30 Basilica Papale di S. Maria degli Angeli
Veglia di preghiera presieduta da fr. Roberto Genuin OFMCap
Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini
Lunedì 4 ottobre
8.30 Palazzo Municipale – Sala della Conciliazione
Incontro tra le autorità e le delegazioni della Sardegna con la Municipalità di Assisi
9.30 Basilica papale di San Francesco, chiesa superiore
Accoglienza delle Autorità da parte di fr. Marco Moroni OFMConv , Custode del Sacro Convento
10.00 Basilica Papale di San Francesco, chiesa superiore
Solenne Celebrazione Eucaristica nella Festa di San Francesco, Patrono d’Italia
presiede S.E. Mons. Antonello Mura, Vescovo di Nuoro e di Lanusei, Presidente della Conferenza Episcopale Sarda, con i Vescovi della Sardegna, il Vescovo di Assisi,
i Ministri Generali e Provinciali delle Famiglie Francescane.
Il Sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, accende la “Lampada Votiva dei Comuni d’Italia”
con l’olio offerto dalla Regione Sardegna
L’evento viene ripreso in diretta televisiva Rai Uno
11.30 Loggia del Sacro Convento
Saluto di fr. Carlos Trovarelli, Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali
Messaggio del Rappresentante del Governo italiano
Saluto del Presidente della Regione Sardegna
L’evento viene ripreso in diretta televisiva Rai Uno
16.00 Basilica Papale di San Francesco, chiesa inferiore
Vespri Pontificali – presiede S. Ecc. Mons. Roberto Carboni, arcivescovo di Oristano e Vescovo di Ales – Terralba
A conclusione: processione dei concelebranti e dei frati al Cupolio della Basilica e Benedizione all’Italia con la Chartula di San Francesco
Dal disagio all’integrazione. Pronto il nuovo progetto
di Sergio Mascia.
Un grande progetto della diocesi che mette al centro i ragazzi, in modo particolare quelli che vivono situazioni di difficoltà e disagio, offrendo loro occasione di incontro, crescita e condivisione con i propri coetanei, con educatori, con le famiglie, nei nuovi spazi dell’Oratorio interparrocchiale diocesano.
Ragazzi. Di più. Ragazzi che hanno bisogno di amore, sostegno, gioia e fantasia. Soprattutto se vivono situazione particolari. «I giovani desiderano essere ascoltati – si legge nel documento finale del sinodo dei Vescovi sui giovani – sono chiamati a compiere continuamente scelte che orientano la loro esistenza; esprimono il desiderio di essere ascoltati, riconosciuti, accompagnati. Molti sperimentano come la loro voce non sia ritenuta interessante e utile in ambito sociale ed ecclesiale». Invece lo è, eccome e la diocesi di Lanusei l’ha raccolta.
Risultato: Dal disagio all’integrazione. È molto più che un nome di un progetto. È una sfida. A breve partiranno, infatti, le iniziative con i ragazzi tra i 14 e i 18 anni che vorranno partecipare: musicoterapia, sport, supporto psicologico. Un progetto ambizioso che guarda lontano, a cui ogni parrocchia può prendere parte e che prevede due percorsi.
Il primo ha come destinatari ragazzi ai quali si vogliono garantire risposte ai bisogni emergenti e occasioni educative di crescita quali: attività sportive e musicali, al fine di sviluppare la dimensione psico-fisica-spirituale; laboratori emotivi e cognitivi, per far emergere quanto di positivo c’è in se stessi e negli altri; il sostegno economico, qualora sia necessario, ma anche la possibilità di partecipare a eventi culturali (concerti, cinema, teatro, visite ai musei, eventi sportivi); il sostegno psicologico. Un percorso che prevede anche il coinvolgimento delle famiglie dei ragazzi in attività diocesane e incontri specifici relativi al progetto. Anche a loro è dedicato uno spazio d’ascolto che possa accogliere le loro difficoltà e possa accompagnarle nella loro elaborazione.
Il secondo è dedicato alla formazione dei futuri educatori oratoriani e dei direttori dei cori parrocchiali, in collaborazione con professionisti del settore. Diversi gli obiettivi specifici che sottendono questa azione: la riapertura degli oratori parrocchiali, al fine di offrire stabilmente occasioni di incontro, confronto, azione e crescita delle comunità ecclesiali. Fa riflettere il fatto che, a oggi, nella diocesi, gli oratori attivi siano solamente 3 su 34 parrocchie!
Altro obiettivo è quello della formazione dei direttori di cori parrocchiali al fine di ancorare in modo più chiaro e maturo la dimensione musicale e del canto alla preghiera e alla liturgia.
Attività che vogliono essere durature nel tempo e sono finalizzate alla creazione di una rete costante di collaborazione tra gli oratori interparrocchiali e le singole parrocchie.
Un progetto di tale spessore non può avere gambe senza il necessario coinvolgimento ecclesiale. La comunità diocesana, su invito del vescovo Antonello, sta riflettendo sul tema degli oratori dal 2017. Si è messa in ascolto. Ha investito risorse economiche e umane per arrivare a essere presenza significativa tra i giovani. Il primo, grande risultato nel dicembre del 2019, con l’inaugurazione del Centro familiare Amoris laetitia e dell’Oratorio interparrocchiale. Scelta profetica! Puntare su famiglia e giovani, farli incontrare in uno stesso luogo!
Ora la diocesi tutta attende con fiducia questo nuovo passo. Una nuova sfida da raccogliere e da vincere. Per amore. Con amore.
Beppe Severgnini e il vescovo Antonello. Due giornalisti con lo stile dell’ironia
a cura di Augusta Cabras.
Giornalista, editorialista e vicedirettore del Corriere della Sera, dov’è arrivato nel 1995. Per il quotidiano di via Solferino ha creato il blog Italians (nel 1998), tiene l’omonima rubrica (dal 2001) e ha diretto il settimanale 7. Dal 2013 è opinion writer per The New York Times. È stato corrispondente in Italia per The Economist. Ha lavorato per il Giornale di Indro Montanelli e per La Voce. Nel 2004, a Bruxelles, è stato votato European Journalist of the Year. È autore di 18 libri e ama in maniera viscerale la Sardegna. Alla Pastorale del Turismo lo ha intervistato il vescovo Antonello
Lei ha iniziato il suo lavoro a 27 anni nella redazione de Il Giornale diretto da Indro Montanelli. Cosa direbbe Montanelli se potesse scrivere, sulla realtà di oggi?
Direbbe che noi italiani siamo più seri di quello che vogliamo ammettere, come se essere seri ci rovinasse la reputazione.
Da 25 anni è al Corriere della Sera di cui è editorialista e vicedirettore. Ha diretto il settimanale Sette e la cosa di cui va particolarmente fiero è la costituzione di una redazione di giovani.
Io ho detto che per fare un giornale nuovo occorrevano forze fresche ed energie diverse. Non puoi prendere sessantenni per proporre una cosa nuova. A una certa età porti una maggiore capacità di sintesi, sicuramente più calma, ma non c’è dubbio che un ragazzo o una ragazza ventenne, un trentenne porta un modo di vedere le cose in modo nuovo che non vuol dire usare bene i social. In una redazione, in un ufficio, in un reparto, un ventenne, un trentenne e un sessantenne sono degli alleati naturali, perché ognuno mette qualcosa di diverso. Se in un posto di lavoro sono tutti uguali si parte già con il piede sbagliato. Io ho detto: ho l’esperienza, vorrei avere con me i più bravi studenti e studentesse della scuola di giornalismo. Ora sono state assunte, lavorano in quattro redazioni diverse e sono bravissime. Credo di non meritare particolari lodi per questo. Credo sia stupefacente il contrario. Se arrivato alla seconda parte della vita uno non capisce che è arrivato il momento di iniziare a restituire non è un egoista, è tecnicamente un cretino.
La famiglia per un giornalista che cosa è? Considerato che lei e sua moglie festeggiate 34 anni di matrimonio…
La serenità in una famiglia è fondamentale per ogni persona, qualunque professione vanga svolta. Il nostro è un mestiere in cui le soddisfazioni, le delusioni, le competizioni, l’equilibrio tra la vanità buona, cioè quella che ti consente di andare avanti nonostante tutto, e la vanità cattiva, che pone te e il tuo successo prima di tutto il resto, sono presenti costantemente. La moglie e un figlio sono quelli che ti dicono la verità; non lo fanno per adularti, compiacerti o consolarti. Sono loro a darmi i buoni consigli.
La sensazione che io ho quando leggo Severgnini è una sensazione di profondità e di leggerezza, di ironia anche e di autoironia. E non è facile trovare commentatori così. Le chiedo se questa sia una scelta ben precisa e se manca oggi questa capacità di ironia e autoironia che ci aiuta ad affrontare la realtà.
Manca ai giornalista e ai commentatori, non alle persone. Quasi mai è stata equivocata la mia ironia o sono stato frainteso, anche quando scrivo di altri paesi, di altri popoli. C’è gente che appena tocca questi argomenti si mette nei pasticci. Chi legge e chi ascolta di solito ha gli strumenti e possiede una specie di misterioso radar e capisce il cuore che c’è dietro le cose che dici. Io ho scherzato, ho criticato gli inglesi, gli americani: non ho mai avuto problemi, ma sono popoli che conosco molto bene. Accetti le critichi se intuisci che dietro c’è amore, c’è affetto. Se tu non vuoi bene alla gente, i lettori se ne accorgono. A me questo viene spontaneo, a me piace la gente, mi piace confrontarmi, discutere ecc. È importante voler bene alle persone e ai temi che tratti. L’ironia poi… è la capacità di vedere le imperfezioni del mondo e sorridere. Significa evitare di trasformare in tragedia ciò che tragedia non è. È un modo per alleggerire, che non significa essere superficiali. L’ironia è un modo di spiegarsi meglio perché l’interlocutore abbassa le difese, che sono la cautela, lo scetticismo, la diffidenza.
Lei ha scritto che questa pandemia è una macchina della verità.
Certo. La pandemia, come ogni grande crisi, rivela la natura vera delle nazioni, delle regioni, delle amministrazioni, delle persone, delle relazioni. E noi italiani siamo stati bravi. Davanti al pericolo abbiamo avuto paura: non si è trattato di codardia, ma di intelligenza.
Ho letto il suo articolo sull’apertura delle discoteche. Le ha definite macchine gioiose di contagio…
Nelle discoteche per parlarsi bisogna urlarsi in faccia sennò non si sente. Urlarsi in faccia, in questi tempi, non è una buona idea. Ballare a distanza di due metri è impossibile, non pigliamoci in giro! Se i modi di contagio sono questi, non è stata una bella idea riaprirle…
Parto dal titolo del suo libro, La vita è un viaggio. Un giornalista che viaggia così tanto cosa scriverebbe dei suoi viaggi interiori?
Chi scrive, scrive sempre per qualcuno che deve leggere. Se scrive solo per se stesso ha fallito. Io scrivo per me, ma scrivo anche per gli altri. Però sono cauto nel raccontare, ad esempio, della mia fede. Io e la mia famiglia siamo cattolici, credenti e praticanti, ma perché non lo sbandiero? Perché credo di essere più utile come laico. Purtroppo troppi in Italia, nel mondo della comunicazione, sono partiti utilizzando la fede come una bandiera e sono finiti per usarla come una mazza. E questo non va bene.
Camineras. Pastori di sguardi
di Vincenzo Ligios.
Il progetto Camineras, prodotto dalle Diocesi di Nuoro e Lanusei per la Pastorale del Turismo 2020, è stato un treno che, nel periodo buio appena passato, in poco meno di due mesi di tempo è stato in grado di portare in stazione sei stupendi cortometraggi realizzati da sette coraggiosi autori (una delle opere, infatti, è un lavoro tutto al femminile firmato a quattro mani). Il filo conduttore della manifestazione – Tu vali molto più di quanto produci, proposto dall’ideatore Mons. Antonello Mura – è stato sviluppato da ciascun regista secondo la propria personale cifra stilistica, e, cosa forse più unica che rara, attraversando l’intero spettro dei linguaggi del documentarismo moderno, dal partecipativo all’observational, dal reportage classico al documentario riflessivo, dal poetico allo sperimentale d’avanguardia.
In tempi di Covid e di restrizioni agli spostamenti, il progetto Camineras – che significa sentiero tracciato, percorso – vuole accompagnare i suoi spettatori a incontrare la Sardegna contemporanea, non mediata dai linguaggi un po’ abusati che si vedono nei canali televisivi tradizionali. L’isola diventa lo scenario per raccontare il tempo che viviamo. Agli autori è stata data la possibilità di farlo con la propria voce, con il proprio linguaggio, con il proprio passo, con il proprio sguardo, e loro in cambio ci hanno restituito dei film che entusiasmano, fanno riflettere, emozionano e fanno meditare.
Concludo con un aneddoto che fa sorridere. Durante la realizzazione del progetto abbiamo creato una chat che è stata un luogo, oltre che di coordinamento, anche di incontro, di scontro, di supporto e di incoraggiamento, in tempi in cui gli spostamenti erano ancora limitati. Un po’ per scherzo, un po’ per gioco, l’abbiamo chiamata “Pastori di sguardi”: da una parte per giocare con la sardità dei registi (un’autrice in realtà viene da Venezia, ma è sarda perlomeno di adozione), dall’altra per richiamare il titolo della manifestazione, la Pastorale del turismo; ma soprattutto – e più seriamente – per sottolineare il ruolo che spesso ha il regista nell’indirizzare lo sguardo dello spettatore. Ecco, questi sette pastori hanno guidato con grande abilità gli sguardi dei numerosissimi spettatori che anche quest’anno hanno affollato la Pastorale del Turismo.
L’augurio che posso fare è che questi film rimangano nella mente, negli occhi, ma soprattutto nel cuore di chi li ha visti, travalicando le storie che raccontano come solo il vero cinema, a volte, è in grado di fare.
Chiara Porcheddu, con il suo corto “Filos e Tramas”, indaga la realtà del baco da seta di Maria Corda, ultima depositaria di una tradizione secolare di allevamento e produzione unica in Europa. Andrea Mura e il suo artista “Sospeso”, che l’autore segue per le vie di Nuoro, come Alice nella Città, ci fanno conoscere la filosofia e gli aneddoti di Graziano Salerno, artista bohémien. Chiara Andrich nella cartiera abbandonata di Arbatax trova le “Tracce” del passare del tempo, del suo dispiegarsi nel continuo rapporto tra natura e uomo. Vittoria Soddu e Sabrina Melis nel loro “Duas manniatas, unu mannùcru” indagano il recente ritorno alla coltivazione dei cereali in Barbagia, intrecciando la tradizione di su filindeu alla storia attuale della cooperativa Mulinu. Giampiero Bazzu, con “Mi prendo cura di te”, racconta il mondo delle badanti in Ogliastra, donne che arrivano da lontano e lasciano tutto alle spalle per occuparsi degli anziani, nella terra famosa per i suoi centenari. Infine Edoardo Matacena, in compagnia di suo figlio Elia, propone una personale riflessione ecologista legata alla raccolta della plastica con il suo “Io, la plastica e il 2050”.
A scuola di consapevolezza digitale
di Valentina Pani.
Appuntamento tradizionale per tanti maturandi ogliastrini che raccolgono l’invito della diocesi a mettersi in gioco e insieme al giornalista e scrittore Luigi Carletti tracciano un bel percorso multimediale
Giovani tra rischi, incognite e opportunità. È ormai la sesta edizione dell’iniziativa portata avanti dalla diocesi che ha come scopo quello di offrire ai giovani maturandi una maggiore consapevolezza digitale. Quattordici ragazzi vi hanno preso parte, provenienti da diverse scuole: I.T.C., Agrario, I.T.I., Liceo Scientifico di Tortolì, Liceo Classico e Scientifico di Lanusei.
Nella white room del seminario, tutti uniti per uno stesso fine, pronti a comprendere e decifrare l’attuale transizione digitale, sconfiggere quell’ansia di inadeguatezza che può tormentare i giovani, ma soprattutto scoprire e prendere atto dei rischi e delle opportunità del cambiamento digitale.
«È stata una bellissima esperienza – racconta Cristian –: quattro giornate veramente interessanti guidate dal giornalista e scrittore Luigi Carletti». «Oltre a essere estremamente competente – aggiunge Giacomo – ha saputo instradarci, nonostante i tempi ridotti, a lavorare come un’autentica redazione giornalistica».
Una redazione. Con i ragazzi nei panni di giornalisti. «Ognuno di noi ricopriva un ruolo essenziale – spiega Roberta –: io mi occupavo della parte social, mentre i miei colleghi avevano i ruoli del fotografo e dello scrittore». Tre redazioni pronte a lavorare per un unico scopo: la realizzazione di un libro con interviste a personaggi locali e nazionali. Tema: la rivoluzione digitale e i mutamenti che essa sta creando nella nostra società. «Una cosa che mi ha estremamente colpito – sottolinea Giacomo – è quanto le persone che abbiamo avuto modo di intervistare fossero professionisti affermati». Il senso del libro è quello di una conoscenza mirata da parte dei suoi autori – i giovani, appunto – ma anche di un approfondimento di alcuni significativi temi di attualità. E chi meglio di Renato Soru, Martina Gatti, Fabrizio Peronacci, Giulio Anticoli, Sebastiano Congiu, Giuseppe Tambone, Stefano Tamburini, Gianluigi Ciacci e Edoardo Fedele potevano accompagnare i ragazzi nella conoscenza di questa rivoluzione digitale per cambiare il mondo?
«Tutti avevamo l’opportunità di porre loro tante domande – spiega Graziella – mentre ogni redazione aveva una specifica intervista da trascrivere, che poi diventerà un capitolo del nostro libro».
Per dirla con Papa Francesco: «La Rete digitale può essere un luogo ricco di umanità, non una rete di fili, ma di persone… Internet può offrire maggiori possibilità di incontro e di solidarietà tra tutti, e questa è una cosa buona, è un dono di Dio». È questo il messaggio che anche la nostra diocesi vuole lanciare ai giovani, formarli, accompagnarli nella scoperta delle grandi possibilità che il mondo digitale offre, ma al tempo stesso mettendoli in guardia dai suoi lati oscuri. «È stata soprattutto un’esperienza utile – afferma Chiara – grazie alla quale ho avuto modo di apprendere nuove competenze in campo giornalistico e credo che tutto questo possa essermi utile in futuro, specie in vista dell’esame di maturità». E Ilenia aggiunge: «Consiglierei a ogni maturando di partecipare a questo corso perché oltre a essere istruttivo e interessante, è un dono che la diocesi ci fa, un ottimo modo per conoscerla e per socializzare».